ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02482

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 141 del 13/03/2019
Firmatari
Primo firmatario: DE CARLO SABRINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/03/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 13/03/2019
Stato iter:
15/05/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/05/2019
DEL RE EMANUELA CLAUDIA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/05/2019

CONCLUSO IL 15/05/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02482
presentato da
DE CARLO Sabrina
testo di
Mercoledì 13 marzo 2019, seduta n. 141

   SABRINA DE CARLO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Nasrin Sotoudeh, avvocatessa iraniana per i diritti umani, insignita nel 2012 con il Premio Sakharov per la libertà di pensiero assegnato dal Parlamento europeo, sarebbe stata condannata a complessivi trentotto anni di carcere e 148 frustrate;

   Nasrin Sotoudeh è stata arrestata a giugno 2018 dopo essere stata condannata in contumacia a 5 anni di prigione dal tribunale di Teheran per spionaggio e dopo aver difeso donne arrestate per essersi scoperte il capo in luoghi pubblichi e aver criticato il nuovo codice penale che consente solo a un ristretto numero di avvocati di rappresentare imputati di crimini contro la sicurezza nazionale. Nasrin Sotoudeh si trova attualmente rinchiusa nel carcere di Evin dal 13 giugno 2018;

   secondo quanto appreso a mezzo stampa, i giudici avrebbero applicato, con una nuova condanna, l'articolo 134 del codice penale che autorizza ad emettere una pena più alta di quella massima prevista se l'imputato ha più di tre imputazioni a carico. Nel caso di Nasrin Sotoudeh, il giudice avrebbe applicato il massimo della pena per ognuno dei sette capi d'accusa, 29 anni in tutto, aggiungendovi altri quattro anni, e portando così la condanna a 33 anni;

   complessivamente andrà quindi incontro a quasi quattro decenni di carcere e a 148 frustate e tra i reati per i quali è stata condannata, riferiti unicamente al suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, figurano l’«incitamento alla corruzione e alla prostituzione», la «commissione di un atto peccaminoso essendo apparsa in pubblico senza il velo» e «interruzione dell'ordine pubblico»;

   se confermata, la notizia della nuova condanna è da ritenersi, ad opinione dell'interrogante, assolutamente lesiva dei diritti umani con un ulteriore peggioramento della pena che consta già di molti anni di reclusione, oltre che di pene corporali –:

   quali iniziative abbia intrapreso il Governo per tutelare l'incolumità della avvocatessa Sotoudeh e quali iniziative intenda intraprendere per fare fronte alla drammatica condizione della stessa;

   se non intenda adottare ogni iniziativa di competenza, attraverso le vie diplomatiche, per un immediato riesame della sua condanna e a quella di suo marito, Reza Khandan, che è stato condannato a sei anni di carcere nel gennaio 2019;

   se non intenda intraprendere iniziative, anche in sede europea, per garantire l'effettiva protezione dei diritti umani, della democrazia e del pluralismo politico in Iran.
(4-02482)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 15 maggio 2019
nell'allegato B della seduta n. 176
4-02482
presentata da
DE CARLO Sabrina

  Risposta. — Il Governo italiano segue con grande attenzione la vicenda dell'avvocatessa iraniana Nasrin Sotoudeh e del marito, Reza Khandan, sia direttamente che in coordinamento con i partner europei.
  Sul piano bilaterale, il Ministro ha effettuato un passo formale con il proprio omologo iraniano, cui è stato anche confermato l'elevato interesse dell'opinione pubblica e delle associazioni professionali forensi italiane al caso.
  Il Ministro Moavero è anche intervenuto presso l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Mogherini, affinché alla vicenda dell'avvocatessa Nasrin Sotoudeh sia dedicata massima attenzione.
  Ancora prima della recente condanna, abbiamo preso parte attiva alle principali occasioni di discussione della situazione dei diritti umani in Iran nei competenti fora multilaterali. Da ultimo, nell'ambito dei lavori del Consiglio diritti umani Onu a Ginevra, di cui l'Italia è parte, in occasione del dialogo interattivo con il relatore speciale Onu sulla situazione dei diritti umani in Iran (11 marzo 2019), l'Unione europea ha attirato l'attenzione sul forte impegno per la protezione e promozione della libertà di opinione, espressione, associazione e riunione. Allo stesso tempo ha espresso forte preoccupazione per i continui arresti e detenzioni di persone che esercitano tali diritti, inclusi giornalisti, attivisti, avvocati e difensori dei diritti umani, così come di avvocati che difendono queste persone, sollecitando il Governo iraniano a rivedere le proprie politiche, azioni e leggi per assicurare la protezione dei diritti in questione. L'Unione europea ha inoltre sollecitato il Governo iraniano ad adottare ulteriori misure per garantire il pieno godimento dei diritti umani di donne e ragazze.
  A seguito dell'annuncio della recente condanna di Nasrin Sotoudeh, alla nostra ambasciata a Teheran è stato chiesto di coordinarsi con le altre rappresentanze Ue accreditate nel Paese anche per chiarire i termini della pena inflitta, sui quali vi è divergenza tra dichiarazioni ufficiali delle Autorità iraniane (sette anni) e della famiglia (trentotto anni e 148 frustate). Si tratta di un accertamento non semplice, alla luce di alcune rigidità del contesto locale.
  Il Governo italiano continuerà a sostenere le iniziative pianificate dall'Unione europea, che – ricordo – si è immediatamente attivata con una dichiarazione, il 12 marzo 2019, nella quale si esprime preoccupazione per la condanna dell'avvocatessa, si richiama l'attenzione delle autorità iraniane sulla violazione del diritto ad un giusto processo subita dall'avvocatessa e sul fatto che il diritto di protestare e quello di esprimere pacificamente le proprie idee sono sanciti nel Patto internazionale per i diritti civili e politici del 1966, di cui anche l'Iran è parte. Nella dichiarazione l'Ue chiede con fermezza l'immediata revisione della sentenza relativa all'avvocatessa e di quella del marito, oltre al rispetto del loro diritto ad appellarsi contro le sentenze.
  
Monitoreremo gli sviluppi futuri del caso, evocandolo con preoccupazione nei prossimi contatti bilaterali con Teheran ed assicurando che esso sia approfondito dai competenti organismi multilaterali. Il binario multilaterale appare infatti la cornice più adeguata nella quale poter iscrivere, in coordinamento con i partner Ue, azioni di pressione sulle autorità iraniane sia relative al caso specifico dell'avvocatessa Nasrin Sotoudeh, sia – più in generale – per stimolare risposte costruttive in tema di rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, inclusi quelli delle donne, da parte del Governo iraniano.
La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Emanuela Claudia Del Re.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

democrazia

condizione della donna