ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03706

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 230 del 01/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: LATTANZIO PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 01/10/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 01/10/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03706
presentato da
LATTANZIO Paolo
testo di
Martedì 1 ottobre 2019, seduta n. 230

   LATTANZIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'11 settembre 2019 a Bari è avvenuta l'ennesima esecuzione: questa volta è stato ucciso Michele Ranieri, ritenuto in passato vicino al clan degli Strisciuglio. Sebbene fosse tornato nell'anonimato, il suo omicidio – avvenuto nel quartiere San Pio, chiamato ancora con il vecchio nome «Enziteto», zona degradata, conosciuta per il mercato della droga a basso costo e dove i clan controllano militarmente il territorio – lascia pochi dubbi sul fatto che l'omicidio sia legato alla mano della mafia locale;

   l'avanzamento delle indagini ha portato i carabinieri a identificare tre soggetti appartenenti al clan Strisciuglio come accusati della morte di Ranieri, considerati violenti e spietati nonostante la giovane età: poco più che trentenni i primi due uomini, Saverio Faccilongo – già detenuto e accusato di essere il mandante dell'omicidio – e Giovanni Sgaramella; il terzo, Saverio Carchedi, è appena ventunenne ed è conosciuto con il soprannome de «Il Minorenne», sin dalle prime estorsioni ai danni dei commercianti compiute da ragazzino;

   le intercettazioni hanno portato a registrare una frase allarmante: «Stiamo Aggomorrati», quindi si è proprio come quelli di Gomorra, pronti a mettere le mani sulla città. Tale intercettazione rimanda ad una riflessione: si è di fronte a delle nuove leve, protagoniste di una vera e propria «giovanilizzazione» delle mafie e dei linguaggi, che trova spazio sui social, che usa Internet. Dalle intercettazioni appare chiaro un tentativo di smarcarsi da un vecchio modo di concepire l'organizzazione delle attività criminali: l'uso di un linguaggio più «giovane» è uno strumento volto a costruire, da un lato, apprezzamento e identificazione, dall'altro, a fare presa e a creare meccanismi di identificazione e disponibilità all'affiliazione;

   è questo il progetto delle nuove leve della mafia, tentare il salto di qualità nella città di Bari: il riferimento a Gomorra implica la volontà di essere potenti, comandare e zittire i rivali. Si tratta di un modello che produce derive pericolose che hanno ricadute sulla delinquenza e sulla affiliazione mafiosa. Si evidenzia che la colpa di tali fenomeni non è da additare alle fiction ed alla televisione, ma i personaggi ivi proposti possono diventare modelli valoriali devianti per un pubblico non capace di leggere criticamente i prodotti mediatici, normalizzando la criminalità ed anestetizzando la società civile che deve, invece, contrastarla quotidianamente;

   in qualità di rappresentanti delle istituzioni, come genitori e come educatori preoccupa la diffusione – sempre più incisiva e frequente – di tali modelli e comportamenti violenti e di odio, che influenzano enormemente le nuove generazioni, a Bari – dove gli atti criminali sono ritornati all'ordine del giorno – così come in tante altre realtà;

   oltre quello che è un contrasto attivo e dall'alto, legato alle forze di sicurezza del nostro Paese, si evidenzia che il contrasto alle mafie deve partire dal basso, dalla dimensione quotidiana e familiare, dalle scuole e dai luoghi di aggregazione, proprio perché l'attività di antimafia è un percorso lungo, lento, in cui è fondamentale la partecipazione e il coinvolgimento di tutti;

   l'attività degli scorsi mesi messa in atto dal Ministero dell'interno durante il mandato del precedente Governo, non ha prodotto nessun risultato in questo senso, rimarcando soltanto la necessità di un «controllo armato» e di natura repressiva, a dispetto dell'esigenza e del bisogno anche di un fattore «educativo» che agisse a priori –:

   se il Ministro interrogato abbia intenzione di adottare le iniziative di competenze per implementare una strategia di contrasto alle mafie incentrata anche su bisogni educativi e formativi, al fine di sollecitare gli attori interessati – in primis le associazioni e i soggetti istituzionali – alla costruzione di una strategia di «antimafia» diffusa e partecipata, basata innanzitutto sulla prevenzione e non solo sulla repressione, da attuare nella città di Bari ed in tutte le realtà che si riconoscono in tali problematiche.
(4-03706)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la criminalita'

mafia

delitto contro la persona