ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02328

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 132 del 25/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: PALMISANO VALENTINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ERMELLINO ALESSANDRA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 22/02/2019
Stato iter:
03/06/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/06/2019
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 16/04/2019

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/06/2019

CONCLUSO IL 03/06/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02328
presentato da
PALMISANO Valentina
testo di
Lunedì 25 febbraio 2019, seduta n. 132

   PALMISANO e ERMELLINO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'ennesimo caso di suicidio di un detenuto in carcere, come quello avvenuto il 17 febbraio 2019 nell'istituto penitenziario di Taranto, riportato anche da notizie di cronaca (www.ilcorriereditaranto.it del 18 febbraio 2019), riporta all'attenzione dell'opinione pubblica la grave situazione di precarietà ed emergenza in cui versa il sistema carcerario nel nostro Paese;

   le diverse problematiche rappresentate, anche in occasione di una visita delle interroganti alla struttura penitenziaria del capoluogo ionico, nel mese di ottobre 2018, sono ad oggi ulteriormente peggiorate: il grave e cronico sovraffollamento carcerario ha raggiunto livelli mai sfiorati, con una presenza di detenuti molto al di sopra di quella prevista, ovvero 600 detenuti a fronte di una capienza di 305 persone, una percentuale di circa il 200 per cento che conferisce alla struttura la maglia nera del penitenziario più affollato d'Italia. Lo spazio minimo per detenuto è addirittura al di sotto dei 3 metri quadrati in una cella collettiva, la soglia stabilita dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, che negli ultimi anni ha condannato più volte l'Italia per il «trattamento inumano e degradante» nelle sue carceri, che a Taranto si traduce nella presenza, assolutamente insufficiente, di due soli agenti per tre sezioni detentive, ognuna lunga più di 50 metri, con ogni singolo agente impegnato in più servizi contemporaneamente per far fronte alle varie esigenze ed emergenze, tra cui quelle legate alla mancanza di uno spazio all'aperto a disposizione dei detenuti per momenti di socializzazione;

   il 5 novembre 2018, in occasione di una manifestazione regionale di protesta del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria davanti al carcere di Bari, il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria dottor Basentini annunciò interventi per la regione Puglia, finalizzati ad un miglioramento delle condizioni degli istituti penitenziari presenti sul territorio ma che, allo stato attuale, risultano ancora non essere stati realizzati –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e quali iniziative, anche di carattere normativo, per quanto di competenza, intenda porre in essere al fine di garantire condizioni di vita dignitose per i detenuti ospitati nel carcere di Taranto e per consentire al personale di operare in maniera efficace, attraverso il reperimento di adeguate risorse umane ed economico-finanziarie, che rispondano alle esigenze di un settore che da troppo tempo versa in condizioni critiche, che si riflettono negativamente soprattutto in termini di sicurezza.
(4-02328)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 3 giugno 2019
nell'allegato B della seduta n. 183
4-02328
presentata da
PALMISANO Valentina

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame gli interroganti, nel fare riferimento al recente caso di suicidio verificatosi il 17 febbraio 2019 presso l'istituto penitenziario di Taranto, indicandolo quale ennesimo evento critico sintomatico delle diverse problematiche che affliggono la struttura pugliese, tra cui l'elevato livello di sovraffollamento, gli esigui spazi minimi per ogni singolo detenuto, addirittura al di sotto della soglia dei 3 metri quadrati stabilita dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, la carenza di personale e la mancanza di uno spazio all'aperto a disposizione dei detenuti per momenti di socializzazione, chiedono di sapere se il Ministro della giustizia sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e quali iniziative, anche di carattere normativo, per quanto di competenza, intenda porre in essere al fine di garantire condizioni di vita dignitose per i detenuti ospitati nel carcere di Taranto e per consentire al personale di operare in maniera efficace, attraverso il reperimento di adeguate risorse umane ed economico-finanziarie, che rispondano alle esigenze di un settore che da troppo tempo versa in condizioni critiche, che si riflettono negativamente soprattutto in termini di sicurezza.
  Con specifico riguardo all'evento critico oggetto dell'interrogazione parlamentare, va innanzitutto evidenziato che il detenuto suicida aveva fatto ingresso presso la casa circondariale di Taranto in data 20 novembre 2018, a seguito di revoca della misura degli arresti domiciliari, in attesa di primo giudizio per violazione articoli 575 e 577 del codice penale.
  Sin dall'ingresso era stato allocato presso la sezione ordinaria, in compagnia di altri due detenuti.
  Nel prenderlo in carico, lo
staff multidisciplinare, non ravvisando particolari rischi e non trattandosi di soggetto con problematiche di natura psichiatrica, non riteneva necessario applicare provvedimenti di grande sorveglianza.
  Il detenuto era sordomuto, comunicava con difficoltà tramite scrittura, ma era apparso collaborativo e disponibile alla relazione; effettuava regolari colloqui con il fratello. L'ultima visita medica era stata eseguita il 10 dicembre 2018.
  A seguito del suicidio, il pubblico ministero disponeva l'invio del medico legale per svolgere gli accertamenti del caso, delegando, altresì, personale della squadra mobile della polizia di Stato alle indagini relative al fatto occorso.
  In osservanza alle circolari vigenti, il provveditore regionale di Bari individuava un'apposita commissione ispettiva regionale, a cui è stato demandato il compito di accertare le circostanze, le modalità e le cause dell'evento, nonché di verificare se siano state attivate tutte le procedure operative per cogliere i sintomi di disagio e prevenire quelle situazioni suscettibili di sfociare in condotte suicidarie.
  Tanto premesso in fatto, va detto che particolarmente desta è l'attenzione dell'amministrazione penitenziaria rispetto al fenomeno dei suicidi e degli atti di autolesionismo.
  In tale direzione, da ultimo, si è recentemente mossa l'azione di questo dicastero, con la definitiva approvazione, il 27 luglio 2018, del piano nazionale di intervento per la prevenzione dei suicidi in carcere da parte della conferenza Stato-regioni e, per l'appunto, del Ministero della giustizia.
  Punti principali del piano nazionale sono gli strumenti di rilevazione del rischio, il presidio delle situazioni potenzialmente critiche ed i protocolli operativi per la gestione dei casi a rischio e per affrontare le urgenze.
  Nello stesso solco va ricondotta la nota con cui il 14 agosto 2018, l'ufficio ispettivo, su disposizione del capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ha invitato i provveditori regionali, nell'immediatezza di un evento suicidario:

   a trasmettere una dettagliata relazione sui preliminari aspetti rilevanti della vicenda e sugli immediati provvedimenti adottati;

   ad attivare contestualmente una commissione ispettiva regionale deputata ad accertare, previo nulla osta dell'autorità giudiziaria, acquisibile anche per le vie brevi circostanze, modalità e cause dell'evento, verificando altresì se siano stati attivati i protocolli operativi per cogliere i sintomi di disagio e prevenire tutte quelle situazioni suscettibili di sfociare in condotte suicidarie;

   a richiedere all'autorità giudiziaria competente copia degli atti di indagine, una volta conclusa la relativa fase, per poi trasmetterli all'ufficio ispettivo.

  Con i decreti legislativi n. 123 e 124 del 2 ottobre 2018 di riforma dell'ordinamento penitenziario si è inteso incidere in senso migliorativo sulla vita detentiva attraverso la previsione di norme che favoriscano l'integrazione delle persone detenute straniere e di norme volte al rispetto della dignità umana mediante la responsabilizzazione dei detenuti e la massima conformità della vita penitenziaria a quella esterna.
  Si è inoltre intervenuti sulla materia della medicina e sanità penitenziaria, tra l'altro prevedendo una corretta e completa informazione del detenuto sulle proprie condizioni di salute, all'atto dell'accesso presso la struttura carceraria, durante tutto il periodo detentivo ed al termine dello stesso.
  Con specifico riferimento alla situazione della casa circondariale di Taranto, sebbene le presenze detentive registrino un tasso di sovraffollamento significativo, di poco superiore al 200 per cento, va dato atto di un duplice ordine di elementi.
  In primo luogo sono in corso dei correttivi di tipo deflattivo, in quanto dal 1° gennaio all'8 marzo (ultima rilevazione effettuata), sono stati sfollati dalla casa circondariale di Taranto in tutto 20 detenuti, di cui 8 su disposizione del locale provveditorato e 12 su disposizione della competente direzione generale dei detenuti e del trattamento.
  Nel medesimo solco si iscrive la nota del 20 marzo 2019, con cui il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha impartito precise disposizioni alla competente direzione generale dei detenuti e del trattamento affinché si adottino, nel breve termine, provvedimenti deflattivi in grado di alleggerirne il carico di presenza.
  In secondo luogo, per quanto qui di interesse, giova rimarcare che, nonostante l'elevato indice di affollamento, tutti i detenuti fruiscono, all'interno della propria camera di pernottamento, di uno spazio superiore ai 3 metri quadrati.
  Dei complessivi 628 ristretti presenti, 411 hanno a disposizione tra i 3 e i 4 metri quadrati, mentre i restanti 217 usufruiscono di uno spazio superiore ai 4 metri quadrati.
  
Incidenter tantum, per completezza di informazioni, occorre chiarire che il tasso di sovraffollamento è calibrato in base allo spazio pro-capite da riservare ai detenuti. Con circolare 17 novembre 1988 del Ministero della giustizia, emessa sulla base di un decreto del Ministero della salute del 5 luglio 1975, esso viene stabilito in 9 metri quadrati per singolo detenuto, da aumentare di altri 5 metri quadrati per ogni altro detenuto in aggiunta.
  Questo indice dimensionale risulta, all'evidenza, nettamente superiore rispetto a quello di 3 metri quadrati con cui le organizzazioni sovranazionali e la giurisprudenza comunitaria identificano la soglia minima al di sotto della quale può configurarsi il trattamento inumano e degradante.
  A ciò va aggiunto che quasi tutti gli altri Paesi europei sono parametrati su dati dimensionali ben più bassi di quelli italiani.
  Ne consegue che sarebbe sufficiente, in ipotesi, allinearsi al parametro minimo comunitario o comunque accedere ad uno
standard minimo meno rigoroso di quello fissato dall'ordinamento interno, per escludere in radice la sussistenza del sovraffollamento in quanto le strutture penitenziarie italiane, per l'effetto, si attesterebbero su uno standard nettamente superiore alla soglia dei 60.000 detenuti.
  Ciò nondimeno, l'attuale formazione governativa intende affrontare la questione in maniera incisiva ed efficace, in quanto gli interventi per il miglioramento qualitativo e quantitativo dell'edilizia penitenziaria rientrano tra le priorità perseguite. In proposito si segnala che all'articolo 22-
bis del decreto-legge n. 113 del 2018, cosiddetto decreto sicurezza, su iniziativa di questo Ministero, sono state previste due specifiche autorizzazioni di spesa per complessivi 2 milioni di euro per l'anno 2018, di 15 milioni di euro per l'anno 2019 e di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2026, da destinare ad interventi urgenti connessi al potenziamento, all'implementazione e all'aggiornamento dei beni strumentali, nonché alla ristrutturazione e alla manutenzione degli edifici e all'adeguamento dei sistemi di sicurezza.
  Nella medesima direzione muove la previsione dell'articolo 7 del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135 che sotto la rubrica «Misure urgenti in materia di edilizia penitenziaria», al fine di consentire una più celere attuazione del piano di edilizia penitenziaria in corso, attribuisce al personale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, impiegato nei ruoli di dirigenti tecnici, le nuove funzioni, con lo scopo di semplificare le procedure di manutenzione e ristrutturazione degli istituti e di rinvenire edifici pubblici da riconvertire a strutture carcerarie, nell'ambito del piano di edilizia penitenziaria, secondo un ordine di priorità degli interventi stabiliti con decreto del Ministro della giustizia.
  Per quanto attiene alla casa circondariale di Taranto, non risultano particolari criticità dal punto di vista né della struttura né degli spazi a disposizione dei detenuti, anche a scopi di socialità.
  A tal riguardo, deve evidenziarsi che ogni sezione è munita di una saletta ricreativa e di un vano per le docce.
  Quanto agli spazi comuni, vi è una sala polivalente (utilizzata prevalentemente per rappresentazioni teatrali), due chiese, undici aule scolastiche, tre biblioteche, due sale lettura, dieci cortili per il passeggio nel reparto maschile e due nel reparto femminile. Tutte le camere di pernottamento del reparto maschile hanno la medesima conformazione: un'estensione di 10,08 metri quadrati, con bagno annesso di 5,10 metri quadrati.
  I servizi igienici sono separati dalla camera di pernottamento e fruibili in maniera riservata solo dagli occupanti della stessa.
  Tutte le camere sono dotate di finestre, compreso il bagno, con sbarre idonee al passaggio di luce e aria, oltre che di un impianto di illuminazione artificiale e di termosifoni.
  La fruizione delle docce avviene in un apposito locale, dotato di acqua calda, esterno alle camere di pernottamento.
  I colloqui con le famiglie dei detenuti si tengono dal lunedì al sabato; è previsto il prolungamento del colloquio nelle ore pomeridiane per due giorni a settimana, onde consentire ai figli dei detenuti in età scolare di far visita al genitore
in vinculis presentando, nel contempo, la continuità della frequenza scolastica.
  Sempre nella logica della tutela del minore, nelle sale d'attesa dei familiari sono stati allestiti degli spazi destinati ad attività ludiche dove i minori in visita possono alleviare la penosità dell'attesa, intrattenuti da volontari in attività ricreative di varia natura, con la precisazione che nelle sale destinate ai colloqui, non vi sono, ormai da tempo, i banconi divisori.
  Con specifico riferimento alla dotazione organica del Corpo di polizia penitenziaria, presso la casa circondariale di Taranto risultano effettivamente in servizio un totale di 253 unità, a fronte di una previsione pari a 277 unità, registrandosi una percentuale di scopertura complessiva pari all'8,7 per cento.
  La carenza di organico riguarda, in particolar modo, il ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori, mentre per il ruolo degli agenti/assistenti si registra un seppur lieve esubero. Detto che trattasi di scoperture che riflettono il
trend generale a livello nazionale, va debitamente rimarcato che uno degli obiettivi prioritari perseguiti da questo dicastero è costituito dall'incisivo potenziamento degli organici della polizia penitenziaria, nella piena consapevolezza della rilevanza che tale obiettivo riveste nella duplice finalità di garantire maggior efficienza del circuito penitenziario e standard più elevati di sicurezza all'interno delle carceri, anche a tutela di coloro che vi lavorano quotidianamente.
  Con la legge di bilancio per il 2019, al fine di incrementare l'efficienza degli istituti penitenziari, nonché per le indifferibili necessità di prevenzione e contrasto della diffusione dell'ideologia di matrice terroristica in ambito carcerario, è stata pianificata l'assunzione di n. 1.300 unità del corpo di polizia penitenziaria nell'anno 2019 e di n. 577 unità nel periodo 2020/2023, con uno stanziamento di maggiori risorse per 71,5 milioni di euro per il triennio 2019/2021.
  Inoltre, nella medesima direzione si iscrive l'immissione in ruolo di n. 976 allievi vice ispettori che lo scorso mese di marzo hanno terminato il relativo corso di formazione.
  Quanto, invece, al ruolo dei sovrintendenti, sono tuttora in corso le procedure per il concorso interno a complessivi n. 2.851 posti per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo maschile e femminile del Corpo.
  In aderenza alla normativa vigente, nella
Gazzetta Ufficiale – IV serie speciale n. 18 del 5 marzo 2019, è stato pubblicato un bando di concorso per complessive 754 unità i cui vincitori saranno auspicabilmente assunti entro la fine del 2019.
  Si tratta, all'evidenza, di una serie di correttivi che consentiranno di affrontare incisivamente il problema della scopertura degli organici di polizia penitenziaria presso le strutture carcerarie del territorio, tra le quali saranno debitamente valutate anche le esigenze della casa circondariale di Taranto.

Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

stabilimento penitenziario

Corte europea dei diritti dell'uomo