ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01750

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 92 del 28/11/2018
Firmatari
Primo firmatario: VINCI GIANLUCA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 28/11/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TOMBOLATO GIOVANNI BATTISTA LEGA - SALVINI PREMIER 28/11/2018
CAVANDOLI LAURA LEGA - SALVINI PREMIER 24/01/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/11/2018
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 24/01/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01750
presentato da
VINCI Gianluca
testo presentato
Mercoledì 28 novembre 2018
modificato
Giovedì 24 gennaio 2019, seduta n. 113

   VINCI, TOMBOLATO, CAVANDOLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'accordo del 16 dicembre 2010 sulle «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo» ha impegnato le regioni italiane ad attuare 10 linee di azione per la ridefinizione del percorso nascita;

   con esso viene stabilito in 1000 parti anno il volume minimo per configurare le condizioni organizzative, di competenza e di expertice, necessarie per la sicurezza del percorso nascita;

   l'accordo ha pertanto previsto la chiusura dei punti nascita con un volume di attività inferiore a 500 parti/anno, in quanto non in grado di garantire sicurezza per la madre e il neonato, nonché l'adozione di stringenti criteri per la riorganizzazione della rete assistenziale, fissando il numero di almeno 1000 parti/anno quale parametro cui tendere;

   il Ministero ha al riguardo specificato che il criterio di chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti non va considerato con accezione punitiva nei confronti della popolazione, poiché non scaturisce da mere finalità economiche di contenimento della spesa, bensì dalla necessità di fornire alla donna e al neonato un'assistenza di livello elevato e che tale garanzia può essere assicurata innanzitutto da adeguati standard operativi, tecnologici e di sicurezza, ma soprattutto dalla presenza, con livelli di operatività h24 intesa come guardia attiva, di personale qualificato che, potendo seguire una casistica numerosa, è in grado di effettuare un corretto inquadramento delle pazienti e una corretta gestione della gravidanza, mantenendo ed accrescendo nel tempo la propria competenza;

   l'accordo ha comunque previsto la possibilità in deroga di mantenere attivi i punti nascita con volume minimo di 500 parti/anno, esclusivamente in caso di reali situazioni orogeografiche critiche, ovvero in presenza di aree geografiche notevolmente disagiate, esclusivamente a condizione che in tali strutture siano garantiti tutti gli standard organizzativi, tecnologici e di sicurezza previsti per le unità operative ostetriche e neonatologico/pediatriche di 1° livello. Inoltre, con il decreto ministeriale 11 novembre 2015, si è demandato al Comitato percorso nascita nazionale il compito di esprimere un parere sulla richiesta, da parte delle regioni e delle province autonome, di deroghe per punti nascita con volumi di attività minori di 500 parti;

   nell'ottobre 2017 il Ministero della salute ha comunicato alla regione Emilia-Romagna il parere negativo espresso dal Comitato rispetto alla deroga richiesta per mantenere attivo, tra gli altri, il punto nascita, operante sull'Appennino emiliano, di Borgo Val di Taro (PR), avente un volume inferiore ai 500 parti annui;

   nel caso del punto nascita di Borgo Val di Taro, la decisione di chiusura del centro di fatto, contrariamente alla suddetta specificazione, ad avviso degli interroganti si legge come un atto afflittivo per la popolazione del particolare comune montano che in questo modo si vede eliminata anche la sicurezza psicologica di poter intraprendere un percorso procreativo sapendo di avere al proprio fianco un servizio sanitario presente e sempre disponibile. Va da sé che tale decisione scoraggia le nascite di nuovi figli e destina allo spopolamento il fragile territorio montano del comune di Borgo Val di Taro;

   da informazioni assunte dagli interroganti, parrebbe che la regione Emilia Romagna, almeno per quanto riguarda Borgo Val di Taro, non abbia rappresentato nella richiesta di deroga la significativa distanza da percorrere per raggiungere i punti nascita alternativi alla struttura da chiudere né abbia accennato alla pericolosità di eventuali parti in itinere per le partorienti –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intraprendere iniziative urgenti volte a consentire la riapertura del centro nascite di Borgo Val di Taro (PR).
(4-01750)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prima infanzia