ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02652

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 155 del 03/04/2019
Firmatari
Primo firmatario: SCALFAROTTO IVAN
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/04/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 03/04/2019
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 03/04/2019
ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 03/04/2019
BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI 03/04/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 03/04/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 02/05/2019
Stato iter:
24/06/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/06/2019
DEL RE EMANUELA CLAUDIA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/06/2019

CONCLUSO IL 24/06/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02652
presentato da
SCALFAROTTO Ivan
testo di
Mercoledì 3 aprile 2019, seduta n. 155

   SCALFAROTTO, QUARTAPELLE PROCOPIO, FASSINO, ZAN e BOLDRINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da organi di stampa che il 3 aprile 2019 entreranno in vigore nel Brunei leggi ispirate alla sharia che prevedranno, tra l'altro, la lapidazione per chi ha relazioni omosessuali e per chi tradisce il coniuge, l'amputazione degli arti per i ladri e la fustigazione per l'aborto;

   la nuova normativa, voluta dal sultano Hassanal Bolkiah, si applicherà solo ai cittadini musulmani (ovvero la maggior parte della popolazione) e si inserisce sulla «scia» della direttiva del sultano del Brunei, uno dei leader più ricchi del mondo e che vanta un patrimonio di 20 miliardi di dollari;

   si apprende, inoltre, che importanti associazioni che operano a sostegno dei diritti umani hanno preso una posizione fortemente critica circa l'emanazione di tale legge: Amnesty International ha definito tali sanzioni «profondamente sbagliate» e la legge da «fermare immediatamente»; la stessa ha sottolineato come «rapporti consensuali tra individui dello stesso sesso non dovrebbero neanche essere considerati reato». Human Rights Watch ha invece definito il progetto delirante;

   a tali dichiarazioni si aggiunge anche l'appello dell'Alto Commissario per i diritti dell'uomo, Michelle Bachelet, che ha affermato: «Mi appello al governo affinché blocchi l'entrata in vigore di questo nuovo codice penale draconiano che, se verrà applicato, segnerà una grave battuta d'arresto per la tutela dei diritti umani»;

   a seguito di ciò, alcuni attori americani hanno invitato i lettori a manifestare la propria indignazione, boicottando nove lussuosi alberghi in Occidente di proprietà del sovrano asiatico –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e quali siano i suoi orientamenti in merito; quali iniziative, per quanto di competenza, intenda mettere in campo al fine di contrastare tali leggi feroci e liberticide che minano i diritti umani della popolazione del Brunei;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere in sede di Unione europea, affinché l'Unione medesima si faccia parte attiva per ristabilire la piena tutela dei diritti dei cittadini e delle cittadine del Brunei.
(4-02652)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 giugno 2019
nell'allegato B della seduta n. 195
4-02652
presentata da
SCALFAROTTO Ivan

  Risposta. — L'Italia è fortemente impegnata a favore della protezione e della promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel mondo, anche nell'ambito del mandato triennale (2019-2021) in Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite (CDU).
  La situazione dei diritti umani nel Sultanato del Brunei è oggetto di attenzione e monitoraggio. Il nuovo codice penale basato sulla Sharia è stato approvato nel 2013 ma è integralmente in vigore dal 3 aprile 2019. Questo prevede disposizioni quali la pena di morte per impiccagione nel caso di omicidio, la lapidazione per chi commette adulterio o compie atti omosessuali; l'amputazione degli arti per chi commette furto o rapina. Le disposizioni in parola si applicano a tutti i cittadini musulmani del Brunei, sia residenti nel Sultanato sia all'estero, nonché ai cittadini stranieri in Brunei.
  Molte pene si applicano solo ai fedeli musulmani. Anche a seguito delle critiche mosse a livello internazionale, il 5 maggio 2019 il Sultano ha annunciato che manterrà la moratoria sulla pena di morte attualmente in vigore nel Paese, anche dopo l'entrata in vigore del nuovo codice penale.
  L'Italia è operativa nella lotta contro ogni forma di discriminazione, incluse quelle basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere, come dimostrano sia il recente ingresso del nostro Paese nel
«LGBTI Core Group» (gruppo interregionale di Paesi e organizzazioni che promuove questi temi in ambito Nazioni Unite) sia la partecipazione all’«Equal Rights Coalition» (ERC).
  Quest'ultima è una piattaforma di cooperazione tra Paesi che mira allo scambio di informazioni e buone pratiche e al coordinamento dell'azione globale in tema di diritti LGBTI. L'11 aprile 2019, in particolare, l'Italia ha aderito ad una dichiarazione dell'ERC sulla situazione in Brunei, nella quale si esprime profondo sgomento per l'entrata in vigore della nuova normativa e per l'impatto che questa potrà avere su alcuni gruppi vulnerabili, quali le persone LGBTI, le donne e i bambini. Si tratta di persone che più di altre potrebbero essere esposte a ulteriori forme di discriminazione, persecuzione e violenza.
  La dichiarazione ERC sollecita inoltre il Brunei ad abrogare le nuove disposizioni e ad assicurare che qualsiasi nuova misura introdotta nell'ordinamento sia coerente con gli obblighi e gli impegni assunti dal Paese a livello internazionale.
  In ambito ONU, il Brunei ha partecipato il 10 maggio 2019 alla Revisione periodica universale (UPR), esercizio di monitoraggio della situazione dei diritti umani cui tutti gli Stati membri dell'ONU si sottopongono ogni quattro anni nell'ambito del CDU. Nell'occasione, l'Italia ha espresso profondo rammarico per l'entrata in vigore del nuovo codice penale e ha raccomandato al Paese di procedere immediatamente alla sua abrogazione, al fine di rispettare le Convenzioni internazionali in materia di diritti umani, di adottare una moratoria formale sulla pena di morte, di prendere in considerazione l'adesione a tutti i principali strumenti internazionali sui diritti umani di cui non è ancora parte, di ratificare la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, e di garantire in modo efficace la libertà di religione o credo.
  In ambito UE, l'entrata in vigore del nuovo codice penale del Brunei è stata oggetto di una dichiarazione del
Servizio di Azione Esterna (SEAE) del 3 aprile, nella quale si sottolinea come alcune disposizioni contenute nel codice equivalgano ad atti di tortura o trattamenti crudeli, inumani e degradanti. Il SEAE ha pertanto esortato il Brunei al rispetto dei diritti umani e degli obblighi derivanti da convenzioni internazionali o regionali sottoscritte dal Paese, nonché a mantenere in vigore la moratoria de facto della pena di morte.
  L'Italia continuerà a monitorare attentamente la situazione dei diritti umani nel Brunei e l'attuazione della nuova normativa.

La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Emanuela Claudia Del Re.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

gruppo religioso

tortura