ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02906

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 176 del 15/05/2019
Firmatari
Primo firmatario: MUGNAI STEFANO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/05/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NEVI RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 15/05/2019
CARFAGNA MARIA ROSARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 15/05/2019
BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 15/05/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO delegato in data 15/05/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02906
presentato da
MUGNAI Stefano
testo di
Mercoledì 15 maggio 2019, seduta n. 176

   MUGNAI, NEVI, CARFAGNA e BERGAMINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la lista di prodotti dell'Unione europea soggetti a un aumento dei dazi per l'importazione negli Stati Uniti comunicata dall'amministrazione Trump, nella persona del consigliere generale dell'ufficio dell’United States Trade Representative, prevede, tra gli altri, anche l'olio d'oliva;

   è ben noto che i dazi in questione non riguardano solo l'olio d'oliva: la black list dei prodotti europei da colpire con dazi ha un importo complessivo di 11 miliardi di dollari e comprende, oltre all'olio di oliva, anche altri importanti prodotti agricoli e alimentari di interesse nazionale come vini, formaggi, agrumi, l'uva, le marmellate, i succhi di frutta;

   ad ogni modo, preme porre l'accento sui gravi danni e le forti ripercussioni che questi potrebbero portare ad un settore – quello della produzione di olio d'oliva – già fortemente in crisi;

   gli Stati Uniti sono infatti il Paese estero di maggior rilevanza per le esportazioni di questo prodotto così importante per il made in Italy. I dati dimostrano come nel corso degli ultimi decenni molte aziende del settore abbiano puntato molto sul mercato statunitense e siano riuscite a garantirsi una fetta del mercato stesso. Va infatti rilevato che gli Usa consumano circa 300.000 tonnellate di olio d'oliva, a fronte di una produzione che, per il 2018-2019, si ferma a 10.000 tonnellate;

   un aumento così importante dei dazi comporterebbe oneri, sia per le aziende italiane che per i consumatori americani, che potrebbero pregiudicare fortemente le politiche e le strategie future degli operatori del settore, causando, di conseguenza, gravi danni alle esportazioni e all'economia italiana;

   proprio in merito ai dazi addizionali sull'olio di oliva, si è mossa la stessa Naooa-North American Olive Oil Association aprendo una petizione negli Stati Uniti finalizzata all'esclusione dell'olio di oliva dalla suddetta lista di prodotti dell'Unione europea. La motivazione che la Naooa pone alla base della petizione consiste nel fatto che l'olio di oliva è l'unico prodotto presente nell'elenco che medici, nutrizionisti e dietologi raccomandano ai consumatori americani per il trattamento e la prevenzione di malattie croniche. Un aumento dei dazi su questo prodotto si tradurrebbe, quindi, in una tassa sulla salute degli stessi consumatori statunitensi;

   l'olio d'oliva è infatti uno degli alimenti più salutari, tanto che la stessa Food and Drug Administration statunitense (Fda) ha riconosciuto l'olio d'oliva come un alimento benefico per la salute cardiovascolare. Le stesse linee guida dietetiche dell'Usda per gli americani raccomandano la dieta mediterranea, della quale l'olio d'oliva è una componente principale, perché se fosse seguita secondo studi scientifici comporterebbe un risparmio di 20 miliardi dollari in trattamento per molti disturbi, oltre alle malattie cardiache, tra cui cancro, diabete e demenza;

   inoltre, si accentuerebbero i problemi dell'olio extra vergine di oliva prodotto in Italia, che alla borsa internazionale è notevolmente più caro di circa il 70 per cento. Alla luce di questa differenza di prezzi – che vede comunque una qualità sicuramente superiore dell'olio italiano – si deve tener comunque presente che Spagna e Grecia stanno notevolmente migliorando le qualità e il packaging, e accentuano mensilmente la concorrenza e tutto a discapito del made in Italy –:

   quali siano le iniziative intraprese dal Governo in merito alla problematica esposta in premessa, anche in seno all'Unione europea, e quali siano ulteriori iniziative si intendano porre in essere a difesa e tutela dei produttori e degli operatori nazionali, al fine di evitare che l'aumento dei dazi sull'olio d'oliva pregiudichi fortemente un settore così importante e identificativo della qualità italiana.
(4-02906)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

olio d'oliva

produzione comunitaria

sicurezza del prodotto