ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02808

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 169 del 02/05/2019
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 02/05/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 02/05/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02808
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Giovedì 2 maggio 2019, seduta n. 169

   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in un articolo pubblicato il 17 aprile 2019 su Il Manifesto da Mariano Di Palma, esponente di Libera, si evidenzia come l'articolo 36 del cosiddetto «decreto sicurezza» preveda che la vendita dei beni confiscati alle mafie sia effettuata al miglior offerente;

   tale principio, a parere dell'interrogante, rischia di svilire la ratio della legge n. 109 del 1996 sul riutilizzo pubblico e sociale dei beni sequestrati e confiscati alle mafie, frutto di una petizione popolare sostenuta da un milione di firme e di una stagione straordinaria per l'antimafia sociale che, attraverso il riuso sociale dei beni, riuscì a costruire esperienze positive;

   con il cosiddetto decreto sicurezza si rischia di demolire proprio il principio del riuso pubblico e sociale dei beni perché dei soggetti privati, con diritto di prelazione, tra l'altro, per le fondazioni bancarie che possono acquistare i beni confiscati per scopi propri;

   saranno quindi le logiche di mercato a decidere i destini dei beni confiscati e non il valore sociale del bene e il suo riuso collettivo;

   i beni confiscati non sono più il modo per restituire il «maltolto» ai territori che hanno subito la violenza mafiosa, ma un bene pubblico da svendere per «fare cassa»;

   a parere dell'interrogante vi è il rischio concreto che la vendita dei beni, da extrema ratio, diventi una prassi a causa dei meccanismi previsti dallo stesso decreto: l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata potrebbe essere spinta a vendere i beni confiscati in modo da disporre di maggiori risorse se il suo potenziamento non avverrà tramite un investimento diretto ma solo attraverso una percentuale sui proventi delle vendite;

   la vendita avrà una procedura più rapida rispetto al processo di destinazione e assegnazione, secondo le modalità previste per la vendita del patrimonio pubblico: per i beni con valore superiore ai 400.000 euro si procederà tramite lo strumento dell'asta pubblica, mentre per i beni con valore inferiore addirittura si potrà procedere attraverso trattativa privata;

   attraverso tale meccanismo vi è anche il rischio che il bene ritorni nelle disponibilità del mafioso o che grandi aziende private possano acquistare beni confiscati per trarne profitto;

   basti pensare alle centinaia di appartamenti e locali nei centri delle grandi città italiane che potrebbero essere utilizzati per realizzare un piano per l'emergenza abitativa o per costruire esperienze di innovazione e cooperazione sociale;

   ancora oggi ci sono decine di migliaia di beni non utilizzati per cui vi è il serio rischio che una grande fetta di patrimonio pubblico venga privatizzato: secondo l'Eurispes i beni confiscati hanno un valore pari a circa 30 miliardi di euro;

   il riuso sociale del patrimonio pubblico è un'enorme occasione di sviluppo, di nuova occupazione e di welfare dal basso che il Governo dovrebbe cogliere, evitando che i beni confiscati si trasformino in un interesse privato;

   i soli sequestro e confisca dei beni non sono sufficiente a sconfiggere la mafia se poi non si creano occasioni di riscatto per i territori e di giustizia sociale per tutti coloro che vogliono veramente liberarsi dalle organizzazioni criminali, cosa che il riuso collettivo dei beni può favorire –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare affinché i beni sequestrati e confiscati alle mafie vengano restituiti ai territori secondo la logica del riuso collettivo e del valore sociale del bene, rappresentando gli stessi un'occasione di riscatto per quei territori che subiscono la violenza mafiosa solo se utilizzati a fini sociali, per creare sviluppo, nuova occupazione, evitando che sulla loro vendita possano speculare le banche e grandi gruppi privati o peggio ancora che i citati beni possano rientrare direttamente o indirettamente nelle disponibilità delle organizzazioni mafiose.
(4-02808)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

creazione di posti di lavoro

politica occupazionale

mafia