ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01606

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 80 del 09/11/2018
Firmatari
Primo firmatario: PENTANGELO ANTONIO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 09/11/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO PER IL SUD
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 09/11/2018
Stato iter:
14/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 14/10/2020
COSTA SERGIO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 13/06/2019

RISPOSTA PUBBLICATA IL 14/10/2020

CONCLUSO IL 14/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01606
presentato da
PENTANGELO Antonio
testo di
Venerdì 9 novembre 2018, seduta n. 80

   PENTANGELO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, al Ministro per il sud, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   fonti di stampa hanno reso noto il fatto che, in seguito all'eccezionale ondata di maltempo, un albero si è abbattuto sul fiume Sarno formando casualmente e fortunatamente una sorta di diga;

   ciò ha causato un accumulo eccezionale di plastica nei pressi della foce del fiume, sita nel territorio del comune di Castellammare di Stabia;

   sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco i quali, utilizzando una escavatrice, hanno rimosso cumuli di rifiuti, soprattutto plastica, ammassatasi a causa dell'ostruzione trovata sulla strada verso il mare;

   l'azione di supplenza esercitata dall'amministrazione comunale per dare soluzione al problema, supplenza causata dalle reiterate negligenze e dai ritardi accumulati, ad avviso dell'interrogante, dagli amministratori della regione Campania, che quasi nulla hanno fatto dal momento del loro insediamento sino al verificarsi dell'evento per dare soluzione al problema, ha evitato un danno ancor più grave al mare e alla coste campane, poiché sono stati recuperati centinaia di metri cubi di plastica, dal peso pari a numerose tonnellate, raccolti in appositi cassoni;

   l'enorme quantità di materiale plastico rinvenuto lungo il corso del fiume, ad avviso degli amministratori locali, è frutto di un possibile illecito deposito e accumulo di materiali inquinanti, e si ipotizzano anche casi di abusivo sversamento;

   il Sarno è uno dei fiumi più inquinati del Paese e l'accaduto dimostra, per l'ennesima volta, quanto gravi siano i danni causati dal versamento nel fiume di rifiuti che defluiscono verso il mare, danneggiando gravemente il territorio e il litorale campano e arrecando gravi danni anche al settore turistico;

   a causare il profondo degrado del territorio, oltre alla plastica, sono gli scarichi industriali provenienti dalle aziende conciarie e agroalimentari, gli scarichi urbani non depurati immessi nel corso del fiume da due torrenti tributari, Solofrana e Cavaiola. Le gravi conseguenze spaziano dal considerevole danno economico al forte incremento dell'incidenza di malattie allergiche e di patologie tumorali;

   ad avviso del sindaco, il danno sarebbe causato anche da controlli carenti, che dovrebbero essere effettuati dalla regione Campania, sotto la cui responsabilità cade l'onere di bonificare il corso d'acqua, tanto che è stato siglato un protocollo di intesa tra la regione Campania rappresentata dall'Agenzia regionale campana difesa suolo e l'Autorità di bacino regionale del fiume Sarno, per la sistemazione idraulica, la riduzione del rischio idrogeologico e la riqualificazione ambientale del fiume e della rete di affluenti, al fine di limitare fenomeni di esondazione che potrebbero condizionare negativamente lo sviluppo socio-economico dell'area;

   il sindaco Cimmino, riferendosi all'ultimo episodio in particolare, ha segnalato il fatto che se la plastica avesse raggiunto il mare, avrebbe determinato enormi danni al contesto ambientale e all'ecosistema marino. Constatata la gravità della situazione, l'amministrazione comunale si è quindi immediatamente prodigata per l'attivazione di una griglia necessaria per fermare le sostanze macroinquinanti –:

   se i fatti esposti in premessa trovino conferma e, in caso affermativo, quali iniziative urgenti intendano assumere, per quanto di competenza;

   in particolare, se si intenda promuovere una verifica da parte del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, al fine di acquisire un quadro aggiornato della situazione, con particolare riguardo alla natura e alla misura dei materiali inquinanti presenti nel Sarno, e per verificare l'entità dell'aggravamento effettivo della situazione di inquinamento in cui versa il fiume, in modo da garantire la migliore tutela della salute della cittadinanza e dell'ambiente;

   se intendano promuovere, per quanto di competenza e in collaborazione con la regione Campania, un monitoraggio capillare dello stato di inquinamento in cui versano tutti i corsi d'acqua che scorrono nella regione Campania e tutte le coste campane.
(4-01606)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 14 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 408
4-01606
presentata da
PENTANGELO Antonio

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Si ritiene, innanzitutto, opportuno fornire informazioni finalizzate ad inquadrare territorialmente l'area, le diverse problematiche connesse e le recenti iniziative messe in campo a livello centrale.
  Nello specifico, la Piana del Sarno – ricadente nel bacino distrettuale dell'Appennino meridionale – comprende 56 comuni e si estende per circa 708 chilometri quadrati dal versante Sud-Est del Vesuvio fino alla penisola sorrentina ed all'isola di Capri.
  Il Bacino del fiume Sarno comprende 42 comuni, nelle tre province di Napoli, Salerno ed Avellino, e si estende per circa 500 chilometri quadrati dai Monti Picentini ai Monti Lattari ad Est e a Sud, dai Monti Lauro e dal complesso Somma-Vesuvio a Nord.
  Le principali problematiche che caratterizzano il bacino del fiume Sarno – come si evince dall'analisi di diversi documenti di programmazione territoriale quali il Piano di gestione del rischio alluvioni, il Piano stralcio per l'assetto idrogeologico e il Piano di gestione delle acque – sono riconducibili ai seguenti aspetti:

   rischio indotto da fenomeni alluvionali: la superficie della piana del Sarno a rischio idraulico è pari circa al 7,8 per cento dell'intera area. Le criticità idrauliche attualmente presenti lungo il corso del fiume Sarno sono quasi tutte attribuibili a restringimenti delle sezioni di deflusso e ad irregolarità dei profili di fondo;

   rischio indotto da fenomeni franosi: la superficie della piana del Sarno a rischio idraulico è pari circa al 52 per cento dell'intera area;

   acque superficiali e sotterranee: tutti i corpi idrici superficiali individuati risultano caratterizzati da un «non buono stato ecologico» e, in alcuni tratti del torrente Solofrana, emergono anche superamenti dei parametri chimici delle acque effluenti quali il cromo e il cadmio. Dalle analisi effettuate in diversi punti del reticolo naturale sono emersi superamenti in particolari periodi dell'anno, dovuti alle fluttuazioni di produzioni di alcune aziende agricole/manifatturiere.

  Per le acque sotterranee, nell'area ricadono otto acquiferi e quantitativamente risultano tutti classificati come non buoni, in quanto altamente sovra sfruttati. Infatti, la scelta di captare l'acqua mediante pozzi artesiani per l'approvvigionamento idrico ai fini agricoli è indotta dalle condizioni di inquinamento dei principali corsi d'acqua superficiali presenti nell'area.
  Analogamente risulta «non buono» lo stato chimico degli acquiferi.
  Ulteriore significativa criticità è rappresentata dall'enorme presenza di rifiuti urbani e non, lungo tutto il reticolo naturale che comporta importanti riduzioni delle sezioni in corrispondenza degli attraversamenti e delle confluenze idrauliche.
  Lo stato di gravissimo degrado del bacino del fiume Sarno è dovuto al combinato operare di una pluralità di fonti di inquinamento: innanzitutto quelle urbane, agricole e industriali.
  Alla categoria delle fonti urbane di inquinamento vanno condotte le perdite da reti fognarie primitive e sottodimensionate rispetto ai carichi da convogliare, gli scarichi direttamente in falda: la pratica dei pozzi neri disperdenti, la percolazione da aree adibite a discarica abusiva, ma impermeabilizzate in maniera approssimativa o, quando abusive, non affatto impermeabilizzate.
  Le fonti di inquinamento agricole sono rappresentate, invece, dall'uso spesso indiscriminato di fertilizzanti chimici, fitofarmaci, antiparassitari, anticrittogamici, diserbanti nonché reflui di origine zootecnica utilizzati come concime.
  Le fonti di inquinamento industriale, infine, sono da ascrivere in preponderanza agli scarichi non trattati degli stabilimenti conciari, conservieri, cartari, tipografici e così via.
  Da una disamina delle attività di indagine svolte sinora e dei contesti riscontrati, si può affermare che esistano numerose concause responsabili dei fenomeni di inquinamento del fiume Sarno e dei suoi affluenti Solofrana e Cavaiola. In sintesi, il fenomeno è riconducibile a:

   considerevole industrializzazione presente nell'area dell'agro nocerino sarnese;

   eccessiva antropizzazione di quei territori, legata a doppio filo al mancato completamento della rete fognaria e collettamento agli impianti di depurazione;

   scarsa attenzione all'ambiente.

  Proprio per arrivare ad una soluzione definitiva di risanamento del fiume Sarno e dei territori che attraversa, nell'ambito del Masterplan Bacino Fiume Sarno, è stato assegnato all'autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale il compito di definire e programmare uno scenario di misure di concerto con gli enti territorialmente competenti e declinare un piano di azioni da realizzare in base alle priorità. Tra le misure previste rientrano anche quelle relative al ciclo integrato delle acque, ovvero l'intervento di mitigazione degli impatti derivanti dagli scarichi.
  Premesso quanto sopra, relativamente ai recenti fenomeni di inquinamento il Ministero ha attivato i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) per effettuare controlli e indagini lungo l'intera area del fiume.
  Le attività di controllo sono tuttora in corso su delega delle competenti procure di Avellino, Salerno e Nocera Inferiore ed in attuazione di quelli previsti e pianificati nell'ambito dell'accordo di collaborazione operativo siglato il 16 ottobre 2019 dal comando del Nucleo operativo ecologico con l'autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale, che prevede un programma tecnico economico-operativo-temporale finalizzato a definire le misure strutturali e non strutturali di mitigazione delle criticità.
  Il 7 maggio 2020 l'autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale ha comunicato che, nei giorni 5 e 6 maggio 2020, sono stati effettuati i primi campionamenti delle acque lungo il corso fluviale e i suoi affluenti principali.
  Sono state avviate dal Dipartimento di biologia e chimica – università di Napoli Federico II (con la quale è stato stipulato un accordo ed è in corso di stipula l'accordo integrativo) le analisi sui campioni prelevati.
  Sarà cura dell'autorità di bacino comunicare al Ministero i risultati di queste prime attività e fornire un aggiornamento sulle prossime azioni da effettuare, condivise con il Comando generale dei carabinieri per la tutela ambientale, con il quale è stato stipulato un programma tecnico/economico/operativo/temporale che ha come finalità la valutazione delle criticità ambientali e di quanto a queste connesso.
  Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero si impegna comunque a mantenere un'interlocuzione costante con tutti i soggetti competenti finalizzata a garantire che la ripresa dell'attività avvenga nel rispetto dell'ambiente e delle norme che ne disciplinano la tutela.
  

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento

corso d'acqua

sviluppo sociale