ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03035

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 186 del 07/06/2019
Firmatari
Primo firmatario: ROTTA ALESSIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/06/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 06/06/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03035
presentato da
ROTTA Alessia
testo di
Venerdì 7 giugno 2019, seduta n. 186

   ROTTA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di febbraio 2019 la Guardia di finanza ha eseguito un sequestro preventivo per oltre 700 milioni di euro a carico di due società e cinque banche. I sequestri sono stati eseguiti nell'ambito di un'inchiesta aperta dalla procura di Milano per i reati di truffa aggravata e autoriciclaggio sulla vendita di diamanti attraverso i canali bancari a prezzi superiori rispetto al loro valore;

   le società coinvolte nell'inchiesta sono la Intermarket Diamond Business di Milano (Idb, fallita) e la Diamond Private Investment di Roma (Dpi); le banche coinvolte sono il Banco Bpm, Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi;

   l'inchiesta si riferisce a fatti che vanno dal 2012 al 2016, quando le società Idb e Dpi avevano iniziato un'attività di vendita di diamanti attraverso alcune banche, come forma di investimento sicuro da speculazioni e oscillazioni di mercato. Ma il prezzo delle pietre, secondo la procura, sarebbe stato gonfiato proprio con la complicità delle banche, che agivano da intermediarie e che promuovevano quegli stessi investimenti ai loro correntisti;

   gli accordi prevedevano formalmente che le banche mettessero semplicemente a disposizione nelle loro filiali il materiale pubblicitario delle due società: in realtà, secondo le indagini, i direttori e i consulenti finanziari avevano un ruolo attivo nel proporre ai clienti gli investimenti presentandoli in modo «parziale, ingannevole e fuorviarne»;

   infine, per garantirsi la collaborazione dei dipendenti e dei dirigenti delle varie banche, Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment spendevano anche in viaggi e benefit o investivano in azioni delle stesse banche con cui lavoravano. Questo ha fatto scattare, all'interno dell'inchiesta della procura di Milano, anche l'accusa di corruzione tra privati, autoriciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita;

   le persone truffate sono decine di migliaia e gli investigatori stanno cominciando a ricostruire le loro posizioni;

   nell'inchiesta risultano indagati il direttore generale di Banco Bpm, Maurizio Faroni, l'ex direttore generale di Banca Aletti Maurizio Zancanaro, l'ex dirigente di Bpm Andrea Mencarini, il responsabile pianificazione e marketing di Bpm Pietro Gaspardo. Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano ha proceduto con il sequestro diretto per 149 milioni di euro alla Idb, 165 milioni alla Dpi, 83 milioni al BancoBpm-Banca Aletti, 32 milioni a Unicredit, 11 milioni a Banca Intesa e 35 milioni a Mps;

   gli istituti bancari, per rispondere alla proteste dei risparmiatori, per cui era risultato impossibile rivendere le pietre a un prezzo almeno uguale all'acquisto, pur essendosi sempre dichiarati estranei alle operazione di vendita, hanno comunque deciso di provvedere a un rimborso di quanto investito da parte dei risparmiatori;

   tuttavia, tale impegno non è stato assunto dal Banco Bpm, la cui assemblea ha recentemente contestato la gestione dei reclami, poiché «mentre i gruppi concorrenti (Intesa, Unicredit e Mps) stanno già da tempo rimborsando integralmente i propri clienti ritirando le pietre, Banco Bpm offre rimborsi parziali, spesso reputati offensivi dalla clientela». Da qui l'invito «a utilizzare prontamente gli accantonamenti effettuati smontando un contenzioso pericolosissimo», con i sindacati che stigmatizzano la decisione del consiglio di amministrazione di approvare un piano di incentivazione da 5,1 milioni di euro, che andrebbero utilizzati «per risarcire i danni delle scelte sbagliate del vecchio e del nuovo management»;

   è grave che migliaia di risparmiatori del Banco Bpm vengano risarciti con quote tra il 40 e 60 per cento del valore investito, poiché la banca è responsabile, considerato che è nelle proprie filiali che venivano proposti i diamanti ai propri clienti –:

   quali iniziative di competenza, anche normative, intenda adottare per consentire che i risparmiatori vengano risarciti interamente del valore investito.
(4-03035)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inchiesta giudiziaria

banca

reato