ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02234

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 124 del 12/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: FRATE FLORA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/02/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 12/02/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02234
presentato da
FRATE Flora
testo di
Martedì 12 febbraio 2019, seduta n. 124

   FRATE. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   il Real Albergo dei Poveri è anche noto come Palazzo Fuga, dal nome del famoso architetto che ne iniziò i lavori nel 1749, su ordine di Re Carlo III. Per volontà del sovrano, Ferdinando Fuga realizzò la più grande «residenza sociale» d'Europa, destinata ad accogliere i poveri provenienti da tutto il regno;

   con oltre 430 stanze distribuite su quattro livelli, Palazzo Fuga copre centomila metri quadrati di superficie utile; la facciata è lunga oltre 350 metri, per nove chilometri di sviluppo lineare dei corridoi, con la sala più maestosa alta otto metri;

   tra le tante attività che questo complesso ha ricoperto nel corso dei secoli vanno ricordate una scuola di musica, un centro di correzione giovanile, una scuola per sordomuti, un carcere e un manicomio, uno spazio di accoglienza per diseredati e donne perdute;

   fino al 1980 Palazzo Fuga vedeva la presenza di lavanderie, botteghe artigiane, opifici, laboratori e addirittura un'officina per la messa a punto delle canne da fucile. Dopo il terremoto, è rimasto abbandonato per decenni. Solo nel 1999 presero l'avvio i lavori di rifacimento della facciata centrale;

   in forza dei vincoli di destinazione di cui al decreto legislativo n. 490 del 1999, Palazzo Fuga è soggetto a una serie di rigide tutele quali il divieto di effettuare restauri che ne pregiudichino l'aspetto sostanziale, la conservazione e l'integrità strutturale;

   diverse sono state le ipotesi per il suo recupero: la creazione di un museo dell'artigianato e dell'antiquariato per la promozione dell'economia locale ma, anche, l'istituzione di una città della musica per la valorizzazione della tradizione canora partenopea. Altra ipotesi fu quella della «città dei giovani», proposta avanzata dal comune di Napoli in un masterplan che contemplava spazi didattici e ricreativi per la popolazione minorile del quartiere;

   successivamente, Palazzo Fuga venne indicato come sede della Stoà, alta scuola di formazione, con un impegno di spesa pari a due milioni e 783 mila euro per l'allestimento completo di servizi e forniture di arredi, impianti e attrezzature, aule, uffici, sala conferenza e biblioteca;

   in tempi recenti il comune di Napoli, nell'ambito del progetto «Restituire la dignità» cofinanziato con i 10 Rotary Club della città di Napoli riuniti nel Gruppo partenopeo del distretto Rotary 2100 e con fondi della Fondazione Rotary, ha destinato un'area di 270 metri quadrati quale spazio di accoglienza diurna per i senza fissa dimora, con servizi di lavanderia e igienici;

   il recupero della vocazione solidaristica della struttura è sicuramente un'azione giusta e lodevole. Da non trascurare, tuttavia, è il contesto culturale e artistico di insistenza territoriale: Palazzo Fuga si colloca, in meno di quattro chilometri, in un'area di eccezionale interesse tra il Museo archeologico nazionale, il Museo di Capodimonte, l'Orto botanico, il Museo del tesoro di San Gennaro, l'arte presepiale di San Gregorio Armeno, il Centro storico, il Museo arte contemporanea «Madre», il Museo diocesiano Donnaregina, la Biblioteca dei Girolamini, il Museo Cappella San Severo, il Teatro San Carlo;

   allo stato attuale Palazzo Fuga si presenta come un bene pressoché abbandonato. Importanti progetti, come la nascita di un museo universale o di un polo di biblioteca, non hanno visto la luce. Inoltre, la mancanza di un'adeguata manutenzione ordinaria ha determinato un rapido deterioramento dei lavori effettuati; si tratta di una condizione che non rende onore al suo valore storico e a tutte le enormi potenzialità, anche in termini di sviluppo economico ed occupazionale, che la struttura offre –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione e quali iniziative intenda assumere al riguardo per quanto di competenza.
(4-02234)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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