ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01856

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 100 del 12/12/2018
Firmatari
Primo firmatario: BATTILOCCHIO ALESSANDRO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 12/12/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12/12/2018
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12/12/2018
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 24/12/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01856
presentato da
BATTILOCCHIO Alessandro
testo di
Mercoledì 12 dicembre 2018, seduta n. 100

   BATTILOCCHIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   negli anni successivi al secondo conflitto mondiale i cittadini italiani di Etiopia ed Eritrea, oltre a subire una vera e propria persecuzione, vennero costretti all'esodo. L'espatrio dei nostri connazionali fu molto duro, oltre all'abbandono forzoso di ogni bene, venne richiesto loro il pagamento di tasse e di balzelli vari relativi ad anni passati o a contenziosi fiscali già definiti. Tale situazione fu precipitosa e non consentì di predisporre da parte dei connazionali una idonea documentazione dei beni perduti;

   è da citare la risoluzione dell'Onu del 19 gennaio 1952 che prevedeva, tra l'altro, all'articolo 7: «I beni, diritti e interessi dei cittadini italiani, comprese le persone giuridiche italiane in Eritrea, saranno rispettati a condizione che siano stati acquistati conformante alla legislazione in vigore al momento dell'acquisto. Essi non saranno trattati meno favorevolmente dei beni, diritti e interessi degli altri cittadini stranieri comprese le persone giuridiche di nazionalità straniera». L'accordo di cui sopra assicura la continuità e la permanenza italiana in Etiopia garantendone il libero e diretto esercizio dei loro diritti; e ancora: «I cittadini italiani in Eritrea che hanno lasciato oppure che lasceranno l'Eritrea per prendere dimora in altro paese, saranno autorizzati a vendere liberamente i loro beni mobili e immobili, a realizzare i loro attivi e disporne e, dopo il pagamento dei debiti e delle imposte di cui potrebbero essere gravati in Eritrea, a trasferire i loro beni mobili e i fondi che possiedono, compreso il ricavato delle transizioni summenzionate, a meno che questi beni e questi fondi non siano stati acquisiti illegalmente»;

   il Ministero dell'economia e delle finanze negli anni ’70 e ’80 propose alle associazioni rappresentative degli italiani di Eritrea degli indennizzi molto sottodimensionati rispetto a quanto richiesto da tali associazioni, che, seppur contestati, furono accettati dai rappresentanti delle categorie per risolvere il problema dell'indigenza e smettere di scontrarsi contro il Governo, con il quale avrebbero tutt'al più ottenuto piccoli successi posto che esigui aumenti di indennizzo sarebbero stati erosi dall'elevatissima inflazione di quei tempi;

   si parla di un trattamento per gli esuli di Etiopia ed Eritrea molto sconveniente rispetto ai paritetici connazionali esiliati da altre ex colonie italiane –:

   se il Governo ritenga opportuno porre in essere iniziative per sanare la pluridecennale situazione degli esuli italiani dell'Eritrea e dell'Etiopia.
(4-01856)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione ONU

cittadino della Comunita'

indennizzo