ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03688

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 229 del 30/09/2019
Firmatari
Primo firmatario: CASSINELLI ROBERTO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 30/09/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 30/09/2019
Stato iter:
02/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/04/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/04/2020

CONCLUSO IL 02/04/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03688
presentato da
CASSINELLI Roberto
testo di
Lunedì 30 settembre 2019, seduta n. 229

   CASSINELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dal 15 al 18 agosto 2019 circa 300 persone, tra dirigenti e militanti del Partito Radicale insieme all'Osservatorio delle Camere penali italiane, a diversi parlamentari, ai garanti delle persone private della libertà, hanno visitato 70 istituti penitenziari in 17 regioni;

   al 31 luglio 2019 i detenuti ristretti nelle carceri erano 60.254 per una capienza regolamentare di 50.480 e il personale di ogni livello ridotto nel suo organico;

   dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane ci sono stati 29 suicidi;

   la delegazione che ha visitato le carceri di Venezia Santa Maria Maggiore ed il carcere femminile di Giudecca il 15 agosto 2019 era composta dall'onorevole Nicola Pellicani;

   nel carcere di Venezia S. Maria Maggiore i detenuti presenti sono 239, in leggero calo rispetto all'inverno scorso, numero comunque superiore ai 161 disponibili; le celle sono piccole e soprattutto all'ultimo piano si soffre molto il caldo; i detenuti stranieri sono 147 a fronte di 83 italiani; tra gli stranieri ci sono 32 tunisini, 25 rumeni, 23 albanesi, 14 nigeriani; resta irrisolto il problema del lavoro: solo in pochi riescono ad essere occupati con attività retribuite; poche unità operano nelle attività di laboratorio ed una cinquantina nei lavori legati ai servizi carcerari; gli agenti sono in numero insufficiente con turni molto pesanti; discreto numero di detenuti psichiatrici, la cui gestione è molto complicata, spesso pericolosa: dovrebbero essere ospitati nelle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, ma sono poche e non c'è mai posto;

   nel carcere femminile della Giudecca, sono 81 le detenute presenti, di cui 34 straniere di diversa nazionalità delle quali 11 rumene; grazie all'impegno del mondo cooperativo è delle associazioni in attività di reinserimento sociale, svolgono lavori, regolarmente retribuiti: lavanderia, sartoria, laboratorio di cosmesi, con una linea di prodotti per la cura personale, un orto che produce frutta e verdura biologiche certificate che vengono vendute all'esterno del carcere; presente nella struttura anche un Icam (Istituto a custodia attenuata per madri detenute); attualmente accoglie una madre con due figli di 5 e 4 anni; sono ospitate anche tre donne incinte –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere affinché sia garantito il rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione; quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per vigilare affinché venga garantito il diritto alla salute dei detenuti, considerata la presenza di un così alto numero di casi psichiatrici e di tossicodipendenti; quali iniziative il Governo intenda assumere in relazione all'esigenza di funzionamento del servizio sanitario carcerario h24, attivo anche per far fronte ad eventuali gravi emergenze notturne.
(4-03688)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 aprile 2020
nell'allegato B della seduta n. 323
4-03688
presentata da
CASSINELLI Roberto

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame interrogante, nel fare riferimento agli esiti della visita presso il carcere di Venezia Santa Maria Maggiore e presso il carcere femminile della Giudecca, effettuata il 15 agosto scorso da una delegazione dei Radicali italiani, da cui sono emerse una serie di criticità relative, con particolare riferimento alla prima struttura, al sovraffollamento della popolazione detenuta, alle scoperture dell'organico di polizia penitenziaria ivi in servizio ed alla scarsità dell'offerta trattamentale di tipo lavorativo, chiede di sapere quali iniziative intenda il Governo assumere affinché sia garantito il rispetto dell'articolo 27 della Costituzione, quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere affinché sia garantito il diritto alla salute dei detenuti, tenuto conto della presenza di numerosi casi psichiatrici e di tossicodipendenza, quali iniziative il Governo intenda assumere in relazione alla necessità di garantire il funzionamento di un servizio sanitario carcerario h24, attivo anche per far fronte ad eventuali gravi emergenze notturne.
  Per quanto attiene alle presenze detentive presso la Casa circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore, va detto che alla data del 19 novembre 2019, sono ristretti 257 detenuti, per una percentuale di affollamento che si attesta sul 161,64 per cento come tale effettivamente superiore alla media nazionale che oscilla attorno al 128 per cento. Di contro non si registra alcuna criticità presso la struttura femminile della Giudecca, dove il numero delle detenute, pari a 91, è inferiore a quello dei posti disponibili, pari a 115, l'I.c.a.m., allo stato, ospita 4 detenute madri con prole al seguito che hanno a disposizione spazi tesi a favorire il supporto alla genitorialità, grazie anche alla disponibilità della nuova risorsa abitativa denominata casa Santa Croce.
  Pur sussistendo per l'istituto maschile un'obiettiva problematica di sovraffollamento, va dato conto, innanzitutto, del pieno rispetto dei parametri minimi stabiliti dalla Cedu, in quanto 116 detenuti risultano allocati in uno spazio compreso tra i 3 e i 4 metri quadrati, mentre i restanti 138 ristretti risultano avere a disposizione, nelle rispettive camere di pernottamento, uno spazio di vivibilità superiore ai 4 metri quadrati.
  Per quanto riguarda il numero particolarmente elevato di detenuti stranieri (163 rispetto ai 94 italiani) va dato atto dell'azione che, in campo internazionale, il Ministero sta già conducendo al fine di favorirne il rimpatrio per l'espiazione del residuo pena nei rispettivi Paesi di origine, proseguendo i negoziati in essere, stipulando nuovi accordi e valorizzando altresì lo strumento dell'espulsione verso i paesi d'origine per quei detenuti la cui pena residua lo consenta.
  In particolare, è fermo proposito di questo Dicastero sviluppare e condurre in porto in temi ragionevoli i negoziati già in corso con molti Stati (Capoverde, Filippine, Tunisia, Vietnam, Cina), affinché, in linea con i risultati soddisfacenti già conseguiti nell'anno corrente (Argentina, Colombia, Kosovo, Mali, Libia, Niger, Nigeria, Taiwan, Paraguay) nuovi accordi vengano siglati anche nell'anno venturo e verranno aperti nuovi fronti di dialogo con Paesi come la Bolivia e Cuba.
  Nella medesima direzione deflattiva si iscrive la recente istituzione, presso il Ministero della giustizia, di un tavolo tecnico fra il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ed il dipartimento per gli Affari di giustizia con l'obiettivo di stimolare l'adozione e l'esecuzione di provvedimenti di espulsione dei detenuti stranieri ex articolo 16 comma 5 del decreto legislativo 286 del 1998 (testo unificato immigrazione) verso i paesi d'origine, velocizzandone le procedure di identificazione all'atto dell'ingresso in carcere attraverso lo sviluppo di una sinergia virtuosa con gli Uffici Immigrazione delle questure, da un lato, ed i tribunali di sorveglianza, dall'altro, ciascuno per i profili di rispettiva competenza.
  Rientra fra gli intendimenti prioritari di questo Dicastero fronteggiare incisivamente il problema del sovraffollamento carcerario anche attraverso un serio e concreto rilancio dell'edilizia penitenziaria, puntando sia alla riqualificazione degli spazi esistenti, che all'incremento dei posti detentivi.
  Nel tracciare in questa sede un profilo delle più importanti linee di intervento, oltre a richiamare l'avvenuto completamento nel 2018, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dei tre padiglioni detentivi da 200 posti ciascuno presso gli istituti penitenziari di Parma, Lecce e Trani, occorre dare atto dell'imminente ultimazione dei due padiglioni detentivi da 200 posti presso gli istituti penitenziari di Sulmona e Taranto e del nuovo padiglione in realizzazione presso la casa di reclusione di Milano «Opera» per ulteriori n. 400 posti detentivi.
  Dei circa 3.500 posti attualmente risultanti inagibili, circa 1.000 sono già compresi nei procedimenti e negli interventi avviati con i finanziamenti del Piano Carceri e con la successiva rimodulazione deliberata dal comitato paritetico per l'edilizia penitenziaria, curati dai competenti Provveditorati interregionali per le opere pubbliche del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  Sono in corso i procedimenti a cura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per la ricerca dell'area del nuovo istituto penitenziario di Savona e la progettazione e realizzazione di nuove strutture detentive, nonché a cura della provincia Autonoma di Bolzano, per il nuovo carcere della città, per un totale di circa 3.500 nuovi posti, che, sommati ai 51.500 sopracitati, porterebbero al raggiungimento di un realistico obiettivo di medio termine, entro il 2025, di circa 55.000 posti detentivi.
  Nel solco normativo tracciato dal cosiddetto decreto-legge semplificazione (decreto-legge, 14 dicembre 2018, n. 135, convertito con modificazioni dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12), si dovranno portare a compimento le riconversioni a uso penitenziario della ex Caserma «Battisti» di Bagnoli e della ex Caserma «Bixio» di Casale Monferrato, mentre è imminente il conferimento all'amministrazione penitenziaria della caserma «Barbetti» di Grosseto e sono in corso gli studi di fattibilità per la riconversione della Caserma «Capozzi» di Bari.
  Quanto alla dotazione organica della polizia penitenziaria, le scoperture più significative si registrano nel ruolo dei Sovrintendenti, per quanto riguarda l'istituto maschile, e nel ruolo degli ispettori, per quanto riguarda l'istituto femminile, in entrambi i casi numericamente compensate dagli esuberi nel ruolo degli agenti/assistenti.
  In ogni caso, al fine di un riequilibrio anche sul piano funzionale, con riferimento alla carenza dei sovrintendenti, va ricordato in questa sede che i vincitori del concorso interno a complessivi 2.851 posti proprio per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente, al termine del corso di formazione, costituiranno un bacino significativo a cui attingere per colmare le diffuse scoperture che su tutto il territorio si registrano in questo profilo professionale.
  Si tratta di una misura che si innesta a pieno titolo nel più ampio alveo delle mirate politiche assunzionali perseguite da questo Ministero, anche nel comparto penitenziario.
  A tal riguardo ci si limita a evidenziare che è in atto il corso di formazione anche per i vincitori del concorso a 80 posti di Vice Commissario, mentre verranno completate le procedure concorsuali a complessivi 49 posti di ispettore superiore ed a complessivi 754 posti di allievo agente. Si provvederà, altresì, al completamento dell'assunzione straordinaria di 1300 allievi agenti del corpo di polizia penitenziaria – ai sensi dell'articolo 1, commi 382-383, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) – anche mediante scorrimento delle graduatorie vigenti e verranno inoltre avviate, nei prossimi mesi, le procedure per la copertura dei posti di vice sovrintendenti conseguito all'incremento della dotazione organica previsto dall'articolo 44, comma 8, lettere
b) e b-bis), del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95 (di revisione dei ruoli delle forze di polizia), e alle vacanze disponibili dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018.
  È altresì previsto un programma straordinario di assunzioni per i prossimi anni per un totale di 620 unità di polizia penitenziaria e di 150 unità del comparto funzioni centrali con un impegno di spesa di quasi sei milioni annui per il 2020 e per il 2021.

  In tale direzione, si confida realisticamente di poter disporre, a breve, di un ampio bacino di risorse umane a cui attingere per sanare le varie scoperture di cui risentono gli istituti di tutto il territorio e rispetto a cui saranno tenute in debita considerazione anche le esigenze delle strutture in argomento che, comunque, va ricordato, già lo scorso mese di luglio hanno fruito di un incremento rispettivamente di 5 unità l'istituto maschile e di 2 unità quello femminile.
  Con specifico riferimento alle offerte trattamentali di tipo lavorativo, rispetto a cui l'interrogante lamenta profili di inadeguatezza con riferimento alla casa circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore, giova rimarcare che, al 30 giugno 2019, risulta un totale di 73 detenuti lavoranti, 60 dei quali alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria.
  Non si ravvisano poi particolari criticità né sul fronte dell'offerta formativa di tipo scolastico, in quanto per l'anno scolastico 2019-2020 sono stati programmati il corso di alfabetizzazione della lingua italiana per stranieri, il corso per il conseguimento della licenza media ed il corso di formazione e orientamento al lavoro di pelletteria e tipografia a cura dell’«Associazione Umana», né tantomeno sul piano delle attività ricreative, anche grazie alla proficua sinergia tra la direzione e la comunità esterna che ha consentito la realizzazione di un corso di teatro, di un corso di scrittura e lettura integrato, di corsi di educazione alla pace, di un corso di cartapesta per la realizzazione delle maschere tipiche dell'artigianato veneziano, di un corso «Informa Salute» rivolto ai tossicodipendenti e di corsi di informatica.
  Con specifico riferimento alla Giudecca, ci si limita ad evidenziare l'ampiezza dell'offerta trattamentale che la struttura offre alle detenute, di cui, per altro, dà atto lo stesso interrogante.
  Da ultimo, per quanto attiene all'assistenza sanitaria si rileva innanzitutto che la copertura medica sulle 24 ore è garantita sia presso la sanità circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore, sia presso la casa di reclusione della Giudecca, dove sono altresì assicurati vari servizi specialistici con assidui contatti con il presidio ospedaliero cittadino.
  Con riferimento alla presenza di detenuti affetti da disagio psichico, si rappresenta che, pur essendo la gestione degli stessi in capo al servizio sanitario nazionale, la tematica è all'attenzione dell'amministrazione penitenziaria che ha di recente richiesto alle articolazioni regionali dettagliata relazione relativa agli interventi da attuare in ordine all'acuirsi di problematiche in tema di sicurezza interna riconducibili a esso.
  Tale criticità è stata da tempo affrontata sia sul piano della prevenzione degli atti auto/etero aggressivi, sia sul piano della formazione del personale, prevedendo momenti formativi da svolgersi congiuntamente agli operatori sanitari, nella convinzione che la formazione condivisa costituisca un pilastro fondamentale per incrementare le conoscenze del personale di entrambe le amministrazioni, penitenziaria e sanitaria.
  Sempre a tal proposito, va richiamato il recente incontro dell'8 ottobre 2019, relativo alla presentazione del percorso formativo per la tutela della salute mentale nelle strutture carcerarie del Veneto, tenutosi presso l'Università degli Studi di Padova e organizzato dalla stessa regione, a cui è intervenuto il direttore dell'ufficio detenuti e trattamento del locale Provveditorato.
  Presso la casa circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore è stato avviato l'esame congiunto sulla materia con l'azienda U.l.s.s. locale, al fine di addivenire alla sottoscrizione del relativo protocollo di intesa.
  L'importanza rivestita dalla materia ha indotto il locale Provveditorato a costituire, altresì, con apposita disposizione del 31 marzo 2017, una commissione per la presa in carico e la prevenzione del suicidio e dell'autolesionismo in ambito penitenziario.
  Dall'approfondita analisi delle criticità e delle
best practices riscontrate si è giunti alla stesura di «Raccomandazioni» atte a fornire un quadro di riferimento epistemologico e teorico sul tema, nonché informazioni operative per fronteggiare situazioni complesse.
  Il documento redatto è stato trasmesso nel giugno 2018 a tutti gli istituti afferenti al distretto del Triveneto, nonché ai referenti della Sanità regionale del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Province autonome di Trento e Bolzano.
  Che la materia relativa alle problematiche afferenti al disagio psichico sia particolarmente avvertita e affrontata da entrambe le amministrazioni, lo si evince anche dal recente incontro dell'osservatorio regionale permanente per la Sanità penitenziaria per il Veneto, tenutosi in data 26 settembre 2019, nell'ambito del quale si è discusso anche della tematica dei detenuti che presentano aspetti psichiatrici, ovvero disagi psichici negli istituti del Veneto.
  Per quanto qui di interesse, va altresì dato atto che la regione Veneto dispone di una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, sita a Nogara (Verona), con circa 40 posti letto.
  Presso la regione Veneto è stato istituito un tavolo tecnico interistituzionale per la gestione del paziente sottoposto a misure di sicurezza. A tali incontri il locale Provveditorato partecipa con presenza qualificata. La più recente riunione del tavolo, tenutasi in data 17 settembre 2019, ha visto, tra i punti all'ordine del giorno, l'analisi di un sistema di offerte per soggetti sottoposti a giudizio e che presentano segni di sofferenza psichica.
  In termini più generali, occorre sottolineare che il potenziamento complessivo dell'assistenza sanitaria in contesto penitenziario, entro i limiti delle proprie competenze, riveste uno specifico rilievo nell'ambito delle linee programmatiche di questo Dicastero.
  Con specifico riguardo al segnalato incremento di problematiche di natura psicologica e psichiatrica in contesto carcerario, va dato atto che sono in corso progetti per incrementare o istituire nuove sezioni delle A.t.s.m. (articolazioni per la tutela della salute mentale) presso varie strutture carcerarie del territorio.
  Inoltre, si fa presente che è intendimento di questa Amministrazione continuare a sviluppare la progettualità appena descritta, nonché proporre la riattivazione dei lavori del tavolo di consultazione permanente per la sanità penitenziaria presso la Conferenza unificata, per condividere con il Ministero della Salute e le Regioni la definizione di un regolamento organizzativo delle articolazioni per la tutela della salute mentale con l'obiettivo di implementare l'assistenza psichiatrica negli istituti penitenziari, rendere omogenei i criteri di ammissione dei detenuti nelle a.t.s.m. e uniformare l'assistenza sul territorio nazionale.
  Proprio grazie alla necessaria sinergia con il servizio sanitario e con le regioni, si persegue l'obiettivo di ampliare e migliorare il servizio anche attraverso informazioni complete sullo stato di salute dei detenuti, un accesso veloce alle prestazioni sanitarie, un incremento dei reparti di medicina protetta ex articolo 7 decreto-legge 187 del 1993 ed un rafforzamento del Piano nazionale di intervento per la prevenzione dei suicidi in carcere.
  A tal riguardo, per i profili di sua competenza, il Ministero della salute ha evidenziato che sono in corso i lavori del tavolo di consultazione permanente sull'attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008 e del comitato paritetico per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. In particolare, il suddetto Dicastero, ha rappresentato che il 15 gennaio 2019 si è svolta l'ultima riunione plenaria che ha tracciato un focus sulle principali da sviluppare, individuandole nella revisione degli accordi conferenza Stato-Regioni e unificata, nel monitoraggio dei cambiamenti del settore e nella ripresa di un governo strategico della problematica gestione delle REMS che, giova ricordare, esulano dalla sfera di competenza di questo Dicastero, ai sensi del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 211 convertito con modificazioni dalla legge 17 febbraio 2012, n. 9.
  Tali propositi si innestano a pieno titolo nel più ampio alveo delle coordinate operative che puntano ad un innalzamento complessivo della qualità della vita detentiva focalizzando particolare attenzione alla valorizzazione dei rapporti familiari e della genitorialità ed al miglioramento dell'offerta trattamentale, con specifico riguardo sia alle attività didattiche, che alle iniziative in campo lavorativo.
  Sotto il primo aspetto assumono particolare rilievo l'adozione di iniziative tese, fra l'altro, ad agevolare i colloqui dei detenuti con i familiari sia favorendone la prenotazione
on line sia soprattutto, a seguito dell'adozione della circolare del 30 gennaio 2020, attraverso l'impiego dell'applicativo Skype for business per i video colloqui.
  Attualmente già in 122 istituti di reclusione su 190 risulta attivo e funzionante il sistema
Skype – con il 64 per cento di copertura – così come in 12 su 17 tra Icam e asili nido – per una percentuale pari al 75 per cento.
  In parallelo è intendimento di questo Dicastero curare un restyling logistico-strutturale attraverso l'allestimento e il miglioramento di spazi di accoglienza animazione e supporto psicologico nelle strutture già esistenti.
  Sul piano trattamentale, occorre evidenziare che l'offerta didattica verrà potenziata e modernizzata sia grazie all'imminente rinnovo del protocollo d'intesa con il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, lungo un solco già tracciato dalla recente stipula, lo scorso 11 settembre, del protocollo d'intesa con la Conferenza Nazionale Poli Universitari (CNUPP) che prelude all'elaborazione di linee guida attraverso cui armonizzare i moduli di collaborazione fra atenei e mondo penitenziario, sia attraverso l'impiego del web per sostenere gli esami a distanza ed espletare gli adempimenti burocratici funzionali e propedeutici.
  Ulteriore stimolo verrà impresso alle iniziative a carattere lavorativo, proseguendo nella diffusione del
format «Mi riscatto per...» ed estendendo la rete di contatti con il mondo imprenditoriale e delle cooperative così da ricreare, in contesto penitenziario, condizioni quanto più analoghe possibile al mercato del lavoro esterno e preparare al meglio i detenuti al re-ingresso nel tessuto produttivo all'atto della loro remissione in libertà.
  Il 14 ottobre scorso il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha istituito un'innovativa articolazione centrale (denominata «Mi riscatto per il futuro») con il compito principale di agevolare l'incontro fra domanda ed offerta di lavoro in contesto detentivo, tra l'altro attraverso la costituzione ed implementazione di una banca dati costantemente aggiornata con le informazioni relative al profilo lavorativo-attitudinale dei soggetti ristretti così da incrementare sensibilmente le attività trattamentali a base lavorativa, favorendo per tale via il re-inserimento sociale.
  È fermo intendimento di questo Ministero valorizzare ed implementare in maniera significativa la funzionalità di tale struttura così da innalzare sensibilmente la percentuale dei detenuti lavoranti, che attualmente si attesta su una percentuale del 28 per cento passando attraverso un radicale rinnovamento dell'impostazione di sistema del lavoro penitenziario.
  Per tale via si potrà favorire la capillare diffusione di laboratori e progettualità negli istituti di tutto il territorio e la realizzazione di cicli produttivi in cui coinvolgere stabilmente la popolazione detentiva così da assicurarle percorsi formativi e professionali qualificanti, agevolmente spendibili nei vari rami produttivi del mondo del lavoro, in tal modo facilitando sensibilmente il percorso di recupero e reinserimento sociale.
  È del tutto ragionevole ritenere, in conclusione, che i propositi operativi sin qui sintetizzati impatteranno favorevolmente sulle condizioni e sulla qualità della vita detentiva in maniera trasversale su tutti gli istituti penitenziari tra cui, evidentemente, anche quelli di Venezia Santa Maria Maggiore e della Giudecca.

Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

soppressione di posti di lavoro

detenuto

carcerazione