ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03765

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 233 del 07/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: CASCIELLO LUIGI
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 07/10/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/10/2019
Stato iter:
25/02/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/02/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 25/02/2020

CONCLUSO IL 25/02/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03765
presentato da
CASCIELLO Luigi
testo di
Lunedì 7 ottobre 2019, seduta n. 233

   CASCIELLO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dal 14 al 18 agosto 2019 circa 300 persone, dirigenti e militanti del Partito Radicale, l'Osservatorio delle Camere penali italiane, diversi parlamentari, garanti delle persone private della libertà, hanno visitato 70 istituti penitenziari in 17 regioni;

   al 31 luglio 2019 i detenuti ristretti nelle carceri erano 60.254 per una capienza regolamentare di 50.480 e il personale di ogni livello è estremamente ridotto nel suo organico; dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane ci sono stati 29 suicidi;

   la delegazione che ha visitato la casa circondariale di Vallo della Lucania (Salerno) il 16 agosto 2019 era composta da: Donato Salzano, capo delegazione Partito Radicale, professor Samuele Ciambriello, Garante regionale campano per i diritti delle persone private della libertà personale, avvocato Maria Rosaria Cardenuto, componente dello staff del Garante, avvocato Fiorinda Mirabile Camera penale salernitana ed il dottor Peppe Tarallo Comitato «Verità e Giustizia Franco Mastrogiovanni»;

   nella casa circondariale di Vallo della Lucania (Salerno) alla visita del 16 agosto la fotografia è la seguente:

   55 detenuti ristretti nei 56 posti regolamentari;

   i detenuti lavoranti alle dipendenze dell'amministrazione sono 5/6; i casi psichiatrici sono moltissimi; i ristretti che sono in attesa del primo giudizio 7; gli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio sono 7, di cui 3 destinati alle traduzioni (ogni turno di custodia) per un totale di 22 giornalieri a fronte di una pianta organica che ne prevedrebbe 26;

   si tratta di istituto dedicato in esclusiva dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) a tipologie particolari di reati riguardanti la sfera sessuale; vi sono soltanto uomini e, nonostante le presenze siano al di sotto del numero legale, il sovraffollamento è strabiliante, in 7/8 in una stanza con una sola doccia e un solo wc;

   la struttura era un piccolo e stretto antico monastero riadattato in età Borbonica a carcere; fortunatamente le mura sono state da poco tinteggiate; le stanze di detenzione sono sotto il livello della strada, tant'è che la visita si è svolta a mezzogiorno, ma si teneva accesa la luce come se fosse stata mezzanotte, quando invece un primo piano a piena luce rimane chiuso per mancanza di personale;

   la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia per i trattamenti inumani e degradanti con la sentenza «Torreggiarli ed altri» del 2013, non certo e soltanto per il sovraffollamento e la mancata assistenza sanitaria ma, tra le altre cose, anche e soprattutto per l'assenza della luce naturale in stanza e negli ambienti di passeggio;

   il carcere di Vallo della Lucania come il terribile carcere di Favignana, dove le stanze sono al di sotto del livello del mare, pare abbandonato al suo destino; il personale medico e paramedico amorevole fa l'impossibile; sono pochi gli agenti, una sola educatrice encomiabile, un solo psichiatra del Ministero per 27 ore al mese e un solo psicologo dell'Asl una volta a settimana; è gravissima la carenza di questo tipo di personale, vista la tipologia di reati in trattamento e fortissima tale criticità –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative di competenza, anche di natura amministrativa, intendano assumere:

    a) per porre fine ai trattamenti disumani e degradanti ai quali sono sottoposti i detenuti, riportando nella legalità costituzionale il carcere di Vallo della Lucania;

    b) per fronteggiare la gravissima situazione sanitaria e assicurare un adeguato livello di assistenza alla popolazione reclusa, anche tramite la presenza di un servizio sanitario h24 per fronteggiare le eventuali gravi emergenze notturne, così garantendo il diritto alla salute dei detenuti.
(4-03765)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 25 febbraio 2020
nell'allegato B della seduta n. 311
4-03765
presentata da
CASCIELLO Luigi

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame l'interrogante, nel fare riferimento agli esiti della visita presso la casa circondariale di Vallo della Lucania effettuata il 16 agosto scorso da una delegazione dei radicali italiani, da cui sono emerse una serie di criticità relative, in particolare, all'elevata presenza dei detenuti psichiatrici, all'inadeguatezza degli organici di polizia penitenziaria e delle figure degli educatori e degli psichiatri, all'inadeguatezza delle dotazioni sanitarie degli ambienti, alle condizioni di scarsa luminosità delle stanze di detenzione, chiede di sapere se il Ministro della giustizia sia a conoscenza della situazione descritta e quali iniziative di competenza, anche di natura amministrativa, intenda assumere: a) per porre fine ai trattamenti disumani e degradanti ai quali sono sottoposti i detenuti, riportando nella legalità costituzionale il carcere di Vallo della Lucania, b) per fronteggiare la gravissima situazione sanitaria e assicurare un adeguato livello di assistenza alla popolazione reclusa, anche tramite la presenza di un servizio sanitario h24 per fronteggiare le eventuali gravi emergenze notturne, così garantendo il diritto alla salute dei detenuti.
  Va considerato in premessa che, alla data del 28 novembre 2019, presso la casa circondariale di Vallo della Lucania risultano ristretti 52 detenuti rispetto a 40 posti disponibili, per una percentuale di affollamento pari al 130 per cento, come tale pressoché in linea rispetto alla media del Paese che si attesta attorno al 128 per cento.
  Ciò nondimeno, va comunque dato atto del pieno rispetto dei parametri minimi stabiliti dalla CEDU, in quanto tutti i ristretti risultano avere a disposizione, nelle rispettive camere di pernottamento, uno spazio di vivibilità superiore ai 4 metri quadrati.
  78 detenuti risultano avere a disposizione uno spazio di vivibilità compreso tra i 3 e i 4 metri quadrati, mentre i restanti 151 ristretti risultano disporre di uno spazio superiore ai 4 metri quadrati. Esiguo è il numero dei detenuti stranieri, pari a 3 rispetto ai 49 detenuti italiani, ma va comunque dato atto dell'azione che, in campo internazionale, il Ministero della giustizia sta già conducendo al fine di favorirne il rimpatrio per l'espiazione del residuo pena nei rispettivi Paesi di origine, proseguendo i negoziati in essere, stipulando nuovi accordi e valorizzando altresì lo strumento dell'espulsione verso i Paesi d'origine per quei detenuti la cui pena residua lo consenta.
  In particolare, è fermo proposito di questo Dicastero sviluppare e condurre in porto in temi ragionevoli i negoziati già in corso con molti Stati (Capo Verde, Filippine, Tunisia, Vietnam, Cina), affinché, in linea con i risultati soddisfacenti già conseguiti nell'anno corrente (Argentina, Colombia, Kosovo, Mali, Libia, Niger, Nigeria, Taiwan, Paraguay) nuovi accordi vengano siglati anche nell'anno venturo e verranno aperti nuovi fronti di dialogo con Paesi come la Bolivia e Cuba.
  Nella medesima direzione deflattiva si iscrive la recente istituzione, presso il Ministero della giustizia, di un tavolo tecnico fra il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ed il dipartimento per gli affari di giustizia con l'obiettivo di stimolare l'adozione e l'esecuzione di provvedimenti di espulsione dei detenuti stranieri
ex articolo 16 comma 5 decreto legislativo n. 286 del 1998 (testo unico immigrazione) verso i Paesi d'origine, velocizzandone le procedure di identificazione all'atto dell'ingresso in carcere attraverso lo sviluppo di una sinergia virtuosa con gli uffici immigrazione delle questure, da un lato, ed i tribunali di sorveglianza, dall'altro, ciascuno per i profili di rispettiva competenza.
  Quanto alla dotazione organica della polizia penitenziaria, presso l'istituto in parola, le uniche scoperture si registrano nel ruolo dei sovrintendenti, compensate almeno numericamente dall'esubero nel ruolo sia degli Ispettori che degli agenti/assistenti.
  In ogni caso, al fine di un riequilibrio anche sul piano funzionale, con riferimento alla carenza dei sovrintendenti, i vincitori del concorso interno a complessivi 2.851 posti proprio per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente, al termine del corso di formazione, costituiranno un bacino significativo a cui attingere per colmare le diffuse scoperture che su tutto il territorio si registrano in questo profilo professionale.
  Si tratta di una misura che si innesta a pieno titolo nel più ampio alveo delle mirate politiche assunzionali perseguite dal Ministero della giustizia, anche nel comparto penitenziario.
  A tal riguardo ci si limita a evidenziare che è in atto il corso di formazione anche per i vincitori del concorso a 80 posti di vice commissario, mentre verranno completate le procedure concorsuali a complessivi 49 posti di ispettore superiore ed a complessivi 754 posti di allievo agente. Si provvederà, altresì, al completamento dell'assunzione straordinaria di 1300 allievi agenti del Corpo di polizia penitenziaria – ai sensi dell'articolo 1, commi 382-383, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) – anche mediante scorrimento delle graduatorie vigenti e verranno inoltre avviate, nei prossimi mesi, le procedure per la copertura dei posti di vice sovrintendenti conseguito all'incremento della dotazione organica previsto dall'articolo 44, comma 8, lettere
b) e b-bis), del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95 (di revisione dei ruoli delle forze di polizia), e alle vacanze disponibili dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018.
  È altresì previsto un programma straordinario di assunzioni per i prossimi anni per un totale di 620 unità di polizia penitenziaria e di 150 unità del comparto funzioni centrali con un impegno di spesa di quasi sei milioni annui per il 2020 e per il 2021.
  In tale direzione, si confida realisticamente di poter disporre, a breve, di un ampio bacino di risorse umane a cui attingere per sanare le varie scoperture di cui risentono gli istituti di tutto il territorio e rispetto a cui saranno tenute in debita considerazione anche le esigenze della casa circondariale di Vallo della Lucania.
  La scopertura di cui attualmente risente l'area trattamentale, ove si registra la presenza di una unità rispetto alle due previste, sarà a breve reintegrata con l'interpello in corso di definizione.
  In termini più generali, per quanto qui di interesse, va altresì menzionata la procedura concorsuale per 50 posti relativi al profilo professionale di funzionario della professionalità giuridico-pedagogica, autorizzata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 giugno 2019, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale 29 agosto 2019, n. 204.
  Dal punto di vista delle lamentate criticità strutturali, va rimarcato che nella casa circondariale di Vallo della Lucania, allo stato, sono stati implementati tutti gli interventi possibili per migliorare le condizioni di vita interna alle sezioni e assicurare adeguati livelli di sicurezza intramuraria, in considerazione sia delle risorse disponibili sia delle esigenze degli altri istituti penitenziari di un distretto, quello campano, caratterizzato da un grado di complessità rilevante.
  Allo stato, le caratteristiche strutturali rispecchiano i canoni comunitari, non solo dal punto di vista dimensionale, secondo quanto già innanzi precisato, ma anche per quanto attiene all'illuminazione.
  Occorre debitamente precisare che l'istituto non è situato sotto il livello stradale e che il parziale appannamento delle finestre che danno sulla via cittadina è determinato dall'imprescindibile necessità di evitare, dall'esterno, la visuale degli ambienti detentivi.
  L'offerta sanitaria è modulata sulla base delle concrete esigenze dei detenuti presso la struttura.
  In particolare, lo psichiatra e lo psicologo, entrambi, dell'Asl, effettuano interventi appropriati su richiesta dei medici di istituto.
  È previsto un monte ore mensile di 26 ore per gli esperti psicologi
ex articolo 80 dell'ordinamento penitenziario.
  Sono altresì garantite le branche specialistiche della cardiologia, della odontostomatologia, dell'ortopedia, dell'infettivologia, della psichiatria, della psicologia e della medicina per le dipendenze.
  Eventuali altre prestazioni specialistiche o esami strumentali sono effettuate nei poliambulatori distrettuali o nei presidi ospedalieri viciniori.
  Per tutti i detenuti viene effettuato lo
screening per l'HCV e, in caso di risultati positivi, viene somministrata terapia eradicante. Allo stato, l'istituto penitenziario di Vallo della Lucania, insieme a quello di Eboli e di Salerno, è una struttura HCV free.
  Inoltre, viene garantita copertura vaccinale e si attua il programma di prevenzione per le patologie neoplastiche.
  Sono presenti in istituto, tutti i giorni, nelle 12 ore diurne, un medico di continuità assistenziale e due infermieri.
  Alle rare urgenze notturne provvede il servizio territoriale del 118, distante pochi metri dell'istituto.
  Il potenziamento complessivo dell'assistenza sanitaria in contesto penitenziario, entro i limiti delle proprie competenze, riveste uno specifico rilievo nell'ambito delle linee programmatiche di questo Dicastero.
  Con specifico riguardo al segnalato incremento di problematiche di natura psicologica e psichiatrica in contesto carcerario, va dato atto che sono in corso progetti per incrementare o istituire nuove sezioni delle A.t.s.m. (articolazioni per la tutela della salute mentale) presso varie strutture carcerarie del territorio.
  Inoltre, si fa presente che è intendimento di questa Amministrazione continuare a sviluppare la progettualità appena descritta, nonché proporre la riattivazione dei lavori del tavolo di consultazione permanente per la sanità penitenziaria presso la Conferenza unificata, per condividere con il Ministero della salute e le regioni la definizione di un regolamento organizzativo delle articolazioni per la tutela della salute mentale con l'obiettivo di implementare l'assistenza psichiatrica negli istituti penitenziari, rendere omogenei i criteri di ammissione dei detenuti nelle A.t.s.m. e uniformare l'assistenza sul territorio nazionale.
  Proprio grazie alla necessaria sinergia con il servizio sanitario e con le Regioni, si persegue l'obiettivo di ampliare e migliorare il servizio anche attraverso informazioni complete sullo stato di salute dei detenuti, un accesso veloce alle prestazioni sanitarie, un incremento dei reparti di medicina protetta
ex articolo 7 decreto-legge 187 del 1993 ed un rafforzamento del Piano nazionale di intervento per la prevenzione dei suicidi in carcere.
  A tal riguardo, per i profili di sua competenza, il Ministero della salute ha evidenziato che sono in corso i lavori del tavolo di consultazione permanente sull'attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008 e del comitato paritetico per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. In particolare, il suddetto Dicastero, ha rappresentato che il 15 gennaio 2019 si è svolta l'ultima riunione plenaria che ha tracciato un
focus sulle principali azioni da sviluppare, individuandole nella revisione degli accordi Conferenza Stato-regioni e Unificata, nel monitoraggio dei cambiamenti del settore e nella ripresa di un governo strategico della problematica gestione delle Rems che, giova ricordare, esulano dalla sfera di competenza di questo Dicastero, ai sensi del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 211, convertito con modificazioni dalla legge 17 febbraio 2012, n. 9.
  Tali propositi si innestano a pieno titolo nel più ampio alveo delle coordinate operative che puntano ad un innalzamento complessivo della qualità della vita detentiva focalizzando particolare attenzione alla valorizzazione dei rapporti familiari e della genitorialità ed al miglioramento dell'offerta trattamentale, con specifico riguardo sia alle attività didattiche, che alle iniziative in campo lavorativo.
  Sotto il primo aspetto assumono particolare rilievo l'adozione di iniziative tese, fra l'altro, ad agevolare i colloqui dei detenuti con i familiari sia favorendone la prenotazione
on line sia soprattutto, a seguito dell'adozione della circolare del 30 gennaio 2020, attraverso l'impiego dell'applicativo Skype for business per i videocolloqui.
  Attualmente già in 122 istituti di reclusione su 190 risulta attivo e funzionante il sistema
Skype – con il 64 per cento di copertura – così come in 12 su 17 tra ICAM e asili nido – per una percentuale pari al 75 per cento.
  In parallelo è intendimento di questo Dicastero curare un
restyling logistico-strutturale attraverso l'allestimento e il miglioramento di spazi di accoglienza, animazione e supporto psicologico nelle strutture già esistenti.
  Sul piano trattamentale, occorre evidenziare che l'offerta didattica verrà potenziata e modernizzata sia grazie all'imminente rinnovo del protocollo d'intesa con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, lungo un solco già tracciato dalla recente stipula, lo scorso 11 settembre, del protocollo d'intesa con la Conferenza nazionale poli universitari (Cnupp) che prelude all'elaborazione di linee guida attraverso cui armonizzare i moduli di collaborazione fra atenei e mondo penitenziario, sia attraverso l'impiego del web per sostenere gli esami a distanza ed espletare gli adempimenti burocratici funzionali e propedeutici.
  Ulteriore stimolo verrà impresso alle iniziative a carattere lavorativo, proseguendo nella diffusione del
format «Mi riscatto per...» ed estendendo la rete di contatti con il mondo imprenditoriale e delle cooperative così da ricreare, in contesto penitenziario, condizioni quanto più analoghe possibile al mercato del lavoro esterno e preparare al meglio i detenuti al re-ingresso nel tessuto produttivo all'atto della loro remissione in libertà.
  Il 14 ottobre scorso il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha istituito un'innovativa articolazione centrale (denominata «Mi riscatto per il futuro») con il compito principale di agevolare l'incontro fra domanda ed offerta di lavoro in contesto detentivo, tra l'altro attraverso la costituzione ed implementazione di una banca dati costantemente aggiornata con le informazioni relative al profilo lavorativo-attitudinale dei soggetti ristretti così da incrementare sensibilmente le attività trattamentali a base lavorativa, favorendo per tale via il re-inserimento sociale.
  È fermo intendimento di questo Ministero valorizzare ed implementare in maniera significativa la funzionalità di tale struttura così da innalzare sensibilmente la percentuale dei detenuti lavoranti, che attualmente si attesta su una percentuale del 28 per cento passando attraverso un radicale rinnovamento dell'impostazione di sistema del lavoro penitenziario. Per tale via si potrà favorire la capillare diffusione di laboratori e progettualità negli istituti di tutto il territorio e la realizzazione di cicli produttivi in cui coinvolgere stabilmente la popolazione detentiva così da assicurarle percorsi formativi e professionali qualificanti, agevolmente spendibili nei vari rami produttivi del mondo del lavoro, in tal modo facilitando sensibilmente il percorso di recupero e reinserimento sociale.
  È del tutto ragionevole ritenere, in conclusione, che i propositi operativi sin qui sintetizzati impatteranno favorevolmente sulle condizioni e sulla qualità della vita detentiva in maniera trasversale su tutti gli istituti penitenziari tra cui, evidentemente, anche la casa circondariale di Vallo della Lucania.

Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trattamento crudele e degradante

soppressione di posti di lavoro

stabilimento penitenziario