ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02060

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 112 del 23/01/2019
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 23/01/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 23/01/2019
Stato iter:
04/04/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/04/2019
TRENTA ELISABETTA MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/04/2019

CONCLUSO IL 04/04/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02060
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Mercoledì 23 gennaio 2019, seduta n. 112

   PALAZZOTTO. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   da un paio di mesi, dalla notte dell'11 novembre 2018, i miliziani di Hamas hanno irrobustito i posti di blocco dispiegati lungo la Striscia di Gaza. Fermano le auto e perquisiscono i passeggeri, temendo che dietro a un passaporto europeo possano nascondersi militari delle forze speciali israeliane;

   il 15 gennaio 2019 si è appreso che i miliziani di Hamas hanno inseguito una macchina che non si è fermata allo stop. Pare che gli uomini di Hamas fossero armati e durante l'inseguimento abbiano sparato dei colpi; a bordo di quell'auto si trovavano tre carabinieri italiani che hanno cercato rifugio in una palazzina delle Nazioni Unite, sede dell'Unrwa nel centro della città di Gaza. A quel punto le forze di Hamas hanno circondato la zona; i funzionari dell'Onu hanno confermato che si trattava di «personale della sicurezza italiana, entrato a Gaza per una missione ufficiale»;

   per ore Hamas ha chiesto che «gli stranieri fossero consegnati per poter svolgere un'inchiesta». Secondo altre fonti palestinesi, l'assedio sarebbe andato avanti da lunedì sera, mentre i diplomatici italiani trattavano perché i tre potessero lasciare la Striscia. Nella notte i capi di Hamas hanno riconosciuto l'identità degli uomini e tolto l'accerchiamento;

   da quanto si apprende i carabinieri stavano verificando le condizioni di sicurezza (fanno parte del nucleo scorte del consolato a Gerusalemme) per una visita ufficiale al monastero di Sant'Ilarione, l'eremo di epoca bizantina attorno a cui cerca di resistere la sempre più ridotta comunità cristiana;

   il rafforzamento dei posti di blocco di Hamas lungo la striscia di Gaza è avvenuto dopo che l'11 novembre 2018 un commando israeliano si è infiltrato al di là della barriera ed è stato intercettato da una pattuglia palestinese. La missione, definita «di routine» dai portavoce israeliani, si è trasformata in un disastro: un colonnello è morto nel combattimento, un capitano ferito, a quel punto gli ufficiali hanno ordinato un massiccio bombardamento con l'artiglieria per permettere l'evacuazione dei soldati; sette miliziani sono stati ammazzati, tra loro un comandante militare di Hamas. Da allora Hamas ha deciso di dare la caccia agli informatori arabi che avrebbero aiutato «il nemico» a preparare l'incursione, diffondendo anche le foto di quelli che — secondo la loro ricostruzione — avrebbero fatto parte della squadra israeliana e che portavano documenti falsi;

   l'operazione così profonda nel loro territorio aveva scatenato la rappresaglia ordinata dai leader di Hamas: quasi 500 tra razzi e proiettili di mortaio scagliati contro le città israeliane in meno di ventiquattro ore. Neppure durante i 59 giorni di guerra nel 2014 erano stati così tanti in così poco tempo e un'altra guerra sembrava dovesse scoppiare –:

   se corrisponda al vero la notizia descritta in premessa e riportata dagli organi di stampa e se il Governo non intenda chiarire le circostanze per cui le autorità palestinesi non fossero adeguatamente informate della presenza di operatori del nucleo scorte del consolato italiano a Gerusalemme in missione per verificare le condizioni di sicurezza per una visita ufficiale al monastero di Sant'Ilarione.
(4-02060)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 aprile 2019
nell'allegato B della seduta n. 156
4-02060
presentata da
PALAZZOTTO Erasmo

  Risposta. — In merito all'episodio che, il 14 gennaio scorso, ha coinvolto tre militari dell'arma del nucleo scorte del Console generale d'Italia a Gerusalemme, confermo che la missione dei Carabinieri – un sopralluogo preparatorio a una visita ufficiale del diplomatico presso il Monastero di S. Ilarione in Gaza – era stata preventivamente e regolarmente notificata, come da prassi consolidata, alle autorità locali da parte del Consolato Generale italiano tramite gli uffici delle Nazioni unite.
  Per quanto attiene alla permanenza del personale militare italiano presso il Compound Onu a Gaza City, essa si è protratta il tempo necessario ad effettuarne l'identificazione e ad ottenere i necessari permessi da parte delle autorità locali a lasciare il territorio della Striscia.
  Le autorità palestinesi di Hamas, intervenute sul posto a seguito della segnalazione da parte di alcuni residenti, hanno diramato, ad episodio risolto, un comunicato stampa con il quale hanno reso nota la conclusione dell’
iter investigativo con il riconoscimento dell'identità dei tre militari italiani.
La Ministra della difesa: Elisabetta Trenta.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

automobile

passaporto europeo

questione palestinese