ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01514

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 74 del 30/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: TRAVERSI ROBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/10/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 30/10/2018
Stato iter:
15/05/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/05/2019
COSTA SERGIO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/05/2019

CONCLUSO IL 15/05/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01514
presentato da
TRAVERSI Roberto
testo di
Martedì 30 ottobre 2018, seduta n. 74

   TRAVERSI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   a Genova, nell'area portuale di levante, trova collocazione un complesso industriale dedicato alla riparazione ed alla trasformazione di navi, compresi cinque vecchi bacini di carenaggio;

   si tratta del compendio che raccoglie Calata Boccardo e Calata Grazie, i bacini di carenaggio, lo specchio acqueo ex officine Oarn e le aree di Molo Cagni, del Molo ex superbacino e, in parte, della darsena fieristica;

   le attività svolte nel settore delle riparazioni navali costituiscono una branca dell'industria pesante, ritenuta dal diritto internazionale e comunitario tra quelle di maggiore rischio per la salute umana;

   l'attenzione è rivolta verso operazioni quali saldature elettriche dei metalli, taglio termico con fiamma, lavaggio con solventi, verniciatura di navi, sabbiatura o blasting delle superfici metalliche;

   soltanto a Genova tali attività sono svolte in stretta contiguità con le zone residenziali della città a più elevata densità abitativa, a poche decine di metri dalle abitazioni;

   considerando l'inesistenza di congrue distanze tra le attività e le abitazioni si calcola che circa 280.000 abitanti sono esposti agli effetti dalle emissioni altamente tossiche derivanti dalle sopra citate operazioni;

   il Comitato porto aperto di Genova ha commissionato una relazione tecnica sugli «Insediamenti industriali pesanti nel Centro Storico di Genova» a un autorevole gruppo di esperti affinché analizzasse i dati rilevati da 11 postazioni di deposimetri, sparse per la città (analisi a cura di Eurochem Italia), e ha accertato come le determinazioni quantitative e qualitative della deposizione al suolo delle sostanze contaminanti eseguite nell'anno 2015 evidenziano una situazione ambientale estremamente compromessa dalla presenza di sostanze gravemente nocive per la salute umana, assumendo come riferimento i dati dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente americana E.P.A. (Shipbuilding and Ship Repair Residual Risk) e la relazione dell'Ocse del novembre 2010, trasmessa a tutti i Governi, relativa all'inquinamento dai cantieri di costruzione e riparazione navali;

   in base alle analisi effettuate dal Comitato si evidenziano i livelli di contaminazione di alcune sostanze tossiche nell'agglomerato urbano densamente abitato:

    cadmio 10 volte superiore ai limiti di altri Paesi;

    cromo totale 126 volte superiore ai valori Ispra;

    mercurio 186 volte superiore ai limiti di altri Paesi;

    nichel 4 volte superiore ai limiti di altri Paesi;

    rame 4 volte superiore ai limiti di altri Paesi;

    zinco 75 volte superiore ai limiti di altri Paesi;

    manganese 7 volte superiore ai valori indicati dalla letteratura;

    alluminio 31 volte superiore ai valori indicati dalla letteratura;

   in sostanza, in base ai dati rilevati, come illustrato, il centro storico di Genova ha le caratteristiche di un vero e proprio sobborgo industriale piuttosto che di un centro residenziale densamente abitato (The European Pollutant Release and Transfer Register-E-PRTR);

   È stata inoltre sensibilizzata la direzione «Environment» della Commissione europea che il 3 maggio 2016 ha risposto sull'esigenza che le autorità italiane predispongano adeguati studi di valutazione di impatto ambientale (che in Europa include anche gli effetti sulla salute umana) per i progetti che comportano un significativo impatto, prima del rilascio delle autorizzazione;

   la stessa Arpal Liguria ha pubblicato uno studio nel febbraio del 2017 che evidenzia l'impatto delle emissioni in atmosfera dei porti liguri;

   nelle conclusioni lo studio di Arpal evidenzia la necessità di interventi mirati, quali l'elettrificazione delle banchine per la riduzione degli ossidi di azoto delle emissioni dei motori causate dalla movimentazione delle navi tra le banchine, ma ignora completamente il problema molto più grave, quello delle emissioni tossiche dai bacini di carenaggio e da molte delle attività di riparazione navale, con particolare riferimento alle polveri ultrasottili –:

   quali iniziative di competenza, anche normative, il Governo intenda mettere in atto per garantire la salute degli abitanti di Genova coinvolti dalle emissioni dannose, eventualmente promuovendo una specifica indagine epidemiologica.
(4-01514)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 15 maggio 2019
nell'allegato B della seduta n. 176
4-01514
presentata da
TRAVERSI Roberto

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Secondo quanto riferito dalla prefettura di Genova, il complesso industriale in argomento è ricompreso nell'area territoriale delle riparazioni navali, Fiera di Genova e Piazzale Kennedy, soggetta alle previsioni pianificatorie in atto vigenti del piano regolatore portuale approvato nel 2001 e del piano urbanistico comunale approvato nel 2015, nonché all'accordo di programma sottoscritto nel 2003 tra Autorità portuale, regione Liguria e comune di Genova.
  Si tratta di un distretto di attività di navalmeccanica, situato nel porto industriale di levante, dedito ad attività di costruzioni e riparazioni navali, che impegna circa 1700 lavoratori, oltre l'indotto.
  L'area, ancorché interamente ricadente all'interno della zona portuale, è localizzata in prossimità del centro abitato di Genova, in un'area del territorio comunale in cui è presente una rete di rilevamento della qualità dell'aria gestita dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Liguria, articolata in sei stazioni di monitoraggio, ubicate nella parte centro-orientale del territorio cittadino, prossima alla zona delle riparazioni navali.
  In merito ai dati contenuti nella documentazione prodotta dal comitato porto aperto di Genova, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ligure ha fatto presente di aver formulato le proprie osservazioni con nota del 28 dicembre 2015. Nella stessa nota, con riferimento ai dati sulla qualità dell'aria forniti dal comitato, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Liguria ha rilevato che «le analisi prodotte si riferiscono ad una sola campagna della durata di 24 ore effettuata tramite deposimetri (campionatori passivi) posizionati in cinque postazioni», e ritenendo i relativi risultati «non valutabili» per i seguenti motivi:

   «le campagne di deposimetria hanno di norma una durata non inferiore a 15 giorni e vengono ripetute almeno per ogni stagione»;

   «la normativa di riferimento per la qualità dell'aria prevede lo svolgimento di monitoraggi di tipo attivo»;

   «gli inquinanti analizzati non sono specifici delle riparazioni navali ma possono derivare anche da altre fonti emissive».

  In ordine alle classi di polverosità rilevate, sempre secondo quanto riferito dalla prefettura, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Liguria ha riscontrato come alcune postazioni (yacht club, Lega navale e Via Corsica) ricadessero in classe I, ovvero con indice di polverosità «praticamente assente» ed altre (Villa Mylius e Vico dietro S. Cosimo) in classe III, ovvero con indice di polverosità «media».
  A ciò si aggiunga che, per effetto di una richiesta di intervento statale formulata, ai sensi dell'articolo 309 del decreto legislativo n. 152/2006, dal predetto Comitato porto aperto nel 2016, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, su incarico del Ministero dell'ambiente, ha redatto nel dicembre del 2017 un
report finalizzato a valutare la sussistenza di eventuali profili di pregiudizi ambientali, alla luce della documentazione prodotta dagli istanti e riferita alle attività di riparazione navale svolte nel porto di Genova e, in particolare, alle attività di demolizione e riciclaggio del relitto della nave Costa Concordia.
  Il predetto
report, pur rilevando elementi di criticità, ha ritenuto di non poterli univocamente imputare alle attività di riparazioni navali ed ha concluso nel senso della insussistenza di elementi atti a dimostrare «impatti rilevanti come danno ambientale o minaccia di danno ambientale sulla base dei requisiti previsti dalla parte sesta del decreto legislativo n. 152 del 2006 e riconducibili alla fonte individuata nella richiesta di intervento statale». Ciò, anche in ragione dell'assenza di informazioni relative ad altre potenziali fonti di emissioni inquinanti, come il complesso delle attività portuali, il traffico navale e il traffico veicolare, così come richiamato anche in un passaggio del recente pronunciamento del Tar Liguria n. 873/2018 adito con ricorso per motivi aggiunti dal predetto comitato.
  Vale altresì precisare, come riferito dalla locale amministrazione civica, che le aziende che operano nel settore delle riparazioni navali sono autorizzate o ai sensi dell'articolo 269 del decreto legislativo n. 152/2006 dalla Città metropolitana, o ai sensi dell'articolo 272 del predetto decreto da parte del comune di Genova.
  L'amministrazione comunale ha, altresì, informato che risultano in fase di collaudo i lavori di elettrificazione delle banchine che potranno assicurare una significativa riduzione della produzione di fattori inquinanti.
  Sempre secondo quanto riferito dal comune di Genova, il 30 gennaio 2018 il consiglio comunale ha approvato all'unanimità la proposta che impegna il sindaco e la giunta all'attivazione di un tavolo interistituzionale di responsabilità sociale composto da autorità portuale, Capitaneria di porto, armatori, Arpal, Asl e tutti gli attori istituzionali interessati, con il coinvolgimento anche delle rappresentanze della cittadinanza e dei comitati territoriali al fine di elaborare un piano integrato città-porto per il miglioramento della qualità dell'aria e della salute pubblica in ambito portuale e nei quartieri limitrofi.
  Si riferisce infine che, con deliberazione del 16 novembre 2018 la locale giunta regionale ha approvato un documento recante «misure urgenti per la riduzione della concentrazione degli inquinanti nell'aria ambiente in regione Liguria» e per il monitoraggio dell'andamento delle misure programmate che riguardano, tra l'altro, anche le attività portuali.
  Alla luce delle informazioni esposte, si fa presente comunque che il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere la propria attività di monitoraggio e controllo, valutando anche, unitamente al Ministero della salute, attraverso il supporto dell'istituto superiore di sanità, l'opportunità di approfondire, con idonei studi, sia le valutazioni di impatto ambientale sia gli eventuali conseguenti effetti avversi sulla salute delle popolazioni esposte.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sostanza tossica

inquinamento

inquinamento chimico