ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01798

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 95 del 06/12/2018
Firmatari
Primo firmatario: CUNIAL SARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/12/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/12/2018
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/12/2018
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 27/12/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01798
presentato da
CUNIAL Sara
testo di
Giovedì 6 dicembre 2018, seduta n. 95

   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   secondo la Fao tra le cause principali del cambiamento climatico vi sono le emissioni di gas serra (2/3 del totale) e di metano (il 78 per cento) generate dall'allevamento intensivo. Esse sono tra le maggiori responsabili anche dell'inquinamento delle falde acquifere, dell'estinzione di specie animali, della perdita di biodiversità, nonché del disboscamento di aree ecologicamente importanti come la foresta amazzonica. Secondo One Green Planet, nella regione brasiliana dell'Amazzonia circa l'80 per cento della deforestazione è causato da allevamenti di bestiame e dall'esigenza di fare spazio alle coltivazioni destinate a diventare mangime per gli animali. Circa il 70 per cento della soia mondiale viene usata per alimentare il bestiame e solo il 6 per cento di questa produzione è destinato all'alimentazione umana. Il Brasile è il primo fornitore di soia per l'Italia, destinata quasi totalmente all'alimentazione animale;

   il benessere degli animali quali «esseri senzienti» è sancito dal trattato sul funzionamento dell'Unione europea che, all'articolo 13, afferma: «nella formulazione e nell'attuazione delle politiche dell'Unione nei settori dell'agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti». L'interesse verso la protezione degli animali da reddito si è fatto ancor più evidente dal momento in cui la politica agricola comune (Pac), già dal 2007, ha inserito il benessere animale tra i criteri obbligatori da rispettare nell'ambito della cosiddetta «condizionalità» ai sensi del regolamento (CE) n. 1782/03. Gli allevatori devono rispettare le pertinenti disposizioni legislative comunitarie e nazionali relative ai rischi nella produzione primaria e nelle operazioni associate, comprese le misure relative alla salute e al benessere degli animali (Regolamento (CE) 852/2004);

   le altissime densità a cui gli animali sono ammassati nei capannoni, le cattive condizioni ambientali, le violenze subite e lo stress accumulato, le epidemie e le facili infezioni contratte rendono necessario l'uso sistematico di antibiotici. Ben il 70 per cento degli antibiotici prodotti nel mondo finisce negli allevamenti intensivi. L'Italia è il terzo utilizzatore di antibiotici nell'Unione europea dopo Spagna e Cipro. A causa delle condizioni di vita degli animali, gli allevamenti intensivi sono tra le prime cause dello svilupparsi di batteri resistenti agli antibiotici. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità l'antibiotico-resistenza è «la più grande minaccia alla medicina moderna». Un report del Ministero della salute già nel 2014 rivelava la presenza di livelli molto alti e preoccupanti di antibiotico-resistenza nelle carni di pollo italiane. Nello stesso report i dati sull'antibiotico-resistenza negli allevamenti italiani sono definiti preoccupanti. Anche la Fnovi ha definito i dati «alquanto allarmanti». Secondo l'Efsa e il Ecdc nel nostro Paese l'antibiotico resistenza è responsabile sino a 7.000 decessi l'anno. Uno dei tassi più alti in Europa, in cui si stimano 25 mila decessi all'anno e 1,5 miliardi di euro di spesa. La Review on Antimicrobial Resistance ha stimato che nel mondo, nel 2050, le infezioni batteriche potrebbero causare 10 milioni di morti all'anno, superando i decessi per tumore, con una previsione di costi che va oltre i 100 trilioni di dollari;

   un recente studio su Science ha valutato che, riducendo il consumo di carne, tassando i farmaci, agendo con norme adeguate e imponendo un'imposta indiretta sul consumo degli antibiotici veterinari del 50 per cento, si potrebbe ridurre il consumo di antibiotici negli animali fino all'80 per cento;

   già nel 2006 l'Unione europea ha proibito l'utilizzo di antibiotici come «promotori della crescita». Oggi le istituzioni europee stanno lavorando per vietare l'uso di massa di antibiotici a partire dal 2022. Nel 2011 l'Ema ha pubblicato un piano in 12 punti contro la resistenza agli antibiotici;

   una delle soluzioni normative individuate e messe in pratica dalla Francia e dallo Stato della California è il divieto di utilizzo di gabbie per la produzione di uova dal 2022;

   nel mese di gennaio 2018 è stato pubblicato il primo rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità basato sul Global Antimicrobial Surveillance System (Glass), sistema di sorveglianza lanciato dalla stessa nell'ottobre 2015 per far fronte all'emergenza crescente dei «super batteri» che non rispondono agli antimicrobici normalmente utilizzati per debellarli. Lo scopo è quello di cercare di monitorare la situazione non solo in Europa e nelle nazioni ad alto reddito, ma anche nei Paesi meno ricchi. L'Italia non ha ancora aderito a questo progetto –:

   se il Governo intenda assumere iniziative per rendere il sistema dei controlli più efficace, ridurre il consumo di antibiotici in zootecnia, monitorare la resistenza ai batteri e promuovere scelte terapiche più appropriate, potenziare la formazione del personale sanitario e gli operatori sulle norme relative al benessere animale, evitare autoprescrizioni avviando un differente sistema di confezionamento dei farmaci, prevenire lo sviluppo e la trasmissione delle malattie all'interno degli allevamenti e incentivare sistemi di allevamento estensivo e di allevamento con metodi biologici;

   se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza per prevedere l'indicazione obbligatoria in etichetta del tipo di allevamento, intensivo o estensivo, e promuovere una maggiore trasparenza sulla tracciabilità della filiera, potenziando i controlli in tutte le fasi, dal trasporto degli animali fino alle condizioni dell'allevamento.
(4-01798)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

benessere degli animali

allevamento intensivo

antibiotico