ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01313

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 58 del 08/10/2018
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/00134
Firmatari
Primo firmatario: BRAGA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/10/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 08/10/2018
Stato iter:
28/12/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/12/2018
COSTA SERGIO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/12/2018

CONCLUSO IL 28/12/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01313
presentato da
BRAGA Chiara
testo di
Lunedì 8 ottobre 2018, seduta n. 58

   BRAGA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   come si evince dal «Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, edizione 2018» curato dall'Ispra e presentato qualche giorno fa i cosiddetti pesticidi in Italia sono presenti nel 67 per cento delle acque superficiali e nel 33 per cento delle acque sotterranee e superano i limiti rispettivamente nel 23,9 per cento e nell'8,3 per cento dei casi, con un preoccupante aumento rispetto alle precedenti indagini nazionali. Nelle falde, anche a causa del lento ciclo delle acque sotterranee, permangono anche sostanze chimiche ormai bandite da decenni;

   come descrive anche un articolo di Marco Angelillo pubblicato su La Stampa dell'11 maggio 2018, nei 35.353 campioni analizzati dalle agenzie regionali attraverso quasi 2 milioni di analisi realizzate nel biennio 2015-2016 sono state trovate 259 sostanze: prevalgono gli erbicidi perché utilizzati in grandi quantità, soprattutto in primavera, quando le piogge più frequenti facilitano la dispersione nell'ambiente;

   nelle acque superficiali il famigerato glifosato, insieme al suo metabolita Ampa, è l'erbicida che presenta il maggior numero di casi di superamento dei limiti degli standard di qualità ambientale (Sqa) nel 24,5 per cento dei siti monitorati, percentuale che sale al 47,8 per cento per il metabolita;

   in molti campioni sono stati riscontrati neonicotinoidi, erbicidi con una grandissima persistenza recentemente vietati dall'Unione europea perché letali per le api. E ancora, a 25 anni dalla revoca, è stata rilevata la presenza di atrazina e suoi metaboliti, assieme a pericolose miscele di sostanze che si formano in modo del tutto casuale nei fiumi e nelle falde e i cui effetti non sono sempre prevedibili;

   è poi da considerare il fatto che non vi è omogeneità dei campionamenti: nelle regioni del Nord sono stati realizzati più del 50 per cento dei monitoraggi, mentre dal Meridione, ad esempio dalla Calabria, non è arrivato nessun dato; pochissimi dati sono pervenuti dalla Puglia. Esiste, come detto, un problema di diffusione e standardizzazione dei monitoraggi e il Mezzogiorno risulta in forte ritardo, con alcune eccezioni, quali Ragusa e il Lazio –:

   se il Governo non intenda, per quanto di competenza, assumere iniziative urgenti per uniformare le metodiche di analisi delle acque in tutta la Penisola, stante il fatto che nelle acque nazionali, e dunque in tutto l'ambiente e nella catena alimentare, stanno aumentando i residui di sostanze tossiche anche in concentrazioni infinitesimali, e per bandire l'utilizzo di erbicidi quali il glifosato.
(4-01313)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 28 dicembre 2018
nell'allegato B della seduta n. 104
4-01313
presentata da
BRAGA Chiara

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Si segnala, innanzitutto, che da anni il Governo, ed in particolare il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sta lavorando all'armonizzazione dei programmi di monitoraggio e delle metodiche analitiche relativamente alle acque superficiali e sotterranee. In merito a tali attività, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale fornisce gli indirizzi tecnico-scientifici per la programmazione dei monitoraggi dei pesticidi nelle acque, che vengono eseguiti dalle regioni nell'ambito dei programmi di rilevazione previsti dal decreto legislativo n. 152 del 2006, e poi trasmessi all'Ispra, che li elabora e valuta, svolgendo un'attività di indirizzo, in particolare per fornire criteri ed elenchi di sostanze prioritarie da inserire nel monitoraggio. L'Ispra ha poi il compito di realizzare il rapporto nazionale pesticidi nelle acque, nel rispetto del decreto ministeriale n. 35 del 2014 (Piano di azione nazionale, ai sensi dalla direttiva 2009/128/CE sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi). Questi indirizzi hanno lo scopo di ridurre le disomogeneità dei monitoraggi effettuati dalle regioni e dalle province autonome, per quanto riguarda le frequenze di campionamento, le metodiche analitiche e il numero di sostanze attive ricercate nelle acque sotterranee e superficiali.
  A tal proposito, occorre evidenziare che il monitoraggio dei pesticidi richiede la predisposizione di una rete che copra gran parte del territorio nazionale, il controllo di un grande numero di sostanze e un continuo aggiornamento, reso necessario dall'uso di sostanze nuove. Per il monitoraggio, tuttavia, non è richiesta una rete
ad hoc, ma di utilizzare quella che le regioni hanno ai sensi della normativa per la tutela delle acque. Lo stesso vale per le frequenze di campionamento, che sono le stesse previste dalla normativa acque. Per quanto riguarda le sostanze da considerare nel monitoraggio, la normativa acque indica come criterio generale quello di esplorare tutte le potenziali fonti di contaminazione presenti sul territorio. Nei fatti, però, la normativa esplicita solo un certo numero di pesticidi – quelli appartenenti all'elenco delle sostanze prioritarie definito a livello europeo e nazionale. Monitorare queste sostanze non basta per avere un quadro della possibile contaminazione da pesticidi. Le sostanze presenti attualmente sul mercato sono oltre 400; ci sono poi sostanze revocate che continuano a rappresentare un problema a causa dell'uso massiccio fatto in passato e della elevata persistenza ambientale.
  Come segnalato da Ispra, complessivamente sono migliorate le prestazioni dei laboratori, in alcune regioni in modo significativo, ma è ancora necessario uno sforzo di armonizzazione, date le differenze ancora presenti, con limiti di quantificazione in alcuni casi inadeguati, in particolare per consentire un confronto con gli Sqa (Standard di qualità ambientale), che spesso sono sensibilmente più bassi. La variabilità dei limiti di quantificazione è molto ampia, anche nei laboratori della stessa regione.
  In questo contesto, la nuova legge sull'Snpa ha posto le basi per una più efficace attività di controllo dell'ambiente. In particolare, consentirà un migliore utilizzo delle risorse a disposizione individuando sinergie ed evitando duplicazioni delle attività. La legge istituisce, inoltre, i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali (Lepta) e mette a sistema la rete informativa nazionale ambientale, dando vita alla rete nazionale dei laboratori accreditati. Un monitoraggio efficace dei pesticidi nelle acque richiede, tuttavia, un impegno in termini di pianificazione, di strumentazione, di risorse umane, difficile da sostenere senza risorse aggiuntive.
  Il Pan disciplinato dal citato decreto ministeriale n. 35 del 2014 prevede una serie di misure che potranno contribuire sensibilmente ad un uso più sostenibile dei pesticidi. Inoltre, nel processo di revisione del Pan (nuovo piano di azione 2019-2024), attualmente in corso, sarà fondamentale l'individuazione di obiettivi quantitativi, come evidenziato dalla stessa Commissione europea. Sono finora cinque gli Stati membri che hanno definito obiettivi misurabili, in termini di riduzione del rischio e dell'uso dei prodotti fitosanitari.
  Per quanto riguarda l'erbicida glifosato, si segnala che nella votazione svoltasi nel comitato d'appello del 27 novembre 2017, è risultata maggioritaria la posizione sul rinnovo dell'autorizzazione all'uso del glifosato per ulteriori cinque anni. L'Italia non ha condiviso tale decisione che è stata comunque adottata con la maggioranza qualificata degli Stati membri (regolamento UE 2017/2324).
  Si deve, ad ogni modo, evidenziare che le restrizioni previste dal citato regolamento per l'uso del glifosato sono state adottate dal Ministero della salute, autorità nazionale competente per il rilascio delle autorizzazioni all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari.
  Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare monitora costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore, anche al fine di superare le criticità operative che dovessero emergere e valutare possibili revisioni della disciplina.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

analisi dell'acqua

agenzia regionale

erbicida