ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02167

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 120 del 05/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 05/02/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 05/02/2019
Stato iter:
22/03/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/03/2019
MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/03/2019

CONCLUSO IL 22/03/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02167
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Martedì 5 febbraio 2019, seduta n. 120

   RAMPELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   desta preoccupazione quanto si apprende dagli organi di stampa in merito al trattamento di dipendenti italiani presso l'ambasciata di Libia a Roma. Nello specifico, una dipendente si è vista negare la richiesta di anticipo del trattamento di fine rapporto, per gravi motivi di salute;

   la normativa vigente prevede la liquidazione anticipata del Tfr anche per una quota del 70 per cento per motivi sanitari e/o l'acquisto della prima casa; inoltre, i ratei del Tfr accantonati dal datore di lavoro per conto del dipendente costituiscono somme di competenza di quest'ultimo;

   non sarebbe il solo caso di dipendente dell'ambasciata i cui diritti sono stati negati. Solo dall'inizio del 2011 in poi, l'ambasciata ha iniziato a regolarizzare le posizioni lavorative di tutti gli italiani impiegati, assumendoli a tempo indeterminato. Tuttavia, le mansioni svolte, pur se in orario straordinario e regolarmente pagate, non sempre erano legate ad attività «diplomatiche»;

   dal 2011 in poi, ad aggravare ulteriormente la situazione, a fronte di turni sempre più massacranti, gli straordinari svolti da tutti i lavoratori italiani, non sono più stati pagati;

   la regolarizzazione di orari e straordinari non è mai avvenuta, nonostante le promesse fatte dai tre ambasciatori che dal 2013 si sono succeduti nell'ambasciata di via Nomentana a Roma;

   dal 2014 in poi, il problema diventa più grave, perché le inadempienze si estendono anche alle erogazioni degli stipendi, che vengono emessi a intervalli sempre più lunghi di due, tre, quattro, sei mesi, costringendo molti alle dimissioni;

   nel 2014 l'ambasciatore del tempo dichiarava pubblicamente che la situazione debitoria dell'ambasciata libica a Roma, circa 20 milioni di euro, era principalmente dovuta ai ricoveri dei propri connazionali e che gli stranieri investivano meno in Libia e per questo i flussi di denaro da Tripoli a Roma non erano più regolari;

   lo stesso ambasciatore è stato sospeso dall'incarico nel 2017 con l'accusa di aver assunto «comportamenti che hanno recato un danno consistente all'erario pubblico» –:

   se sia a conoscenza dei fatti elencati in premessa e, nello specifico, della situazione economica dei dipendenti italiani in servizio presso l'ambasciata di Libia, quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per tutelarne i diritti e se non ritenga opportuno assumere iniziative urgenti per impedire che la cattiva gestione dei bilanci dell'ambasciata di Libia a Roma possa riversarsi sui dipendenti italiani.
(4-02167)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 22 marzo 2019
nell'allegato B della seduta n. 147
4-02167
presentata da
RAMPELLI Fabio

  Risposta. — Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale è al corrente della situazione relativa ad alcuni impiegati di cittadinanza italiana in servizio presso l'ambasciata di Libia a Roma a seguito di comunicazioni via mail, trasmesse nel corso del 2018 dal legale dei predetti impiegati in relazione a varie questioni, sia di ordine economico che organizzativo, insorte tra l'ambasciata di Libia ed alcuni dei suoi lavoratori.
  Nelle medesime comunicazioni, il legale, formalmente incaricato dai lavoratori in parola a rappresentarli, allegava altresì copia delle lettere inoltrate all'ambasciata libica, con le quali richiedeva la regolarizzazione delle questioni ancora rimaste irrisolte (liquidazione arretrati, differenze retributive, ferie, permessi, trasferte, buoni pasto, spettanze dipendenti dal rapporto di lavoro) facendo riserva di ricorrere alle vie legali, in mancanza di una risposta da parte della rappresentanza diplomatica.
  Il cerimoniale diplomatico riscontrava le richieste in parola, esortando il legale in questione a comunicare eventuali futuri aggiornamenti e manifestando, al contempo, la propria disponibilità ad attivare la procedura dei buoni uffici, finalizzata al raggiungimento di una soluzione bonaria della controversia. Il legale, ad oggi, non ha ancora richiesto l'attivazione della procedura in parola.
  I buoni uffici consistono in una procedura di competenza del cerimoniale diplomatico, che può essere attivata su richiesta formale degli interessati, nel caso in cui insorga una controversia che veda coinvolta una Rappresentanza straniera accreditata in Italia. In tal caso, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale non avendo strumenti di intervento in merito alle singole controversie, provvede, in posizione di terzietà rispetto alle parti in causa, a fornire i propri buoni uffici, i quali si sostanziano concretamente in un'attività di facilitazione e, eventualmente, di incontri alla Farnesina che consentano di pervenire ad una soluzione della controversia, evitando così un eventuale contenzioso davanti al giudice.
  Pertanto, in merito alla richiesta relativa alle «urgenti iniziative di competenza» che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale intende adottare per tutelare i diritti dei lavoratori in argomento, il cerimoniale diplomatico ha già manifestato la propria disponibilità a fornire i buoni uffici al legale dei lavoratori dell'ambasciata di Libia a Roma e dunque ha già adottato iniziative in tal senso.
  In generale, oltre allo strumento dei buoni uffici, questo Ministero, in assenza di un vero e proprio contratto di categoria per questo tipo di lavoratori, si è già attivato per tutelare i diritti dei lavoratori in servizio presso le rappresentanze straniere in Italia, predisponendo, d'intesa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la «disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti delle ambasciate, consolati, legazioni, istituti culturali e organismi internazionali in Italia» (reperibile sul sito
internet del Ministero al seguente link: https://www.esteri.it/mae/it/servizi/stranieri/serv_rappr_stran).
  Essa costituisce un
corpus normativo che raccoglie le principali disposizioni in materia di diritto del lavoro vigenti in Italia con il fine di orientare e sensibilizzare le rappresentanze straniere accreditate in Italia al rispetto della normativa vigente in materia di regolazione del rapporto di lavoro con i propri dipendenti assunti localmente.
  Il cerimoniale informa periodicamente tutte le rappresentanze straniere in Italia (ivi compresa, dunque, l'ambasciata di Libia a Roma) sugli aggiornamenti e sulle modifiche apportate alla disciplina in parola, procedendo al contempo a sensibilizzarle sulla necessità di applicare le norme ivi contenute.
  Infine, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale non mancherà di sensibilizzare il nuovo ambasciatore libico a Roma (9 novembre 2018), Omar Tarhuni, riguardo alla necessità di garantire la tutela dei cittadini italiani in servizio presso l'ambasciata di Libia a Roma.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ricardo Antonio Merlo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ambasciata

dichiarazione pubblica

situazione economica