ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02162

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 120 del 05/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: PETTARIN GUIDO GERMANO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 04/02/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 04/02/2019
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/02/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 14/03/2019
Stato iter:
19/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/07/2019
MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/07/2019

CONCLUSO IL 19/07/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02162
presentato da
PETTARIN Guido Germano
testo di
Martedì 5 febbraio 2019, seduta n. 120

   PETTARIN. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   nell'archivio del comune di Cormòns (Gorizia) è stato ritrovato un documento datato 2 marzo 1938, la cui intestazione recita «Estratto dello Schedario degli Italiani delle nuove provincie già militari nell'Es. Austro-Ungarico, morti in seguito alla guerra», firmato dall'allora addetto militare presso la Regia legazione italiana a Vienna;

   il caso ha voluto che quella unica scheda ritrovata sia quella di Giovanni Batta Pettarin, il nonno dell'interrogante. Se lo schedario fu ordinato in ordine alfabetico, la scheda rinvenuta a Cormòns contrassegnata dal numero 21115 farebbe presupporre che il numero di caduti delle nuove provincie italiane per l'Esercito austro-ungarico potesse attestarsi intorno ai 35.000 uomini;

   al ritrovamento, di importanza potenzialmente eccezionale per restituire dignità storica non solo alle genti del territorio goriziano ma del Friuli in generale, di Trieste e di Trento, dell'Istria e del Tirolo, sono seguite incessanti ed approfondite ricerche grazie agli sforzi dell'associazione Società Cormonese Austria, che sono state meritoriamente supportate, tra il 2011 e il 2014, dai funzionari dell'ambasciata italiana a Vienna, dell'Ufficio storico dell'Esercito, di Onorcaduti di Roma, dell'Archivio centrale dello Stato, e non ultimo dall'ex presidente della regione, Debora Serracchiani, che aveva portato la questione ai più alti livelli istituzionali;

   nonostante gli sforzi qui brevemente descritti, le ricerche hanno portato solamente all'indice della documentazione del segretario generale per gli affari civili istituito nel 1915 e dal 1919 divenuto Ufficio centrale delle nuove province, alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il fondo consta di 252 buste e 47 registri di protocollo, tra cui non vi è purtroppo traccia dello schedario;

   secondo l'opinione dei ricercatori, non sarebbe strano se durante il regime fascista, a un registro di questo tipo, utilizzato essenzialmente per la concessione di pensioni di guerra da assegnare ai superstiti, venisse imposta la classificazione di riservatezza, favorendo l'occultamento di una realtà allora ritenuta incompatibile con le logiche di propaganda nazionalista, ossia la morte di decine di migliaia di italiani che combatterono nelle fila dell'esercito nemico contro l'Italia. Si tratta però dei nostri nonni. Non esiste famiglia isontina, triestina o trentina che non abbia avuto un familiare o congiunto combattente nell'Esercito austro-ungarico che attende ancora di essere tratto dall'ingiusto oblio determinato dal ventennio successivo alla guerra –:

   se il Governo sia al corrente e, nella considerazione della doverosità del supporto alla prosecuzione delle ricerche di archivio, anche e soprattutto fisiche, come intenda mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari affinché sia assicurato totale e incondizionato sostegno a ogni ulteriore ricerca di verità storica relativa ai caduti delle nuove province italiane nella prima guerra mondiale con indosso la divisa dell'esercito austro-ungarico e, in particolare, alle ricerche fisiche, anche presso gli archivi storici della Farnesina, delle Forze armate e dello Stato Maggiore dell'Esercito, dello schedario citato in premessa.
(4-02162)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 19 luglio 2019
nell'allegato B della seduta n. 211
4-02162
presentata da
PETTARIN Guido Germano

  Risposta. — In relazione al quesito posto dall'interrogante, si premette preliminarmente che il Governo assicura il proprio totale e incondizionato sostegno a qualsivoglia ricerca di verità storica relativa ai caduti delle nuove province italiane nella prima guerra mondiale con indosso la divisa dell'esercito austro-ungarico, avvalendosi, a tal fine, dell'ausilio delle amministrazioni e articolazioni dello Stato.
  Si conferma il rinvenimento, presso gli archivi comunali di Cormons, di un carteggio, risalente al 1938 e intercorso tra l'addetto militare presso la Regia delegazione d'Italia a Vienna, il municipio di Cormons e il Ministero delle finanze-direzione centrale delle pensioni di guerra, riguardante una pratica relativa a Pettarin Giovanni Battista. Tuttavia, non è stata rinvenuta alcuna documentazione o elementi documentari riconducibili allo «Schedario degli Italiani delle nuove province già militari nell'Esercito Austro-ungarico, morti in seguito alla guerra» presso il locale archivio di Stato.
  La circostanza che detto schedario fosse stato prodotto dall'addetto militare presso la regia delegazione d'Italia a Vienna, come attestato dagli atti raccolti dalla società Cormonese «Austria», ha indotto ad effettuare una verifica anche presso l'archivio storico diplomatico del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che già nel 2014 aveva ricevuto analoga richiesta, nel contesto delle celebrazioni per la commemorazione dell'anniversario della Grande Guerra.
  Sebbene la ricerca non avesse all'epoca consentito di individuare lo schedario in parola, si segnala che l'archivio storico-diplomatico della Farnesina assicura la massima collaborazione degli archivisti di Stato che potranno assistere ed indirizzare eventuali specialisti del settore che saranno incaricati di condurre ulteriori ricerche fisiche. Inoltre, l'inventario dei fondi è accessibile
online dal sito internet della Farnesina al link:
  
https://www.esteri.it/mae/it/servizi/uapsds/storico_diplom/inventarionline.html.
  Al fine di agevolare la conduzione delle ricerche sarà certamente utile acquisire copia del documento citato nell'interrogazione e degli altri documenti ad esso collegati nel fascicolo, ivi compresi elementi e informazioni sulla provenienza archivistica. Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale assicura inoltre la disponibilità a proseguire gli accertamenti sui fondi archivistici dell'ambasciata d'Italia a Vienna, di cui è previsto il versamento nei prossimi mesi.
  Analoghe ricerche, seppur con esito negativo, sono state svolte presso il Ministero per i beni culturali, il quale ha peraltro reso noto che documentazione di carattere militare è conservata anche presso gli archivi di Stato presenti sul territorio del Triveneto, in particolare Trieste, Trento, Bolzano, Belluno, i cui fondi sono, tra l'altro, consultabili anche attraverso il sistema informativo degli archivi di Stato (SIAS), raggiungibile al
link http://www.archivi-sias.it/. La ricerca presso detto Dicastero era stata condotta tra il 2011 ed il 2014, non si può pertanto escludere che, ad oggi, possa essersi resa accessibile ulteriore documentazione.
  In tale contesto, il Ministero per i beni culturali ha promosso e avviato la realizzazione di diversi progetti di censimento, inventariazione e digitalizzazione di documentazione relativa alla Prima guerra mondiale, finalizzati alla valorizzazione del relativo patrimonio documentario, conservato presso i propri istituti dipendenti o altri soggetti conservatori. In particolare si segnala il progetto nazionale «14-18. Documenti e immagini della Grande Guerra», (
http://www.14-18.it/) avente l'obiettivo di creare un archivio digitale di immagini di interesse storico, documentario e artistico della Prima guerra mondiale, attualmente coordinato dall'istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane, i cui contenuti sono in continua implementazione.
  Infine il Ministero della difesa ha confermato che gli archivi degli stati maggiori di Forza armata e del Comando generale dell'Arma dei carabinieri non dispongono dello «Schedario» in parola. Presso l'ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito è conservato un elenco dei militari appartenenti agli eserciti austro-ungarico, bulgaro, germanico e turco, caduti e raccolti sul campo dalle truppe italiane nella guerra 1915-1918, oppure deceduti durante la prigionia di guerra in Italia. Tale documento, che non risulta essere del tutto completo, è in ogni caso consultabile.
  Presso gli archivi del Commissariato generale per le onoranze ai caduti (ONORCADUTI) della difesa è disponibile un elenco, anche in questo caso non completo, dei Caduti austro-ungarici nati nella provincia di Trento (all'epoca territorio non italiano), tra i quali, tuttavia, non compare il caduto Giovanni Batta Pettarin.
  La documentazione comprendente i fogli matricolari dei militari di origine italiana, arruolati nell'esercito austro-ungarico e proveniente da territori passati all'amministrazione italiana al termine del Primo conflitto mondiale (Cortina d'Ampezzo, S. Lucia, Livinallongo del Col di Lana, tutti nella provincia di Belluno), nel novembre del 1949 fu consegnata al distretto militare di Belluno. Il materiale era stato sottratto dagli archivi del Regio esercito dalle truppe tedesche negli anni 1943-1945, durante l'occupazione nelle province dell'allora zona di operazioni del litorale adriatico e zona di operazioni delle prealpi che includevano, tra l'altro, i territori di Trento, Bolzano, Udine, Belluno, Trieste, Pola, Fiume e Gorizia. Tale documentazione è oggi custodita in parte presso gli archivi di stato competenti per territorio (Belluno, classi 1867-1909; Trento, classi 1852-1910; Bolzano, classi 1872-1908; Trieste, classi 1878-1911) e, in parte, presso i Centri documentari militari di Padova e Udine.
  Relativamente ai caduti che hanno militato nell'esercito austroungarico, la diretta competenza è della Croce nera austriaca (ente austriaco similare al Commissariato generale per le onoranze ai caduti), incaricata dal Governo federale austriaco di tutelare i diritti e gli interessi austriaci derivanti dagli articoli 171 e 172 del Trattato di Pace di Saint Germain (1919) fra le potenze alleate/associate e l'Austria. Il Trattato riguarda l'impegno dei governi a fornire, reciprocamente, l'elenco completo dei deceduti e tutte le informazioni per procedere all'identificazione, ivi compresa l'ubicazione, delle tombe dei caduti noti e ignoti.
  Il volume «La Prima Guerra Mondiale e il Trentino» del comitato trentino dell'Istituto per la storia del risorgimento italiano e dell'ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito, riporta che presso la biblioteca comunale di Trento si conservano gli elenchi ufficiali del Ministero della guerra austriaco, con le perdite subite dall'esercito austro-ungarico dal 12 agosto 1914 al 15 marzo 1918, i feriti/gli ammalati e i prigionieri di guerra.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ricardo Antonio Merlo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

esercito

pensionato

ricerca