ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02086

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 114 del 25/01/2019
Firmatari
Primo firmatario: UNGARO MASSIMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/01/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 25/01/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 20/02/2019
Stato iter:
19/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/07/2019
MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/07/2019

CONCLUSO IL 19/07/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02086
presentato da
UNGARO Massimo
testo di
Venerdì 25 gennaio 2019, seduta n. 114

   UNGARO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   come si evince dalle maggiori agenzie di stampa nazionali e dai siti internet europei, mentre a Westminster si dibatte ancora sulla «Brexit» e il plausibile mancato accordo con l'Unione europea, i circa 3,5 milioni di cittadini europei residenti nel Regno Unito – tra i quali oltre 700 mila italiani – dal 21 gennaio possono fare domanda per lo status di residenti che garantisce l'accesso a sanità pubblica e sicurezza sociale;

   chi fa richiesta deve aver vissuto nel Regno Unito per almeno cinque anni ed essere anche in possesso di un telefonino «smart», ovvero di recente fabbricazione, perché la procedura utilizza un’app. Il sistema è ancora in fase sperimentale e diventerà completamente operativo soltanto a partire dal 30 marzo 2019 quando il Regno Unito avrà lasciato l'Unione europea. La richiesta va fatta entro il giugno 2021 se si vuole evitare di dover lasciare l'isola;

   chi non ha ancora raggiunto i cinque anni di residenza potrà fare domanda per «presettled-status», una specie di condizione di pre-residenza, che diventerà definitiva una volta raggiunti i cinque anni in Gran Bretagna;

   secondo la Bbc e altri media britannici il sistema di registrazione potrebbe non essere in grado di reggere la pressione di così tante richieste e i cittadini europei potrebbero diventare un'altra «generazione Windrush». Come gli immigrati arrivati dai Caraibi negli anni Cinquanta e Sessanta, mai registrati e diventati tecnicamente immigrati illegali, anche gli europei potrebbero ritrovarsi senza diritti, pur avendo lavorato e pagato le tasse per anni;

   questa eventualità potrebbe interessare migliaia di cittadini italiani non in grado di ottemperare alle richieste del Governo Britannico. Ad oggi il Governo italiano non ha, ad avviso dell'interrogante, alcun piano serio per affrontare questa emergenza continentale –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda mettere in campo per evitare un accompagnamento coatto alla frontiera degli italiani residenti nel Regno Unito non in grado di completare la procedura di «settled-status» per l'ottenimento del permesso di residenza in Gran Bretagna.
(4-02086)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 19 luglio 2019
nell'allegato B della seduta n. 211
4-02086
presentata da
UNGARO Massimo

  Risposta. — Il tema della tutela dei diritti acquisiti dei cittadini dell'Ue residenti in Regno Unito e dei cittadini britannici residenti nell'Ue ha costituito una delle priorità affrontate sin dall'inizio dei negoziati Brexit nel 2017. Anche grazie all'iniziativa dell'Italia, la materia è infatti stata inclusa nel testo di accordo di recesso, concordato dai negoziatori UE-UK e avallato sia dal Governo britannico sia dal Consiglio europeo articolo 50 del 25 novembre 2018.
  In questa direzione, già nella prima fase del negoziato
Brexit, era anche intervenuto un impegno in prima persona della Premier May con una sua lettera aperta ai cittadini europei nel Regno Unito del 19 ottobre 2017 in cui il Primo Ministro britannico, oltre ad affermare che «i cittadini dell'Unione europea che oggi vivono legalmente nel Regno Unito potranno rimanervi», ha voluto rassicurare i cittadini Ue rispetto al timore di un processo «complicato e burocratico».
  Oltre a quanto convenuto con l'Ue nell'accordo di recesso, il Regno Unito ha definito le proprie posizioni in tema di diritti acquisiti dei cittadini nel documento «
Safeguarding the position of EU citizens in the UK and UK nationals in the EU» del 26 giugno 2017.
  Da ultimo, tenuto conto dell'incertezza che sta caratterizzando il processo di ratifica dell'accordo di recesso, il 6 dicembre 2018 il Governo britannico ha pubblicato un documento d'indirizzo (
policy paper) «Citizens’ Rights – EU citizens in the UK and UK nationals in the EU» sui diritti dei cittadini in caso di recesso senza accordo. Muovendo dal presupposto dell'operatività del nuovo sistema di registrazione dei cittadini europei introdotto dall’Home Office britannico anche in caso di no deal, il policy paper prevede una tutela dei diritti acquisti per i cittadini dell'Ue che risultino continuativamente residenti nel Paese da almeno cinque anni alla data del 29 marzo 2019 (invece che alla data del 31 dicembre 2020, venendo meno, senza l'accordo di recesso, il periodo transitorio). Chi si trovi nelle condizioni di poter beneficiare del Settled Status potrà far domanda di registrazione entro il 31 dicembre 2020. Coloro i quali si vedranno riconosciuto lo status di Settled potranno continuare a godere, in linea di massima, di diritti e benefici assicurati fino ad ora, la cui tutela tuttavia verrebbe demandata a tribunali britannici (senza alcun possibile coinvolgimento di istanze giurisdizionali europee, come invece previsto nell'accordo di recesso).
  Per quanto riguarda in generale la procedura di registrazione messa a punto dall’
Home Office britannico, si tratta di un sistema interamente online che prevede la compilazione di un modulo semplificato (rispetto a quello inizialmente previsto di 85 pagine) e con una presunzione positiva del diritto di residenza. I rifiuti dovrebbero avvenire unicamente in casi eccezionali, alle stesse condizioni per cui un rifiuto è previsto attualmente dalla direttiva 2004/38, ove il richiedente rappresenti un grave pericolo per ordine pubblico, pubblica sicurezza o sanità pubblica. Il sistema di registrazione è disponibile online sia tramite portale di accesso su un PC, sia tramite un'applicazione scaricabile su smartphone o tablet. Secondo quanto comunicato dall’Home Secretary Sajiid Javid nella sua lettera del 15 maggio 2018 al coordinatore Brexit del Parlamento europeo, Guy Verhofstadt, resterà la possibilità, per quanti non siano in grado di utilizzare la tecnologia, di presentare la richiesta in forma cartacea, anche se – con riguardo ai grandi numeri – si punta chiaramente all'uso del sistema online per gestire in maniera più rapida ed efficace un processo oggettivamente complesso e senza precedenti.
  Dopo le due prime fasi di sperimentazione (settembre-ottobre 2018 e novembre-dicembre 2018), la procedura per la registrazione per il
Settled status è giunta al suo terzo ed ultimo test, essendo stata aperta a tutti gli aventi diritto a partire dal 21 gennaio 2019. Essa è divenuta pienamente operativa il 29 marzo 2019, con oltre 400.000 richieste di regolarizzazione trattate a tale data, superando di buona misura le previsioni.
  I casi di rigetto del
Settled status da parte dell’Home office britannico sarebbero stati, sin qui, alquanto limitati e confinati ai casi dubbi circa l'effettivo possesso della cittadinanza europea da parte dei richiedenti. Ben più numerosa è invece la casistica di quanti, non avendo ancora maturato cumulativamente i previsti cinque anni di residenza continuativa minima, hanno ottenuto il riconoscimento del Pre-Settled status.
  In tale contesto il Governo italiano è costantemente impegnato a vigilare e dialogare insieme all'Ue con le autorità britanniche sulle modalità di applicazione concreta del sistema di registrazione per il
settled status e Pre-Settled status da parte dell’Home office britannico, tenuto conto dell'ampio sforzo organizzativo che l'amministrazione britannica è chiamata ad assicurare nei prossimi mesi.
  In questo senso, il tema delle modalità pratiche di riconoscimento del
Settled status continua ad essere seguito e approfondito da parte italiana, in particolare nell'ambito dell'apposito User Group dell’Home office – gruppo consultivo informale a cui partecipa attivamente la nostra Ambasciata a Londra insieme ai rappresentanti degli altri 26 Stati membri e della Commissione europea,
  Secondo le informazioni fornite dall’
Home office in occasione della riunione del 16 aprile 2019 del citato User group, il processo di trattazione delle domande in formato elettronico – che sta raggiungendo tutte le categorie di potenziali beneficiari (cittadini Ue, loro congiunti e altri destinatari del diritto di ricongiungimento) – si starebbe mostrando pienamente efficace e all'altezza della sfida. La gestione della registrazione in forma cartacea, pur ammessa, è rimasta sinora del tutto residuale.
  Nel frattempo, la campagna informativa sul
Settled scheme nel Regno Unito sta interessando tutti i canali di comunicazione (radio, TV, reti sociali, spazi pubblici), con visibili ritorni di attenzione e risposta da parte dei cittadini europei. Secondo quanto è stato possibile apprendere, le azioni informative continueranno a svilupparsi e a diversificarsi ulteriormente nei mesi a seguire, con la prevista intensificazione anche di eventi-incontro con le collettività straniere sul territorio che l’Home office intende organizzare in aree periferiche del Paese, soprattutto al fine di raggiungere le categorie di cittadini più vulnerabili.
  Proprio riguardo ai cittadini più vulnerabili (fra cui rientrano non solo anziani, minori sotto tutela e/o affidamento e diversamente abili e/o portatori di handicap, e varie altre categorie, ma anche persone di cui sia comprovato un difficile accesso e/o utilizzo allo strumento informatico) l’
Home office, in occasione della riunione periodica dello User group a Londra del 30 ottobre 2018, ha informato di aver varato una strategia ad hoc fatta di sostegni mirati diretti ed indiretti, ovvero attraverso organizzazioni non governative ed articolati sul territorio nazionale, volti ad accompagnare gli interessati sia nella finalizzazione della domanda tramite l'applicativo informativo, sia nel successivo, miglior utilizzo del Settled status. È stata anche confermata la finalizzazione della gara nazionale che ha attribuito, per il 2019-2020, un fondo di 9 milioni di sterline a 57 associazioni, enti ed organizzazioni non governative operanti sul territorio britannico per attività (di comunicazione, supporto, identificazione dei bisogni) di sostegno ai casi di vulnerabilità.
  Quanto ai costi della richiesta, in occasione del suo discorso alla Camera dei Comuni il 21 gennaio 2019, la Premier May ha annunciato anche l'eliminazione della commissione (inizialmente fissata a 65 sterline) per la richiesta di
Settled status da parte dei cittadini Ue. L’Home office avrebbe completato i rimborsi delle somme già pagate da cittadini europei per la concessione del Settled status.
  Su questa azione governativa di registrazione dei cittadini europei su così vasta scala lo stesso Parlamento britannico continua a tenere uno stretto monitoraggio, sia alla Camera dei Comuni (
Joint committee on human rights) che alla Camera dei lord (Sotto Comitato giustizia della Commissione per l'Unione europea).
  In tale quadro, il nostro Governo continua, dunque, ad avere un intenso e proficuo dialogo con il Regno Unito sulla necessità di garantire anche in concreto i diritti acquisiti dei cittadini Ue in Regno Unito e britannici nell'Ue, con particolare riguardo alle categorie più vulnerabili. In particolare il tema del riconoscimento pratico del
Settled status continua ad essere monitorato ed approfondito dal Governo italiano, anche nell'ambito del sopramenzionato User group dell’Home office britannico.
  Sul piano della comunicazione pubblica, dal 2017 ad oggi è stato promosso un ciclo di 12 incontri da parte dell'Ambasciata d'Italia a Londra con la Comunità italiana residente nel Regno Unito, anche alla presenza di esponenti di Governo italiani in visita, allo scopo di ascoltare le esigenze e le aspettative della Comunità italiana residente sulla
Brexit, fornire riscontri sulle prime fasi di test del sistema di registrazione, preparare le riunioni dello User group, nonché fornire indicazioni utili anche nel processo di formazione della posizione italiana sul negoziato relativo alla parte II dell'accordo di recesso relativo ai diritti dei cittadini.
  Inoltre, a partire dal 2017 l'ambasciata d'Italia a Londra, in collaborazione con i Consolati generali di Londra e di Edimburgo, ha anche istituito un servizio speciale di assistenza dedicato ai cittadini italiani, con la creazione di un'apposita pagina
Brexit – informazioni per i connazionali sul sito: www.amblondra.esteri.it/ambasciata_londra/it/informazioni_e_servizi/brexit.
  Tale servizio di assistenza è articolato in quattro sezioni: 1) notizie sulle principali tappe e sullo sviluppo del processo negoziale tra il Regno Unito e l'Unione europea; 2) spazio esplicativo dedicato alle domande più frequenti (FAQ – Frequently asked questions), sotto forma di domande e risposte, contenenti informazioni di dettaglio sull'impatto, attuale o potenziale, della
Brexit sullo status dei cittadini italiani (e in generale Ue) residenti nel Regno Unito; 3) sezione «Prepararsi alla Brexit» per gli operatori economici; 4) Documenti e Note ufficiali sulla Brexit, pubblicati dal Governo britannico, dall'Ue dall'Italia.
  Anche al fine di sopperire all'aumento tali richieste di servizi consolari connesso all'incremento di iscrizioni all'Aire e passaporti nel contesto di incertezza legato alla
Brexit, il Governo italiano ha lavorato al rafforzamento della rete consolare italiana nel Regno Unito con l'assegnazione di un terzo funzionario diplomatico presso il Consolato generale a Londra (gennaio 2019) e l'assunzione di 15 unità di personale a contratto temporaneo di un anno (nel corso del 2018 e 2019). Sono attualmente allo studio del Maeci ulteriori misure di rafforzamento della rete soprattutto nel caso si arrivasse ad un recesso senza accordo. In particolare, l'articolo 16 del decreto-legge del 25 marzo 2019, n. 22 già convertito in legge prevede misure volte a rafforzare i servizi consolari, sia attraverso l'adeguamento delle strutture fisiche a disposizione della rete consolare italiana nel Regno Unito, sia attraverso l'aumento delle risorse umane a disposizione, per rispondere alle legittime aspettative dei nostri connazionali nel Regno Unito.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ricardo Antonio Merlo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrazione illegale

cittadino della Comunita'

Unione europea