ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02678

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 157 del 05/04/2019
Firmatari
Primo firmatario: SUT LUCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/04/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 05/04/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02678
presentato da
SUT Luca
testo di
Venerdì 5 aprile 2019, seduta n. 157

   SUT. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 32 della Costituzione «tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività»;

   perdura, ad oggi irrisolto, il nodo istituzionale concernente la ratifica e l'esecuzione di quanto previsto dalla Convenzione di Stoccolma in materia di procedure per il controllo produttivo, l'impiego, l'importazione, l'esportazione, lo stoccaggio e lo smaltimento degli inquinanti organici persistenti, altrimenti detti Pop, firmata il 23 maggio 2001 e approvata con decisione del Consiglio il 14 ottobre 2004;

   tra di essi, figurano i policlorobifenili (Pcb), composti organici impiegati in vari settori industriali, internazionalmente e da tempo riconosciuti per l'azione tossica esercitata sulla catena alimentare, caratterizzati da scarsa solubilità e resistenza alla degradazione, con tendenza all'accumulo nelle acque e nel suolo, dove possono propagarsi raggiungendo importanti distanze dal sito di utilizzo;

   la Convenzione di Stoccolma, nel lontano 2001, riconosceva in base al principio precauzionale l'esigenza di una regolamentazione volta all'eliminazione e alla diminuzione dell'uso dei Pop tra cui, appunto, i Pcb, classificati nel 2013 dalla Iarc (International Agency for Research on Cancer) tra i cancerogeni certi per l'uomo, in diretta correlazione con l'insorgenza dei melanomi e, per i quali, non si esclude un nesso di causalità anche per i tumori della mammella e del linfoma non Hodgkin;

   il problema delle emissioni industriali dei Pop, tra cui i Pcb, continua ad attualizzarsi nel nostro Paese. Si ricordi, il caso dei danni ambientali provocati dagli sversamenti dell'industria chimica Caffaro, nel bresciano, dove le rilevazioni dell'Arpa Lombardia presentarono un serio quadro di contaminazione da Pcb a carico di terreni e falde idriche che presentavano valori fino a mille volte maggiori di quelli stabiliti dai limiti di legge, introdotti dal decreto ministeriale n. 471 del 1999 e successivamente dal decreto legislativo n. 152 del 2006 recante norme in materia ambientale. Nel 2002, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare riconosceva alla zona — che negli anni ha registrato un'incidenza sopra la media di alcune diagnosi tumorali — lo stato di Sin (sito di interesse nazionale per la bonifica);

   sempre in Lombardia, vige dal 2011 il divieto di consumo e commercio di alcuni prodotti di fauna ittica del lago di Garda, sancito anche nel 2018 dall'ordinanza del Ministero della salute, recante la proroga di «Misure urgenti di gestione del rischio per la salute umana, connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago di Garda» e resasi necessaria dalla presenza di Pcb nei fondali lacustri;

   elevata preoccupazione è stata espressa anche in Friuli-Venezia Giulia dove, in consiglio regionale, è stata richiesta all'assessorato all'ambiente la revisione dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia), a seguito di rilevazioni compiute sulle emissioni di Pcb prodotte da un cementificio sito nel comune di Fanna (Pn), inferiori al limite consentito dall'Aia, ma un milione di volte superiori alle dosi tollerabili indicate dall'Organizzazione mondiale della sanità e che interessano un territorio di circa 50.000 abitanti;

   l'Italia, nonostante limiti e divieti imposti nella commercializzazione e nell'uso di prodotti contenenti Pcb, introdotti già con il decreto del Presidente della repubblica 24 maggio 1988, n. 216 (attuazione della direttiva 85/467/CEE sull'immissione sul mercato di sostanze e preparati), figura oggi come unico Stato dell'Unione europea a non aver ratificato la Convenzione di Stoccolma;

   numerose sono state nel corso delle legislature le iniziative parlamentari volte a sanare il ritardo italiano nella ratifica della Convenzione che non trova riscontro normativo o finanziario, ma che permetterebbe l'accesso a fondi internazionali per la ricerca sui contaminanti persistenti –:

   se il Governo intenda imprimere un ulteriore, decisivo punto di svolta all'attuazione di politiche ambientali volte alla tutela della salute pubblica, adottando le iniziative di competenza per la ratifica e, quindi, l'effettiva applicazione delle disposizioni contenute nella Convenzione di Stoccolma.
(4-02678)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

limitazione della commercializzazione

ratifica di accordo

sostanza pericolosa