ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02578

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 148 del 25/03/2019
Firmatari
Primo firmatario: MIGLIORE GENNARO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/03/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI 25/03/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E PER IL TURISMO delegato in data 02/04/2020
Stato iter:
02/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/04/2020
ORRICO ANNA LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 02/04/2020

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/04/2020

CONCLUSO IL 02/04/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02578
presentato da
MIGLIORE Gennaro
testo di
Lunedì 25 marzo 2019, seduta n. 148

   MIGLIORE. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che il Ministero per i beni e le attività culturali avrebbe negato l'autorizzazione allo spostamento di un'opera di Caravaggio, denominata le Sette Opere di Misericordia, che era stata richiesta da Sylvain Bellenger, direttore del Museo di Capodimonte, in occasione dell'inaugurazione presso il museo di un'importante mostra dedicata proprio a Michelangelo Merisi, il nome di battesimo del Caravaggio;

   sempre da notizie a mezzo stampa si è appreso che la richiesta del direttore del museo era già stata concordata con il soprintendente del Pio Monte, che si era espresso in modo favorevole al prestito d'arte temporaneo sulla prima tela che il Caravaggio dipinse a Napoli;

   il successivo diniego espresso dal direttore generale del Ministero per i beni e le attività culturali ha suscitato, dunque, un vero e proprio sconcerto generalizzato che ha portato alla mobilitazione di cento intellettuali, storici e artisti italiani e stranieri che hanno firmato il loro dissenso contro «una concezione elitaria e conservatrice» della cultura;

   l'eco, anche internazionale, avuto dalla vicenda a fronte della legittima richiesta del direttore del Museo di Capodimonte, ad avviso dell'interrogante, ha gettato nuovamente una luce di discredito sul provincialismo delle istituzioni italiane che hanno negato la richiesta di prestito di una tela per una mostra scientifica, collocata a una distanza di appena due chilometri dalla chiesa napoletana del Pio Monte della Misericordia;

   a parere dell'interrogante, è legittimo il dubbio che tra le motivazioni che hanno portato al diniego abbia prevalso più l'ostilità per un direttore di Museo straniero, in virtù di una riforma approvata dal passato Governo, che non i presunti rischi ai quali l'opera verrebbe esposta nel trasferimento –:

   quali siano le motivazioni per le quali il Ministro interrogato ha negato l'autorizzazione al trasferimento di un'opera così significativa per una mostra sull'attività di Caravaggio a Napoli.
(4-02578)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 aprile 2020
nell'allegato B della seduta n. 323
4-02578
presentata da
MIGLIORE Gennaro

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo in esame, con il quale l'interrogante ha chiesto di conoscere le motivazioni per le quali questo Ministro ha negato l'autorizzazione al trasferimento dell'opera le Sette opere di misericordia conservato presso il Pio Monte della Misericordia di Napoli al Museo Nazionale di Capodimonte nell'ambito della mostra «Caravaggio a Napoli».
  L'opposizione al trasferimento è stato determinato da motivi di opportunità oltre che storici.
  Sulla base di quanto affermato dalla direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio «i rischi ai quali l'opera verrebbe esposta al solo fine di essere trasferita presso un'istituzione culturale che si trova a poco più di due chilometri dalla chiesa nella quale essa è (ben) conservata, sconsigliano di autorizzare il prestito».
  «Già nel 1613 i governatori del Pio Monte in considerazione della perfettione artistica del capolavoro caravaggesco, stabilirono che esso non potesse essere alienato per nissuno prezzo e che sempre si debba ritenere nella detta chiesa. Nello stesso giorno (27 agosto 1613) i governatori autorizzarono che il conte di Villamediana, che ne aveva fatto richiesta, potesse far realizzare una copia dell'opera a condizione che detto quadro non si possa ammovere da detto altare. E pochi anni dopo, precisamente il primo giugno 1621, al fine di evitare discriminazioni tra i richiedenti, stabilirono il divieto perpetuo di effettuare copie delle opere della chiesa e in particolare di quella dell'altare havendo riguardo più presto al pubblico decoro che al privato commodo».
  Questa sorta di autoimposto vincolo pertinenziale aveva (ed ha) lo scopo di rendere inscindibile il legame tra l'opera, l'istituzione che l'ha commissionata e il contesto architettonico nel quale è stabilito che il dipinto debba essere conservato in perpetuo.
  Questa amministrazione tra l'altro, aveva inviato al Pio Monte due studiosi per un sopralluogo, Carla Zaccheo e Paolo Scarpitti che avevano riferito che «il buono stato di conservazione in cui il dipinto si trova è dovuto non solo alle attenzioni dell'associazione, ma anche alla continuità del suo mantenimento in loco».
  «A sconsigliare una rimozione dell'opera dalla sua sede è il problema della movimentazione dell'opera. Considerata la sua notevole altezza (circa 4 metri) e il fatto che la tela si trova posizionata a tre metri di altezza si imporrebbe la necessità di installare un ponteggio. Tuttavia sia la penuria di spazio libero ai lati, sia l'angustia del passaggio di servizio, che divide l'altare maggiore dal muro retrostante renderebbero l'operazione non impossibile ma macchinosa e quindi particolarmente rischiosa per l'integrità del dipinto con maggiori sollecitazioni a carico del telaio di sostegno e quindi della tela stessa».
  Per queste principali ragioni il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha sconsigliato il prestito.
  Non potendo spostare l'opera del Merisi «Sette opere di misericordia» al museo di Capodimonte, il Ministro, in accordo con il direttore del museo e Real Bosco di Capodimonte, ha sdoppiato la mostra, o meglio, l'ha allargata al Pio Monte.
  Inoltre ha spiegato il Ministro «ci sarà anche la digitalizzazione dell'opera che verrà esposta a Capodimonte. “Useremo a Capodimonte le nuove tecnologie – ha aggiunto – per un'esperienza museale nuova e per il Pio Monte un'illuminazione che valorizzi di più le opere. Visto che c'è un problema di viabilità, inoltre, una navetta collegherà Capodimonte al Pio Monte”».
  Per quanto sopra esposto, si ritiene corretto l'operato di questo Ministero a tutela dell'opera in argomento e senza alcuna ripercussione sulla mostra che risulta semplicemente allargata.

La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo: Anna Laura Orrico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

museo