ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01879

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 102 del 18/12/2018
Firmatari
Primo firmatario: SILVESTRI RACHELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/12/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 14/12/2018
Stato iter:
24/06/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/06/2019
VACCA GIANLUCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/06/2019

CONCLUSO IL 24/06/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01879
presentato da
SILVESTRI Rachele
testo di
Martedì 18 dicembre 2018, seduta n. 102

   RACHELE SILVESTRI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che:

   la necropoli longobarda di Castel Trosino, frazione di Ascoli Piceno, è venuta alla luce nell'aprile del 1893;

   si tratta di un complesso archeologico di notevole importanza storica e artistica: il sito è, infatti, la prima necropoli longobarda scoperta nel centro Italia ed è costituito da circa trecento ricche tombe;

   i reperti rinvenuti nel sito furono immediatamente portati a Roma per essere messi a disposizione di esperti e studiosi, con l'impegno dell'allora Ministro e Sottosegretario di Stato competente, come si rileva da notizie di stampa locale dell'epoca, che parte considerevole di essi sarebbe stata restituita al luogo di origine;

   tale impegno venne altresì ufficializzato dal Ministro competente nella risposta a una interrogazione del senatore Mariotti del Collegio di Pesaro, risalente al 1893, di protesta per il trasferimento dei reperti rinvenuti nella necropoli di Castel Trosino;

   nel 1967, i corredi di Castel Trosino entrarono a far parte della collezione del neocostituito Museo nazionale dell'Alto Medioevo (Mame);

   la collocazione dei reperti di Castel Trosino in una cornice museale lontana dal sito di origine degli stessi è considerata da sempre, anche dai non ascolani, quanto meno non appropriata, anche in considerazione del fatto che come risulta da numerosi testi storici, i longobardi, arrivati come «invasori» ad Ascoli, si integrarono perfettamente con la popolazione locale;

   nei decenni passati numerose sono state le richieste dei sindaci e dei consiglieri comunali ascolani, unite alle proteste di sindacati, associazioni e semplici cittadini, per far sì che tali reperti tornassero ad Ascoli Piceno e al suo territorio. Tra le tante richieste, si ricorda una petizione, risalente al 1995, da parte del presidente dell'azienda di promozione turistica di Ascoli, consegnata al Ministro competente e un'altra petizione popolare, con annessa raccolta firme, risalente all'anno 2012, che in pochi giorni raccolse migliaia di adesioni;

   nei suddetti reperti è scritta la cultura picena e ne sono incise le testimonianze della storia. Quel tesoro appartiene al luogo d'origine e può contribuire a divenire volano di uno sviluppo socio-economico di un territorio fortemente colpito dagli eventi sismici e che sta vivendo, oltre ad una crisi economica, anche un significativo spopolamento, soprattutto nelle frazioni e nei comuni collinari e montani. Non possono non essere riconsegnati al suo territorio una simile ricchezza culturale e una possibilità così significativa per il rilancio dell'economia e del turismo;

   la frazione di Castel Trosino, la città di Ascoli Piceno e buona parte dei comuni di cui Ascoli è capoluogo di provincia, ad oggi, risultano inseriti all'interno degli allegati 1, 2 e 2-bis del decreto-legge n. 189 del 2016, ovvero tra i comuni colpiti dagli eventi sismici che hanno interessato il Centro Italia a partire dal 24 agosto 2016;

   i reperti potrebbero essere allocati in un edificio storico di proprietà comunale con le spese di gestione e servizi ad esso addebitate, mentre lo Stato, potrebbe, anche in sinergia con la regione, provvedere a coprire almeno i costi di allestimento del museo –:

   quali siano le ragioni che giustifichino la permanenza dei suddetti reperti nel Museo nazionale dell'Alto Medioevo di Roma e se sia possibile restituirli, in una parte considerevole, al comune di Ascoli Piceno, considerando per la loro allocazione l'ipotesi sopra descritta, anche con riguardo al fatto che il comune e il territorio di cui è capoluogo di provincia risultano inseriti, per più della metà del territorio provinciale, negli allegati 1, 2 e 2-bis del decreto-legge n. 189 del 2016, ovvero tra i comuni colpiti dagli eventi sismici che hanno interessato il Centro Italia a partire dal 24 agosto 2016.
(4-01879)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 giugno 2019
nell'allegato B della seduta n. 195
4-01879
presentata da
SILVESTRI Rachele

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo in esame, con il quale l'interrogante ha chiesto di conoscere le ragioni che giustificano la permanenza dei reperti rinvenuti nella necropoli longobarda di Castel Trosino presso il Museo nazionale dell'Alto Medioevo di Roma.
  Come già rappresentato dal Ministro durante il
question time alla Camera, rispondendo a un'interrogazione della deputata Giorgia Latini, la collocazione dei corredi di Castel Trosino al Museo dell'Alto Medioevo di Roma non è casuale e non risponde a logiche meramente centralistiche, ma risulta funzionale a una maggiore articolazione di progetti di studio, valorizzazione, promozione, anche turistica, di cui il comune e il museo di Ascoli non possono che giovarsene.
  Il Tesoro dei Longobardi è composto da 34 arredi funebri dell'enorme necropoli longobarda rinvenuta a Castel Trosino con oltre 200 sepolture databili tra il VI e il VII secolo dopo Cristo.
  Si tratta di qualcosa trovato già nel XVIII secolo ma poi in particolare negli scavi sistematici condotti nel 1893 e che furono in parte portati a Roma nel 1895 per rappresentare la realtà storica e archeologica dei Longobardi.
  Questo nucleo divenne nel 1967 parte significativa dell'allestimento del Museo nazionale dell'Alto Medioevo di Roma.
  Dal 2016 questo museo è parte del Museo delle Civiltà, che è ad autonomia speciale.
  Il materiale proveniente da Castel Trosino è integralmente esposto al Museo nazionale dell'Alto Medioevo di Roma che è regolarmente aperto, svolge numerose iniziative didattiche di valorizzazione, nel 2018 è stato visitato da 50 mila persone con un
trend in crescita ed è base di studio e ricerca per diverse università italiane e straniere.
  Nel 2019, con un progetto europeo in accordo con l'associazione «Italia-Longobardorum», sono in programma al Museo nazionale dell'Alto Medioevo di Roma mostre temporanee ed eventi.
  Una parte rilevante dei corredi di Castel Trosino è comunque esposta al museo di Ascoli Piceno e da 15 anni si pratica, con un accordo tra questo museo e quello dell'Alto Medioevo di Roma, un prestito a rotazione per consentire nel tempo la visione nella città marchigiana di tutto il materiale di Castel Trosino in modo dinamico e con una efficace sinergia tra musei centrali e musei territoriali.
  In data 26 marzo 2019 il sindaco di Ascoli, Guido Castelli e Filippo Gambari direttore del Museo delle Civiltà dell'Eur a Roma, hanno stipulato la nuova convenzione che prevede scambi di reperti fra territori che hanno una storia medievale, nonché percorsi comuni di civiltà e identità culturale.
  Presenti alla stipula anche l'assessore alla cultura Piersandra Dragoni, il sindaco di Nocera Umbra Giovanni Bontempi, il direttore dei Musei Ascolani Stefano Papetti e il consigliere Andrea Maria Antonini.
  «A Castel Trosino – come dichiarato dal direttore del Museo delle Civiltà – deve essere assolutamente valorizzata la necropoli e il corredo funebre che ne fa parte. Un patrimonio storico che va collegato al suo territorio come testimonianza del passaggio in questo territorio della civiltà longobarda. La prima convenzione tra il Comune di Ascoli e il Museo dell'Alto Medioevo risale al 2004, ma era più un accordo di carattere “patrimoniale” sulla “spartizione dei reperti” fra le città interessate. Oggi questo secondo e nuovo accordo serve invece per valorizzare il patrimonio archeologico e il territorio».
  Infatti, come ricordato dallo stesso direttore, anche il Ducato di Spoleto contiene importanti testimonianze insieme ad altri due centri di insediamento longobardo che sono Nocera Umbra e Castel Trosino.
  La conoscenza di questi territori incentiva un certo tipo di turismo e la città di Ascoli può trarne vantaggio, poiché in collaborazione con la Soprintendenza dei beni culturali si può realizzare un progetto che mobiliti le persone e il loro interesse nei confronti di questi siti.
  I reperti trovati finora non sono solo gioielli, ma sono oggetti che vanno restituiti ai loro riferimenti originali, alle genti ed alla civiltà di cui sono espressione.
  I Longobardi non furono degli invasori, ma trovarono in Italia una società già strutturata, un contesto culturale già ben solido, per cui si integrarono alla cultura e alla civiltà italica e latina, realizzando una fusione naturale con essa.
  I Longobardi sono una realtà del territorio italiano, bisogna capire meglio questa realtà senza degenerare nei vari «regionalismi».
  In definitiva, il nuovo accordo ha l'obiettivo di far conoscere ancor più Ascoli Piceno e di rafforzarne il profilo culturale e turistico.

Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Gianluca Vacca.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sviluppo sociale

patrimonio architettonico

prestazione di servizi