ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03875

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 242 del 21/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: CIPRINI TIZIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/10/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 21/10/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03875
presentato da
CIPRINI Tiziana
testo di
Lunedì 21 ottobre 2019, seduta n. 242

   CIPRINI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 3 della legge 14 gennaio 1999, n. 4, ha previsto l'erogazione a carico del Ministero dell'interno del contributo agli enti locali per le spese da essi sostenute per il servizio di mensa per il personale insegnante, dipendente dallo Stato, impegnato nella vigilanza ed assistenza degli alunni durante la refezione scolastica;

   il comma 5 dell'articolo 4 della medesima legge ha previsto che a decorrere dall'anno 1998, agli oneri derivanti dal servizio di mensa, si provvede con le disponibilità finanziarie destinate alla contrattazione collettiva per il comparto del personale della scuola;

   attualmente la disciplina che regola il contributo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca verso gli enti locali è dettata dall'articolo 7, comma 41, della legge n. 135 del 2012, il quale ha disposto che il contributo che lo Stato riconosce ai comuni per le spese sostenute per i pasti del personale statale, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sia pagato direttamente ai comuni in proporzione al numero delle classi che accedono al servizio mensa scolastica;

   accade che il comune anticipa la spesa per la mensa degli insegnanti, anche se gli stessi sono dipendenti dello Stato, ma spesso si limita, tuttavia, a fornire il vitto compatibile con le limitate risorse erogate e coincidente con un «primo ed un contorno», non essendo in grado di garantire, a causa delle risorse finanziarie stanziate, il pasto completo per gli insegnanti durante l'orario di refezione;

   il contributo riconosciuto ai comuni per ciascun pasto fornito al personale statale, insegnanti e personale Ata, della scuola, sarebbe pari a circa 2,80/3,00 euro, contro una media di 5,00/6,00 euro a pasto sostenuti dai comuni;

   per effetto del «corto circuito» tra la suddetta norma che parla di «contributo» che lo Stato versa ai comuni per le spese sostenute per i pasti e l'articolo 21 del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto scuola 29 novembre 2007 che riconosce il diritto alla fruizione del servizio di mensa gratuita al personale «in servizio in ciascuna classe o sezione durante la refezione», gli insegnanti e il personale statale si vedono, di fatto, negare dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, quale loro datore di lavoro, il diritto al pasto completo durante la loro attività di sorveglianza degli alunni, svolta nel contesto del servizio di mensa organizzato dal comune sul quale grava solo la messa a disposizione del servizio;

   la vicenda è oggetto anche di un ricorso pendente davanti al tribunale del lavoro di Spoleto da parte di un gruppo di insegnanti che chiede il riconoscimento del diritto di poter usufruire di un «pasto completa» quando sono impegnate nel servizio di sorveglianza degli alunni durante la mensa;

   come si apprende da un articolo di stampa (https://www.tecnicadellascuola.it) del 7 marzo 2018: «Il personale – si sostiene nel ricorso – si trova a “dover affrontare un'incresciosa situazione da diverso tempo”. Le insegnanti e la collaboratrice sostengono che quando sono impegnate nel servizio di sorveglianza si “vedono negare il pasto completo”, potendo usufruire di primo e contorno ma non di pietanza, frutta e pane. Essendo poi “impossibilitate” anche a integrarlo con vitto portato dall'esterno “poiché di ciò è fatto espresso divieto dal Regolamento di ristorazione scolastica”» –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda porre in essere, anche sul piano normativo, per assicurare un adeguato pasto per il personale insegnante e Ata, dipendente dallo Stato, impegnato nella vigilanza e nell'assistenza degli alunni durante la refezione scolastica, anche al fine di evitare disservizi per le famiglie degli alunni interessati.
(4-03875)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impiegato dei servizi pubblici

comune

giurisdizione del lavoro