ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02364

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 134 del 27/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 27/02/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 27/02/2019
Stato iter:
01/08/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/08/2019
TRENTA ELISABETTA MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 01/08/2019

CONCLUSO IL 01/08/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02364
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Mercoledì 27 febbraio 2019, seduta n. 134

   CIRIELLI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il fronte Jugoslavo fu uno dei tanti teatri della seconda guerra mondiale in cui si consumarono innumerevoli barbarie che portarono a migliaia di vittime;

   in particolare, da fonti storiche si apprende che, anche durante la fase finale del conflitto e nell'immediato dopoguerra, le autorità jugoslave e le truppe partigiane si resero responsabili di tanti atti di violenza e di atrocità nei confronti dei militari italiani;

   degno di particolare rilevanza e memoria è l'eccidio dei superstiti del 1° battaglione bersaglieri volontari «B. Mussolini». Da ciò che emerge dai racconti di uno dei testimoni superstiti, sembrerebbe che, a seguito dell'arresa del battaglione, il 30 aprile 1945, i bersaglieri vennero trasportati a Tolmino. Lì, alcuni di essi furono uccisi immediatamente, altri vennero gettati in una caverna che poi venne fatta esplodere, altri ancora iniziarono un lungo calvario all'interno del campo di concentramento di Borovnica;

   in questi anni molte sarebbero state le iniziative a favore del recupero delle salme dei martorizzati da parte di molti parenti delle vittime uccise dai partigiani jugoslavi, di svariate associazioni e di alcuni superstiti del conflitto ma, ad oggi, non sono state poste in essere azioni concrete;

   ad esempio, nel 1996, alcuni senatori presentavano una mozione — mai discussa — in cui si denunciavano chiaramente le atrocità commesse dai partigiani jugoslavi, descrivendo quanto accaduto come un vero crimine per l'umanità e con cui si impegnava il Governo pro tempore a intraprendere ogni iniziativa utile per il recupero dei resti delle vittime;

   a parere dell'interrogante apparirebbe opportuno dare ai caduti una giusta sepoltura nel loro suolo patrio per mettere fine a questa tragica ed inumana vicenda e ridare dignità a coloro i quali hanno sacrificato la loro giovane vita per amore della patria –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intenda porre in essere affinché possano essere recuperati i resti dei bersaglieri martiri, per rendere loro i dovuti onori.
(4-02364)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 1 agosto 2019
nell'allegato B della seduta n. 220
4-02364
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — La tematica illustrata nell'interrogazione è da tempo all'attenzione della Difesa, stante l'elevato valore etico-morale che essa riveste e nella condivisione delle legittime istanze e aspettative di quanti desiderano rimpatriare i resti mortali dei propri congiunti sacrificatisi per onorare la Patria.
  Il dicastero, per il tramite del commissariato generale per le onoranze ai caduti, provvede a tutte le attività di ricerca e sistemazione provvisoria e definitiva dei caduti in guerra nei sacrari/cimiteri militari in Italia e all'estero, così come all'attuazione delle opportune forme di commemorazione.
  Il commissariato generale, affinché le spoglie di militari e civili morti a causa della guerra potessero essere onorati in perpetuo, si è adoperato, fin dagli anni successivi al 2° conflitto mondiale, per evitare che migliaia di sepolture provvisorie venissero disperse.
  Nel merito della vicenda ripercorsa nell'atto, già in passato sono state dedicate risorse materiali e finanziarie per le attività di ricerca dei resti mortali dei militari del 1° battaglione bersaglieri volontari «B. Mussolini» – 8° reggimento «La Marmora» – dispersi a Tolmino, nonché per gli scavi nell'area interessata, ma senza, purtroppo, esito positivo.
  Più nello specifico, nel 2008 è stata effettuata una ricerca nella zona di Tolmino, cui hanno preso parte, oltre al personale del commissariato generale, un commilitone dei bersaglieri scomparsi, profughi e persone informate sui fatti da testimoni oculari, le cui risultanze, anche in questo caso, sono state negative.
  Successivamente, nella primavera del 2011, a conclusione delle attività propedeutiche (testimonianze dei reduci, acquisizione di materiali e documenti storici) ai futuri scavi, sono state eseguite indagini geofisiche in tre siti storici corrispondenti alla «galleria» e al «trincerone» sul Pan di zucchero (colle sovrastante Tolmino) e all'ossario tedesco sulla piana alluvionale del fiume) Isonzo.
  La ricerca, condotta nel quadro delle indagini promosse dalla commissione italo-slovena appositamente istituita nel 1998, è stata affidata dall'associazione familiari dei caduti dispersi a Tolmino a un professore universitario di Padova, incaricato di effettuare rilievi geofisici al fine di individuare, con l'impiego di dispositivi moderni e non invasivi, indizi utili a localizzare la caverna dove i bersaglieri – così è stato ipotizzato – potrebbero essere stati ammassati e uccisi dalle formazioni partigiane yugoslave, negli eventi del maggio 1945.
  Nei tre siti oggetto di indagine sono stati effettuati quattro distinti rilievi che hanno interessato anche un settore denominato il «sentiero», individuato sulla base delle indicazioni provenienti dai sopralluoghi, dalle testimonianze storiche e dalla morfologia del sito.
  L'indagine ha evidenziato anomalie del terreno riconducibili alla presenza di una cavità solo nel sito «sentiero», mentre non è stata rilevata la presenza di altre cavità nei siti «galleria», «trincerone» e «ossario tedesco».
  Nel marzo 2013 sono stati nuovamente effettuati degli scavi che hanno interessato la stessa area «Sentiero», ma non è stato portato alla luce alcun elemento significativo e, ancora una volta, il risultato è stato negativo.
  Alla luce di quanto finora esposto – e con la certezza di aver fatto tutto il possibile – mi spiace molto dover constatare che, nonostante l'impegno profuso: e le risorse investite, in particolare dalla Difesa, i militari risultano tuttora dispersi, poiché, di fatto, i loro resti mortali, che potrebbero essere ancora oggi sepolti in Slovenia, non sono mai stati rinvenuti.
  Il commissariato generale ha posto e continua a porre la massima attenzione sulla vicenda, cercando di determinare, con ragionevole certezza, il luogo dove eventualmente programmare futuri lavori di ricerca di caduti italiani, anche se, ad oggi, non è possibile individuare una zona dove proseguire l'attività precedentemente e più volte intrapresa.
  Soltanto l'identificazione di un'area ben definita sulla base di elementi certi, consentirebbe al commissariato generale di richiedere alle autorità slovene le necessarie autorizzazioni per procedere con ulteriori ricerche e scavi.
  La Difesa – e per essa il commissariato generale – assicurerà sempre, così come avviene per tutti i casi analoghi all'estero e in Italia, la massima attenzione e collaborazione per valutare concrete e definite indicazioni che dovessero provenire dalle associazioni, dai ricercatori o dagli storici, relativamente alla possibile localizzazione dei caduti italiani ancora non individuati.
  Rendo noto, in ultimo, che nel 1997 l'ambasciatore italiano a Lubiana ha interpellato il sindaco di Tolmino riguardo alla possibilità di erigere una croce commemorativa in tale località, nel luogo dove, il 10 maggio 1945, furono sacrificati circa 100 bersaglieri italiani.
  In quell'occasione, il primo cittadino ha riferito di non avere alcuna notizia in merito all'uccisione dei bersaglieri nel territorio della sua giurisdizione, in quanto allora nell'area di Tolmino non vi erano più militari italiani, precisando, altresì, che quelli catturati furono trasferiti nel campo di prigionia di Borovnica presso Lubiana.
  Prima di concludere, tengo a sottolineare che la Difesa continuerà, comunque, a conferire ogni possibile attenzione alla valenza etica della vicenda, al fine di onorare – nel tempo, nei modi e nelle forme più adeguate – la memoria di quanti hanno donato alla Patria il loro bene più prezioso, la vita.

La Ministra della difesa: Elisabetta Trenta.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

vittima

omicidio

crimine contro l'umanita'