ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02468

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 140 del 12/03/2019
Firmatari
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 12/03/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/03/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02468
presentato da
MURONI Rossella
testo di
Martedì 12 marzo 2019, seduta n. 140

   MURONI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la terapia ormonale sostitutiva (Tos) per una persona transessuale è a vita ed è spesso salvavita, necessaria e irrinunciabile anche dopo l'eventuale riconversione chirurgica per garantire un livello sostitutivo di estrogeni/androgeni indispensabile necessario per vari aspetti metabolici;

   l'8 febbraio 2019 l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha aggiornato la lista dei farmaci temporaneamente carenti o indisponibili, inserendo anche farmaci a base di testosterone. Per chi segue una terapia ormonale sostitutiva, l'interruzione della reperibilità dei farmaci è fonte di disagi, soprattutto nel caso in cui un farmaco bioequivalente non esista, sia irreperibile o abbia effetti collaterali insostenibili. Negli ultimi mesi la situazione è degenerata, soprattutto nel caso del Testoviron, portando a una corsa ad accaparrarsi le scorte disponibili e lasciando le persone transessuali sprovviste di farmaci irrinunciabili;

   la divisione, da parte di Aifa, dei farmaci a base di testosterone in prescrivibili a uomini e a donne, non prevedendo la somministrazione a persone con genere anagrafico femminile in quanto Ftm in transizione, crea enormi difficoltà alle persone Ftm regolarmente in possesso di ricetta medica che spesso si vedono negato il farmaco a cui hanno diritto;

   gli automatismi negli screening di prevenzione dipendenti esclusivamente dal genere sui documenti di identità determinano situazioni di grande difficoltà che, non considerando le reali necessità mediche delle persone transessuali creano ostacoli alla piena fruizione del sistema sanitario nazionale;

   la quasi totalità dei farmaci per la terapia ormonale sono di «classe C», definiti non essenziali, il cui costo non è rimborsato dal sistema sanitario nazionale (Ssn) ma a carico del cittadino. L'unico modo per una persona transessuale di ottenere un piano terapeutico è (nel caso di documenti già rettificati) tramite diagnosi di un ipogonadismo (uomini trans) o di una menopausa precoce (donne trans), circostanze che però nella realtà non sussistono. In tutti gli altri casi gli ormoni si possono ottenere in piano terapeutico con una diagnosi di «disforia di genere» che non è però sempre riconosciuta in mancanza di protocolli disposti appositamente dal Ministero o dalle regioni. L'Aifa potrebbe attivarsi inserendo la disforia di genere nei bugiardini, valutando che c'è un consumo corposo di detti farmaci da parte delle persone transessuali –:

   se sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non intenda attivarsi urgentemente affinché, da parte dell'Aifa, venga rilasciata alle strutture sanitarie che ne facciano richiesta l'autorizzazione all'importazione di un medicinale equivalente autorizzato all'estero per i farmaci in elenco;

   se non intenda predisporre le iniziative di competenza affinché venga superata da parte dell'Aifa la suddivisione dei farmaci a base di testosterone in prescrivibili a uomini e a donne, in modo che sia prevista la somministrazione a persone con genere anagrafico femminile in quanto (Ftm) in transizione, eliminando in tal modo tutte le difficoltà per le persone Ftm regolarmente in possesso di ricetta medica che spesso si vedono negato in farmacia il farmaco a cui hanno diritto;

   se non intenda predisporre le iniziative di competenza affinché vengano superate le difficoltà derivanti dagli automatismi negli screening di prevenzione dipendenti esclusivamente dal genere sui documenti di identità che determinano situazioni di grande difficoltà in quanto, non considerando le reali necessità mediche delle persone transessuali, creano ostacoli alla piena fruizione del Servizio Sanitario nazionale;

   se non intenda attivarsi urgentemente nei confronti dell'Aifa in modo da inserire la disforia di genere nei bugiardini, considerando valutando che esiste un consumo corposo di detti farmaci da parte delle persone transessuali.
(4-02468)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto farmaceutico

minoranza sessuale

servizio sanitario nazionale