ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01383

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 63 del 15/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: MELICCHIO ALESSANDRO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/10/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'IPPOLITO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2018
ORRICO ANNA LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2018
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 15/10/2018
Stato iter:
15/01/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/01/2021
COSTA SERGIO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 17/07/2019

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/01/2021

CONCLUSO IL 15/01/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01383
presentato da
MELICCHIO Alessandro
testo di
Lunedì 15 ottobre 2018, seduta n. 63

   MELICCHIO, D'IPPOLITO, ORRICO e NESCI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   negli anni novanta il depuratore comunale di contrada Muccone nel comune di Bisignano venne dato in gestione alla ditta WTS. Nel 1992 fu permesso di installare, su un territorio comunale, un ulteriore impianto per la depurazione di liquami ad alta concentrazione. Nel 2000 viene affidata la gestione alla ditta Consuleco, che aveva assorbito la WTS, per nove anni. La Consuleco viene autorizzata a esercitare autonoma attività di smaltimento di rifiuti liquidi e attività collaterali e si consente l'utilizzo della capacità residua di trattamento dell'impianto di depurazione pubblico per depurare reflui pretrattati nell'impianto per rifiuti speciali, ormai diventato privato, della Consuleco;

   nel 2005 la Consuleco presentò una proposta di ampliamento. Nella nota si metteva in evidenza come parte del refluo non depurato, attesa la presenza di uno scolmatore di piena, fluiva direttamente nelle acque del fiume Muccone;

   nel luglio 2007 la polizia provinciale di Cosenza scopriva una sospetta e consistente moria di pesci nei fiumi di Bisignano. Nel 2008 un rapporto della questura di Cosenza parlava di grave inquinamento proveniente dai depuratori, paventando il disastro ambientale per inquinamento dei fiumi Crati e Moccone. Nel settembre 2008, a seguito di queste informative, un'ordinanza del comune ordinò il sequestro preventivo del depuratore. Subito dopo il sindaco revocò l'ordinanza. Nel febbraio 2009, a seguito delle vibrate proteste dei residenti, che paventavano una situazione di pericolo per la salute pubblica, il comune di Bisignano deliberava che, a decorrere dal 1° gennaio 2010, il territorio comunale di contrada Muccone, sul quale è costruito l'impianto privato di depurazione, sarebbe ritornato improrogabilmente in pieno possesso del comune. A settembre 2009 tre avvisi di garanzia venivano notificati al sindaco e all'amministratore unico della Consuleco, nell'ambito di un'indagine riguardante reati di natura ambientale connessi alla gestione dell'impianto. In particolare sarebbe stata contestata la mancata autorizzazione dell'impianto allo scarico dei reflui nel fiume Muccone. Su disposizione della magistratura di Cosenza fu disposto il sequestro preventivo dell'impianto di depurazione privato e si apposero i sigilli allo stesso, lasciando in funzione solo quello pubblico;

   scaduta la concessione e indetta una nuova gara per la gestione degli impianti, nel 2009, la Consuleco non smantellava gli impianti privati, nonostante le varie diffide e ordinanze. Nel luglio 2011 il comune di Bisignano mise in mora la società sulla necessità di dotarsi di un collettore di scarico autonomo per il depuratore privato;

   a marzo 2016, dopo numerose vicissitudini giudiziarie, il comune di Bisignano riprendeva possesso degli impianti di depurazione comunale con la finalità di trasferirli alla ditta Smeco Lazio, aggiudicataria della gara d'appalto del 2009/2010. La ditta però rifiutava la consegna gestionale dell'impianto e così, in somma urgenza, la gestione veniva affidata alla ditta EMID;

   ad aprile 2016 un filone dell'inchiesta «Tempa rossa» evidenziava come i rifiuti pericolosi, ai quali erano stati cambiati i codici CER, partivano dal Centro Oli di Viggiano per Bisignano, per essere smaltiti in maniera illegittima nel depuratore della Consuleco;

   i controlli effettuati dall'Arpacal sulle acque reflue del depuratore Muccone del 26 agosto 2016 e quelle successive del 16 ottobre 2017 certificavano il superamento dei valori rispetto ai limiti previsti, in particolare quelli relativi all'azoto ammoniacale, ai tensioattivi e escherichia coli. L'autorizzazione allo scarico, solo provvisoria, era scaduta da 2 anni;

   il 5 febbraio 2018, a seguito della revoca dell'affidamento in somma urgenza alla Emid e nelle more del periodo necessario a indire una gara ad evidenza pubblica, nonostante il contenzioso giuridico ancora esistente tra la Consuleco e il comune di Bisignano, veniva presa a noleggio una parte dell'impianto di depurazione della stessa Consuleco, che possiede il depuratore privato i cui reflui pretrattati finiscono poi nel depuratore pubblico –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato circa situazioni come quella di cui in premessa e se, in particolare, non intenda adottare iniziative normative per evitare nella gestione degli impianti di depurazione rischiose sovrapposizioni e conflitti di interesse, considerato che nel caso in questione la Consuleco, ricevendo i reflui pretrattati del suo impianto privato, si trova nelle condizioni di essere controllore e controllato;

   se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, intensificare i controlli, anche per il tramite del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, sull'attività in corso, con particolare riferimento ai casi già accertati di inquinamento dei fiumi Muccone e Crati.
(4-01383)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 gennaio 2021
nell'allegato B della seduta n. 452
4-01383
presentata da
MELICCHIO Alessandro

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In merito alla gestione del depuratore comunale di contrada Mucone nel comune di Bisignano e l'inquinamento dei fiumi Crati e Mucone, causato dallo sversamento di reflui non depurati, la stazione dei Carabinieri di Bisignano ha fatto pervenire alla prefettura di Cosenza una specifica relazione dalla quale è stato estratto il contributo riguardante in particolare i controlli sull'impianto in argomento.
  Già nel maggio 2016, a seguito dell'intervento del comando della stazione dei Carabinieri di Bisignano venne accertato che, dallo scarico finale dell'impianto che sversa nel torrente Mucone, fuoriuscivano reflui di colore marrone scuro.
  Al fine di accertare la natura di detta sostanza veniva richiesto all'ARPAC di effettuare i dovuti prelievi che, per quanto riguarda lo scarico delle acque reflue urbane, accertarono il superamento del valore limite (previsto dalla tabella 3, allegato 5 parte III del decreto legislativo n. 152 del 2006) dei parametri relativi a Escherichia coli.
  Furono quindi interessati gli organi amministrativi affinché fosse irrogata la relativa sanzione.
  Nell'ottobre 2017 venne effettuata una ulteriore segnalazione al comando di Bisignano, per la fuoriuscita dei liquami maleodoranti e schiumosi versati nel fiume Mucone.
  Di qui, il nuovo intervento dell'ARPAC che evidenzia nello scarico delle acque reflue urbane il superamento del valore limite (previsto dalla tabella 3, allegato 5 parte III del decreto legislativo n. 152 del 2006, dei parametri relativi ad azoto ammoniacale, tensioattivi anionici ed escherichia coli.
  La conseguenza fu la notifica di violazione amministrativa ai soggetti coinvolti, ovvero il comune di Bisignano e la società, EMID srl alla quale lo stesso comune di Bisignano, con delibera di Giunta n. 30 datata 8 aprile 2016, aveva commissionato, con provvedimento di somma urgenza, la gestione degli impianti, affidamento poi revocato nel febbraio 2018 e nuovamente affidato alla Consuleco srl che aveva gestito l'impianto fino a mese di marzo 2016. Anche in questo caso, a seguito della notifica di violazione amministrativa, furono interessati gli organi amministrativi competenti affinché fosse ad irrogata la relativa sanzione.
  Tra la fine del 2018 e il giugno 2019 la stazione Carabinieri Forestale di Acri, ha effettuato dei controlli che hanno condotto a una sanzione amministrativa per scarico di reflui senza autorizzazione, a carico del gestore dell'impianto e del responsabile dell'ufficio tecnico del comune di Bisignano.
  Allo stato, l'impianto di depurazione comunale di contrada Mucone è gestito dalla società Consuleco srl sulla base della determinazione n. 26 del 24 gennaio 2019 del comune di Bisignano e ha ottenuto dalla provincia di Cosenza l'autorizzazione provvisoria allo scarico datata 13 maggio 2020.
  Il Ministero dell'ambiente, più in generale, ritiene di dover precisare che la depurazione e conseguentemente, la gestione degli impianti, si inserisce nel processo verticale del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) composto appunto da acquedotto, fognatura e depurazione e che la normativa di settore, in particolare l'articolo 149, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006, affida agli enti di governo d'ambito, in sede di predisposizione e/o aggiornamento del piano d'ambito, il compito di condurre le seguenti attività:

   1. Ricognizione delle infrastrutture;

   2. Programmazione degli interventi;

   3. Redazione piano economico finanziario.

  La regione Calabria è tra le regioni che ad oggi non hanno ancora provveduto a dare piena attuazione al servizio idrico integrato, causa di criticità organizzative, gestionali ed infrastrutturali e grave pregiudizio al territorio.
  La corretta gestione del servizio idrico integrato, secondo le norme vigenti, prevede una struttura decisionale locale che fa capo agli enti di governo d'ambito a cui spetta la scelta del modello organizzativo del SII, la pianificazione degli interventi necessari a fornire un servizio di qualità, la redazione del piano economico e finanziario della gestione e l'affidamento del servizio ad un gestore unico, oltre che il controllo e la vigilanza sulla gestione.
  È fondamentale, quindi, per la regione Calabria, attuare l'organizzazione del SII per evitare la frammentazione gestionale che equivale a carenze infrastrutturali, dispendio di risorse, pianificazione non aggiornata, tariffazione non coerente con la regolazione nazionale.
  Sulla base delle informazioni acquisite anche dai dati dell'ARERA risulta che il 6 novembre 2018, per quel che concerne la costituzione dell'ente di governo d'ambito (autorità idrica della Calabria), è stato approvato lo statuto, è stata istituita l'assemblea dei sindaci, ma non è stato istituito il comitato direttivo, né nominato il direttore generale.
  Pertanto, ad oggi, sono ancora in corso le procedure per completare l'operatività dell'ente di governo d'ambito (autorità idrica della Calabria).
  In ordine alla gestione del servizio idrico, si evidenzia che non è stata ancora individuata la tipologia di gestione da utilizzare che, peraltro, condiziona anche la redazione del piano di ambito.
  La mancata attuazione del SII ha determinato, nel tempo, forti criticità nel settore fognario depurativo, criticità che hanno causato l'avvio di procedure d'infrazione comunitarie, per non corretta attuazione della direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane, per 141 agglomerati con carico generato maggiore di 2.000 a.e. appartenenti alla regione Calabria.
  Tra gli agglomerati coinvolti da procedura d'infrazione rientra anche l'agglomerato di Bisignano.
  Nello specifico si tratta della procedura d'infrazione 2014/2059 giunta allo stadio di parere motivato complementare.
  Proprio al fine di accelerare la realizzazione degli interventi e garantire nel minor tempo possibile l'adeguamento degli agglomerati alle norme comunitarie, con l'articolo 4
-septies della legge n. 55 del 14 giugno 2019 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019 n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito degli eventi sismici» l'operato del Commissario straordinario unico — di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 29 dicembre 2016 n. 243, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2017 n. 18 — è stato esteso anche alla procedura d'infrazione in argomento.
  Secondo quanto previsto dai commi 3 e 4 dell'articolo 4-
septies della citata legge n. 55 del 2019, entro 45 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, le regioni trasmettono al commissario straordinario unico, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dell'ambiente, al Ministero dell'economia e delle finanze, una dettagliata relazione sulle misure intraprese e programmate, finalizzate al superamento delle procedure d'infrazione.
  Nel luglio scorso, la regione Calabria ha trasmesso una relazione sullo stato di attuazione degli interventi programmati per gli agglomerati oggetto di procedura ed inseriti nel documento «Programma regionale degli interventi prioritari dei sistemi fognari e depurativi» approvato con DGR n. 34 dell'8 febbraio 2018 e relativo a n. 138 interventi per un importo complessivo pari ad euro 195.733.856,29 a valere su:

   FSC2014/2020 — Patto per il Sud per euro 144.869.277,01;

   FESR - POR per euro 49.419.383,23;

   Impegno n. 4713/2017 (capitolo n. U3303011801) per euro 1.445.196,05.

  Nello specifico per l'agglomerato di Bisignano, con carico generato pari a 22.000 abitanti equivalenti, la regione ha riferito che sono previsti interventi di realizzazione di nuovi impianti di depurazione nella zona industriale località Macchiatavola – potenziamento degli impianti in località Duglia e località Pucchio — realizzazione di collettori fognari e impianti di sollevamento.
  Il Ministro della giustizia ha in ultimo evidenziato che, in merito al fiume Crati, la procura di Cosenza sta svolgendo le relative indagini, affidate al NIPPA dei Carabinieri ex forestali di Cosenza.
  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, considerata l'importanza del problema della depurazione e, conseguentemente, della gestione degli impianti, continuerà a mantenere alta l'attenzione e a monitorare gli enti che non avessero ancora provveduto, a dare piena attuazione al servizio idrico integrato, secondo le prescrizioni normative vigenti.
  Per quanto riguarda sia l'adozione di iniziative normative al fine di evitare che nella gestione degli impianti di depurazione intervengano rischiose sovrapposizioni e conflitti di interesse sia la richiesta d'intervento del Comando dei carabinieri per la tutela ambientale ai fini di una maggiore conoscenza dello stato d'inquinamento dei fiume Muccone e Crati, lo stesso Ministero si riserva di compiere le proprie opportune valutazioni.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trattamento dell'acqua

inquinamento dei corsi d'acqua

prevenzione dell'inquinamento