ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01628

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 82 del 13/11/2018
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 13/11/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MURONI ROSSELLA LIBERI E UGUALI 13/11/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 13/11/2018
Stato iter:
14/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 14/10/2020
COSTA SERGIO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 14/10/2020

CONCLUSO IL 14/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01628
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Martedì 13 novembre 2018, seduta n. 82

   FRATOIANNI e MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   gli eventi atmosferici della scorsa settimana hanno messo in mostra tutte le criticità del territorio campano;

   nell'agro nocerino sarnese scorre il Sarno, il fiume più inquinato d'Europa, che nei giorni scorsi è stato caricato oltre che dei volumi enormi di acqua dovuti alle precipitazioni, anche di un'enorme quantità di inquinanti sotto forma di una considerevole quantità di rifiuti di plastica che di fatto hanno intasato la foce costringendo le autorità locali a riaprire l'unica griglia posizionata a proteggere il versamento di rifiuti solidi in mare;

   la griglia in questione non riesce a bloccare l'enorme quantità di rifiuti determinando una situazione di inquinamento e di degrado constatato in questi ultimi giorni in maniera eclatante;

   la vicenda delle plastiche è solo uno dei tanti problemi legati all'inquinamento del fiume;

   in merito al progetto della doppia foce del Sarno della regione Campania, esso, tra l'altro, non prevede percorsi di naturalizzazione con ingegneria ecologica per favorire un recupero verde di aree oggi degradate e di fatto, quindi, non disponibili ai cittadini sotto forma di un parco fluviale pubblico, rischiando, a parere dell'interrogante, che il progetto sia solamente un'ulteriore colata di cemento, utile solo a spendere risorse pubbliche e degradare ulteriormente un territorio già ferito;

   occorrerebbe procedere prioritariamente al dragaggio del fiume dai fanghi tossici accumulatisi negli anni sul fondo –:

   se e con quali strumenti il Governo intenda intervenire, per quanto di competenza e in sinergia con la regione, sulle criticità esposte in premessa e che sono alla base della pesante situazione di inquinamento del Sarno, che rappresenta la principale causa di inquinamento del golfo di Napoli;

   se e con quali strumenti intenda intervenire, per quanto di competenza e in collaborazione con la regione, per risolvere l'inquinamento da metalli pesanti che proviene da Solofra tramite il torrente Solofrana, dal momento che in quell'area insistono sversamenti abusivi da parte della maggioranza delle concerie della zona che in questo modo evitano di usare il depuratore e quindi di contribuire ai costi di gestione, col risultato che infatti oggi è fallito;

   se e quali iniziative intenda adottare, anche promuovendo una verifica da parte del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente per fare chiudere tutti gli sversamenti abusivi, sia fognari che industriali e di allevamenti di bestiame, che contribuiscono pesantemente all'inquinamento lungo tutto il corso del Sarno;

   se sia a conoscenza che la maggioranza delle città dell'agro sarnese non ha i collettori fognari collegati ai depuratori e se tale intervento prioritario sia tra le opere che il Governo intende finanziare per quanto di competenza;

   se sia a conoscenza che, oltre al problema dell'inquinamento, esiste l'annosa vicenda delle piene che in questi giorni ha arrecato non pochi danni ai cittadini che abitano nei pressi della foce.
(4-01628)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 14 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 408
4-01628
presentata da
FRATOIANNI Nicola

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Si ritiene, innanzitutto, opportuno fornire informazioni finalizzate ad inquadrare territorialmente l'area, le diverse problematiche connesse e le recenti iniziative messe in campo a livello centrale.
  Nello specifico, la piana del Sarno — ricadente nel bacino distrettuale dell'Appennino meridionale — comprende 56 comuni e si estende per circa 708 chilometri quadrati dal versante Sud-Est del Vesuvio fino alla penisola Sorrentina ed all'isola di Capri.
  Il Bacino del fiume Sarno comprende 42 comuni, nelle tre province di Napoli, Salerno ed Avellino, e si estende per circa 500 chilometri quadrati dai Monti Picentini ai Monti Lattari ad Est e a Sud, dai Monti Lauro e dal complesso Somma-Vesuvio a Nord.
  Le principali problematiche che caratterizzano il bacino del fiume Sarno — come si evince dall'analisi di diversi documenti di programmazione territoriale quali il piano di gestione del rischio alluvioni, il piano stralcio per l'assetto idrogeologico e il piano di gestione delle acque — sono riconducibili ai seguenti aspetti:
  rischio indotto da fenomeni alluvionali: la superficie della piana del Sarno a rischio idraulico è pari circa al 7,8 per cento dell'intera area. Le criticità idrauliche attualmente presenti lungo il corso del fiume Sarno sono quasi tutte attribuibili a restringimenti delle sezioni di deflusso e ad irregolarità dei profili di fondo;
  rischio indotto da fenomeni franosi: la superficie della piana del Sarno a rischio idraulico è pari circa al 52 per cento dell'intera area;
  acque superficiali e sotterranee: tutti i corpi idrici superficiali individuati risultano caratterizzati da un «non buono stato ecologico» e, in alcuni tratti del torrente Solofrana, emergono anche superamenti dei parametri chimici delle acque effluenti quali il cromo e il cadmio. Dalle analisi effettuate in diversi punti del reticolo naturale sono emersi superamenti in particolari periodi dell'anno, dovuti alle fluttuazioni di produzioni di alcune aziende agricole/manifatturiere.
  Per le acque sotterranee, nell'area ricadono otto acquiferi e quantitativamente risultano tutti classificati come non buoni, in quanto altamente sovra sfruttati. Infatti, la scelta di captare l'acqua mediante pozzi artesiani per l'approvvigionamento idrico ai fini agricoli è indotta dalle condizioni di inquinamento dei principali corsi d'acqua superficiali presenti nell'area.
  Analogamente risulta «non buono» lo stato chimico degli acquiferi.
  Ulteriore significativa criticità è rappresentata dall'enorme presenza di rifiuti urbani e non, lungo tutto il reticolo naturale che comporta importanti riduzioni delle sezioni in corrispondenza degli attraversamenti e delle confluenze idrauliche.
  Lo stato di gravissimo degrado del bacino del fiume Sarno è dovuto al combinato operare di una pluralità di fonti di inquinamento: innanzitutto quelle urbane, agricole e industriali.
  Alla categoria delle fonti urbane di inquinamento vanno condotte le perdite da reti fognarie primitive e sottodimensionate rispetto ai carichi da convogliare, gli scarichi direttamente in falda: la pratica dei pozzi neri disperdenti, la percolazione da aree adibite a discarica abusiva, ma impermeabilizzate in maniera approssimativa o, quando abusive, non affatto impermeabilizzate.
  Le fonti di inquinamento agricole sono rappresentate, invece, dall'uso spesso indiscriminato di fertilizzanti chimici, fitofarmaci, antiparassitari, anticrittogamici, diserbanti nonché reflui di origine zootecnica utilizzati come concime.
  Le fonti di inquinamento industriale, infine, sono da ascrivere in preponderanza agli scarichi non trattati degli stabilimenti conciari, conservieri, cartari, tipografici e così via.
  Da una disamina delle attività di indagine svolte sinora e dei contesti riscontrati, si può affermare che esistano numerose concause responsabili dei fenomeni di inquinamento del fiume Sarno e dei suoi affluenti Solofrana e Cavaiola. In sintesi, il fenomeno è riconducibile a:
  considerevole industrializzazione presente nell'area dell'agro nocerino sarnese;
  eccessiva antropizzazione di quei territori, legata a doppio filo al mancato completamento della rete fognaria e collettamento agli impianti di depurazione;
  scarsa attenzione all'ambiente.
  Proprio per arrivare ad una soluzione definitiva di risanamento del fiume Sarno e dei territori che attraversa, nell'ambito del
Masterplan Bacino Fiume Sarno, è stato assegnato all'autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale il compito di definire e programmare uno scenario di misure di concerto con gli enti territorialmente competenti e declinare un piano di azioni da realizzare in base alle priorità. Tra le misure previste rientrano anche quelle relative al ciclo integrato delle acque, ovvero l'intervento di mitigazione degli impatti derivanti dagli scarichi.
  Premesso quanto sopra, relativamente ai recenti fenomeni di inquinamento il Ministero ha attivato i Carabinieri del Noe per effettuare controlli e indagini lungo l'intera area del fiume.
  Le attività di controllo sono tuttora in corso su delega delle competenti Procure di Avellino, Salerno e Nocera Inferiore ed in attuazione di quelli previsti e pianificati nell'ambito dell'accordo di collaborazione operativo siglato il 16 ottobre 2019 dal Comando del Nucleo operativo ecologico con l'autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale, che prevede un programma tecnico economico-operativo temporale finalizzato a definire le misure strutturali e non strutturali di mitigazione delle criticità.
  Il 7 maggio 2020 l'autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale ha comunicato che, nei giorni 5 e 6 maggio 2020, sono stati effettuati i primi campionamenti delle acque lungo il corso fluviale e i suoi affluenti principali.
  Sono state avviate dal Dipartimento di biologia e chimica - università di Napoli Federico II (con la quale è stato stipulato un accordo ed è in corso di stipula l'accordo integrativo) le analisi sui campioni prelevati.
  Sarà cura dell'autorità di bacino comunicare al Ministero i risultati di queste prime attività e fornire un aggiornamento sulle prossime azioni da effettuare, condivise con il Comando generale dei Carabinieri per la tutela ambientale, con il quale è stato stipulato un programma tecnico/economico/operativo/temporale che ha come finalità la valutazione delle criticità ambientali e di quanto a queste connesso.
  Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero si impegna comunque a mantenere un'interlocuzione costante con tutti i soggetti competenti finalizzata a garantire che la ripresa dell'attività avvenga nel rispetto dell'ambiente e delle norme che ne disciplinano la tutela.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento

inquinamento dei corsi d'acqua

corso d'acqua