ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02357

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 134 del 27/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: CASSINELLI ROBERTO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 27/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/02/2019
MULE' GIORGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/02/2019
GAGLIARDI MANUELA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/02/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 27/02/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02357
presentato da
CASSINELLI Roberto
testo di
Mercoledì 27 febbraio 2019, seduta n. 134

   CASSINELLI, BAGNASCO, MULÈ e GAGLIARDI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si assiste quotidianamente a un decadimento delle reali condizioni di vita in carcere a cui sono sottoposti detenuti e agenti di polizia penitenziaria, a cominciare dallo stato di difficoltà e, a volte, di abbandono in cui si trova la sanità penitenziaria;

   in base a quanto ricostruito da articoli giornalistici, il numero di detenuti morti nelle carceri italiane per suicidio, malattia, overdose e «cause non accertate» è in costante aumento dal 2016 a oggi;

   al 22 febbraio 2019 i detenuti trovati morti in carcere sono già 19 di cui 8 suicidi, a fronte di 148 decessi nel 2018 (67 suicidi), 123 nel 2017 (52 suicidi), 115 (45 suicidi) nel 2016, con un preoccupante incremento proporzionale agli occhi di tutti;

   nelle carceri italiane i detenuti si tolgono la vita con una frequenza 19 volte maggiore rispetto alle persone libere e, spesso, lo fanno negli istituti dove le condizioni di vita sono peggiori, quindi in strutture particolarmente fatiscenti, con poche attività trattamentali, con una scarsa presenza del volontariato;

   in base a quanto ricostruito un centinaio di detenuti l'anno muore per «cause naturali» nelle carceri italiane. A volte la causa è l'infarto, altre volte le complicazioni di un malanno trascurato o curato male. La morte in carcere arriva anche al termine di un lungo deperimento, dovuto a malattie croniche o scioperi della fame;

   si rileva l'assenza di un confronto serio sul tema tra rappresentanti del Ministero di giustizia e rappresentanti politici, degli enti locali, operatori dell'amministrazione penitenziaria e delle Asl;

   notizie di stampa riferiscono che sarebbe intendimento dei vertici dell'amministrazione penitenziaria chiudere il distaccamento penitenziario di Genova;

   tale chiusura recherebbe un grave danno all'amministrazione penitenziaria locale, dopo aver eliminato il provveditorato regionale, accorpato ora a Torino;

   senza una struttura di coordinamento regionale delle carceri liguri, con presidio di polizia penitenziaria costituita da dirigente e poliziotti, si rischierebbe una deriva pericolosa in termini di controllo e di organizzazione, provocando un ennesimo decadimento delle strutture e delle condizioni di permanenza all'interno delle strutture penitenziarie –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo in relazione alle circostanze evidenziate in premessa;

   se corrisponda al vero che il Governo avrebbe in programma la chiusura del distaccamento penitenziario di Genova.
(4-02357)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

suicidio

mortalita'

detenuto