ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03589

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 224 del 17/09/2019
Firmatari
Primo firmatario: SCHIRO' ANGELA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/09/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 16/09/2019
Stato iter:
02/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/07/2020
MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/07/2020

CONCLUSO IL 02/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03589
presentato da
SCHIRÒ Angela
testo di
Martedì 17 settembre 2019, seduta n. 224

   SCHIRÒ. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea potrebbe aprire scenari preoccupanti per i circa 700 mila italiani che vivono e lavorano in Gran Bretagna;

   l'amministrazione britannica ha in più occasioni rassicurato i cittadini comunitari in merito alla possibilità di ottenere il «Settled Status», la certificazione per chi arriva da un altro Paese dell'Unione e vive in Gran Bretagna da almeno cinque anni;

   recenti notizie di stampa hanno evidenziato il caso di una cittadina italiana, Anna Amato, di 57 anni arrivata nel Regno Unito all'età di due anni e ivi residente ininterrottamente per 55 anni, che si è vista negare da parte delle locali autorità il visto di soggiorno permanente, condizione per la concessione della cittadinanza. La connazionale in questione ha compiuto l'intero ciclo di studi nel Regno Unito, è sposata con un cittadino britannico, ha figli, a loro volta britannici, e ha svolto negli anni attività lavorative di vario genere nel settore dei servizi alla persona e nel settore del commercio. Tali attività, di difficile documentazione per la scomparsa degli enti presso i quali le prestazioni lavorative sono state effettuate, sono tuttavia evidenziate dai regolari adempimenti fiscali che l'interessata ha assolto nel corso del tempo;

   negli stessi servizi giornalistici, inoltre, si riportano numerose criticità e analoghe situazioni che riguarderebbero molti anziani italiani, immigrati negli anni Cinquanta e Sessanta, la cui documentazione certificante l'arrivo e la residenza continuativa per almeno cinque anni nel Regno Unito sarebbe andata persa. Molti di loro, inoltre, non avrebbero avviato le pratiche per il permesso di soggiorno («Settled Status») a causa di una insufficiente informazione o capacità ad operare attraverso modalità digitali –:

   se abbia già assunto iniziative affinché i rappresentanti diplomatici e consolari italiani prendano contatto con la connazionale indicata dalle notizie di cronaca al fine di sostenerne le istanze nei confronti delle autorità britanniche, fino al riconoscimento dei suoi giusti diritti;

   più in generale, quali iniziative siano state intraprese al fine di sensibilizzare i nostri connazionali a registrarsi al «settlement scheme» e di fornire l'assistenza necessaria ai connazionali medesimi in caso di bisogno;

   se sia stato predisposto un monitoraggio della situazione relativa a tutti coloro che si sono trovati, o possono trovarsi, nella stessa situazione della persona di cui in premessa in modo da dare al dialogo con le autorità britanniche un carattere organico e sistematico rispetto alle fasce più deboli e vulnerabili della comunità italiana, soprattutto agli anziani, profondamente radicate nel tessuto sociale del Paese, che rischiano di vedere messi in discussione i rapporti sociali e familiari e vanificata l'esperienza di una vita;

   se abbia avuto modo dì registrare nel rapporto con le autorità britanniche una reale intenzione di salvaguardare, in modo sostanziale, i diritti dei residenti provenienti dai Paesi dell'Unione europea anche nel deprecato caso di uscita senza accordo del Regno Unito dall'Unione europea stessa.
(4-03589)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 luglio 2020
nell'allegato B della seduta n. 365
4-03589
presentata da
SCHIRÒ Angela

  Risposta. — Il recesso del Regno Unito dall'Unione europea è, come noto, avvenuto il primo febbraio 2020.
  Il Governo ha adottato misure legislative (decreto-legge del 25 marzo 2019, n. 22, convertito in legge del 20 maggio 2019, n. 41) per assicurare, ben prima del recesso, anche al fine di prevenire uno scenario senza accordo, la tutela dei diritti dei cittadini britannici residenti in Italia e l'assistenza nei confronti della consistente comunità italiana residente nel Regno Unito, In quest'ottica sono state avviate le procedure per la riapertura del Consolato a Manchester per consentire ai consolati generali a Londra ed Edimburgo di far fronte al considerevole incremento della richiesta di servizi da parte dei connazionali. È stato infatti disposto un piano di rafforzamento delle capacità delle sedi che si può considerare del tutto straordinario, viste anche le limitate risorse finanziarie e di organico a disposizione.
  Da parte sua, il Regno Unito ha deciso di offrire unilateralmente un livello di tutela dei diritti dei cittadini europei residenti nel Paese sino alla data di uscita sostanzialmente equivalente a quello assicurato dall'Accordo di recesso. A proposito, occorre segnalare che il nuovo Accordo di recesso del 17 ottobre 2019, poi entrato in vigore il primo febbraio 2020, non ha toccato le disposizioni sulla tutela dei diritti dei cittadini già presenti nel precedente Accordo concluso nel novembre 2018. Inoltre, il rispetto delle garanzie stabilite per i diritti dei cittadini costituisce una delle precondizioni che Londra dovrà rispettare per impostare il negoziato sulle future relazioni con l'Unione europea.
  Per poter far valere il nuovo
status dei cittadini dell'Unione europea nel Regno Unito è stato realizzato un meccanismo di registrazione dei cittadini europei su scala nazionale (lo EU Settlement Status Scheme – EUSS), concettualmente collegato all'Accordo di recesso dall'Unione. La scadenza per usufruire di tale schema è fissata al 31 dicembre 2020 (termine che è prorogato al 30 giugno 2021 per chi ha iniziato a vivere nel Regno Unito entro il 31 dicembre 2020). Esso è destinato ad assorbire, col tempo, tutti gli altri tipi di permesso di soggiorno in essere per cittadini italiani (e UE) nel Regno Unito.
  Dei circa 410.000 italiani che risiedono ufficialmente nel Regno Unito, sono sinora 351.600 (al 31 marzo 2020) coloro che hanno ottenuto il diritto di residenza permanente/
Settled Status. Il tema delle modalità pratiche di riconoscimento del Settled Status continua ad essere seguito e approfondito da parte italiana, in particolare nell'ambito dell'apposito User group dello Home Office britannico, a cui partecipa attivamente l'Ambasciata d'Italia a Londra insieme ai rappresentanti degli altri 26 Stati membri e della Commissione europea, La Commissione europea sta monitorando l'attuazione dei diritti dei cittadini attraverso riunioni periodiche del Comitato misto, istituto dall'accordo di recesso.
  Sull'introduzione dell'
EUSS, e sulle modalità per aderirvi, le autorità britanniche e le ambasciate dei Paesi europei nel Regno Unito stanno da tempo effettuando un'ampia campagna informativa, finalizzata a raggiungere anche le fasce più «deboli» della popolazione residente. La nostra ambasciata a Londra, in particolare, è da più di un anno impegnata in una capillare azione informativa in tutto il Paese, sia attraverso i media nazionali sia attraverso iniziative ad hoc organizzate sul territorio con la collaborazione di associazioni ed enti locali. È in tale ambito che il 19 febbraio 2020 il consolato generale d'Italia a Londra ha poi inaugurato, alla mia presenza, uno sportello «settled status». Si tratta di un nuovo strumento che permetterà ai connazionali che hanno meno familiarità con la tecnologia di accedere gratuitamente alle procedure britanniche in materia di immigrazione.
  Per quanto riguarda il caso specifico della signora Amato, non appena appresa – tramite gli organi di informazione – la sua vicenda, sia l'ambasciata d'Italia a Londra che i preposti uffici dell'
Home Office hanno contattato la connazionale per verificare la sua situazione e offrirle la necessaria assistenza. Della questione si è interessato direttamente anche il Ministro per gli affari europei, Amendola, che ha ricevuto rassicurazioni dall'ambasciata del Regno Unito in Italia sull'attenzione con cui il Governo britannico segue il caso.
  Dalle verifiche effettuate dall'ambasciata d'Italia a Londra e dall'
Home Office, è emerso che la signora è in possesso dei requisiti per richiedere il settled status ed è pienamente a conoscenza dell'obbligo di registrazione in capo a tutti i cittadini europei regolarmente residenti nel Regno Unito derivante dall'introduzione del nuovo EUSS, obbligo che però l'interessata contesta in via di principio. Alla connazionale è stato comunque suggerito di adempiere agli obblighi previsti dall'introduzione dell'EUSS entro le scadenze stabilite dalla normativa britannica (31 dicembre 2020).
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ricardo Antonio Merlo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica di aiuto

settore economico

cittadino della Comunita'