ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01285

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 56 del 04/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: EMILIOZZI MIRELLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/10/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 04/10/2018
Stato iter:
15/05/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/05/2019
DEL RE EMANUELA CLAUDIA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/05/2019

CONCLUSO IL 15/05/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01285
presentato da
EMILIOZZI Mirella
testo di
Giovedì 4 ottobre 2018, seduta n. 56

   EMILIOZZI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 16 settembre 2018 l'Etiopia e l'Eritrea hanno sottoscritto uno storico accordo di pace che pone fine a un conflitto iniziato nel 1992 e proseguito – a fasi alterne – durante gli ultimi vent'anni;

   nell'arco di questo periodo la comunità internazionale ha condannato l'atteggiamento del Governo di Asmara, tenendo una posizione inflessibile nei consessi multilaterali e bilaterali;

   in questo contesto, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha istituito un regime di sanzioni nei confronti dell'Eritrea, i cui contraccolpi hanno ottenuto gli effetti di isolare internazionalmente il Paese e di colpire indirettamente la popolazione eritrea;

   nonostante il rapporto S/2017/925 redatto dal «Monitoring Group on Somalia and Eritrea» delle Nazioni Unite affermasse che «il Gruppo, per il suo quarto mandato consecutivo, non ha riscontrato prove conclusive del supporto ad al-Shabaab da parte dell'Eritrea», il 27 marzo 2018 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha da ultimo rinnovato le sanzioni nei confronti dell'Eritrea;

   in quest'ultima circostanza Sebastiano Cardi, ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite, ha affermato che «le sanzioni sono uno strumento, non un fine,» e che «come ogni strumento, devono essere riviste se le nuove circostanze lo richiedono» –:

   se il Ministro interrogato non intenda attivarsi nelle preposte sedi multilaterali e bilaterali per porre fine al regime di sanzioni nei confronti dell'Eritrea, soprattutto in ragione delle nuove circostanze emerse in relazione al suddetto accordo di pace e delle potenziali prospettive di pacificazione tra i Paesi dell'area;

   quali iniziative il Governo intenda intraprendere per partecipare attivamente al più ampio processo di normalizzazione regionale innescato dal medesimo accordo di pace.
(4-01285)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 15 maggio 2019
nell'allegato B della seduta n. 176
4-01285
presentata da
EMILIOZZI Mirella

  Risposta. — Ho avuto modo di riferire il 23 gennaio 2019 in Commissioni riunite alla Camera sui profondi mutamenti in corso in Corno d'Africa, sul ruolo che l'Italia già svolge e su quello che intenderebbe fare a seguito dell'avvio del processo di riconciliazione tra i Paesi dell'area. Si tratta di un processo finora culminato con l'adozione all'unanimità da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite della risoluzione n. 2444 del 14 novembre 2018, attraverso cui è stata disposta la revoca del regime sanzionatorio internazionale nei confronti dell'Eritrea in vigore dal 2009.
  L'Italia ha seguito le tappe di questo processo innanzitutto attraverso l'intensificazione del dialogo politico, a testimonianza di un momento particolarmente felice delle nostre relazioni bilaterali. Mi riferisco, in particolare: all'incontro del Ministro con i suoi omologhi etiope ed eritreo a margine dell'ultima Assemblea generale delle Nazioni unite e successivamente durante la conferenza Italia-Africa del 25 ottobre 2018; alla visita ufficiale che il Presidente Conte ha effettuato ad Addis Abeba ed Asmara l'11 e 12 ottobre, la prima di un Capo di Governo occidentale in quei Paesi; alla visita ufficiale in Italia del Presidente somalo «Farmajo» del novembre 2018.
  Nel dicembre 2018 ho compiuto personalmente una missione in Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia, durante la quale ho avuto modo di confrontarmi con le autorità locali e di esplorare con loro concrete possibilità per rafforzare la collaborazione tra i nostri Paesi.
  A gennaio il
Premier etiope Abiy, al termine di un colloquio avuto a Roma con il Presidente Conte, ha tenuto a ringraziare per il sostegno e la solidarietà dimostrati dall'Italia verso l'Etiopia.
  È ora importante garantire seguiti operativi e misure concrete a sostegno del processo di riconciliazione etiopico-eritreo, sicuri che questo contribuirà ad incrementare il livello di stabilizzazione dell'intera regione e in prospettiva una maggiore integrazione economica tra i diversi Paesi. Ho peraltro personalmente raccolto, durante la sopra citata visita, il sincero desiderio dei miei interlocutori di vedere accrescere la presenza italiana nel Corno d'Africa e sono convinta che vi siano diversi piani su cui il nostro Paese possa continuare a impegnarsi per l'elaborazione di strategie di ampio respiro e di lungo termine, che siano in grado di soddisfare le rispettive necessità.
  Tra i settori in cui la presenza italiana nella regione è già particolarmente affermata c'è la sicurezza marittima: mi riferisco al contributo offerto dal nostro Paese al contrasto alle attività di pirateria al largo delle coste somale, attraverso la partecipazione alle missioni Ue Eunavfor Atlanta ed Eucap Somalia (Capacity Building Mission in Somalia) e al
Contact group on piracy off the coast of Somalia, nell'ambito del quale siamo membri del relativo Trust-fund per il biennio 2019-2020.
  Per fronteggiare il fenomeno migratorio, l'Italia mira ad offrire ai Paesi della regione concrete prospettive di sviluppo tramite investimenti e programmi di cooperazione inclusivi. Ciò in quanto siamo profondamente convinti che solo un approccio integrato possa rivelarsi efficace per affrontare sfide comuni – traffici illeciti, terrorismo, cambiamenti climatici, movimenti migratori – con un evidente carattere transnazionale. Una progressiva integrazione economica della regione può avere solo ripercussioni positive sui tassi di crescita di questi Paesi e contribuirebbe a ridurre la pressione migratoria.
  Tra i 22 Paesi considerati prioritari per la cooperazione italiana ci sono Etiopia, Kenya, Sudan, Sud Sudan e Somalia, mentre i recenti sviluppi aprono a nuove prospettive per nostre iniziative in Eritrea, in particolar modo nei settori della formazione professionale (fortemente richiesto dalle autorità locali), della sanità e del sostegno all'agricoltura rurale.
  Il tributo nazionale al processo di riconciliazione passa anche attraverso misure in grado di favorire la stabilizzazione di contesti ancora fragili ed il rafforzamento istituzionale dei Paesi della regione: l'Italia è stata fra i primi Paesi ad aver erogato un contributo all'Etiopia per il programma di disarmo e reinserimento sociale degli ex combattenti rientrati nel Paese dopo la firma del trattato di pace con l'Eritrea; importante è anche l'apporto che il nostro Paese fornisce all'addestramento delle forze di sicurezza somale, sia in via multilaterale, tramite l’
Eu Training Mission Somalia (Eutm, di cui deteniamo la guida), sia in via bilaterale attraverso il programma Miadi (missione italiana di addestramento), realizzato dai carabinieri presso la nostra base militare logistica a Gibuti, potenzialmente in grado di costituire un polo d'eccellenza italiano nella regione.
  La prospettiva di una graduale stabilizzazione della regione e della sua progressiva integrazione economica offrono l'opportunità per investimenti mirati con reciproco beneficio. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le imprese italiane ad entrare in questi mercati, creando nuovi partenariati con i Paesi dell'area che dovranno tuttavia essere sostenuti da più efficaci meccanismi finanziari ed assicurativi. Tale impegno è particolarmente necessario nel settore delle infrastrutture, per la cui realizzazione stiamo cercando di coinvolgere grandi istituzioni come l'Ue la Banca mondiale, la Banca africana di sviluppo, la Banca islamica di sviluppo e altro. Questo perché è necessario che anche la comunità internazionale innalzi il proprio livello di attenzione e accresca il sostegno al Corno d'Africa.
  Un altro tema che ci sta particolarmente a cuore è la cooperazione culturale. Ad Asmara e ad Addis Abeba si trovano due scuole italiane, unite da dicembre in un gemellaggio da me promosso e finalizzato durante la mia visita. Esse svolgono un ruolo rilevante nella formazione della futura classe dirigente di Eritrea ed Etiopia. Sono analogamente significativi i progetti di cooperazione con l'università nazionale Somala a Mogadiscio. Al fine di dare un contenuto concreto al nostro impegno a valorizzare il capitale umano dei Paesi del Corno d'Africa, abbiamo recentemente deciso di aumentare il numero di borse di studio messe a disposizione di studenti meritevoli provenienti dalla regione.
  Anche l'attività di promozione culturale in loco potrà compiere un ulteriore salto di qualità in un contesto di progressivo riavvicinamento tra Etiopia, Eritrea e Somalia. Cito al riguardo il programma «Italia, culture, Africa», organizzato dalla Farnesina nel 2019 con l'obiettivo di potenziare interventi di cooperazione culturale e scientifica, fortemente richiesti dalle autorità locali dei tre Paesi sopra citati.
  In conclusione, ribadisco quello che ho già avuto modo di affermare più volte: il Corno d'Africa è oggi tra le priorità della politica estera italiana. Per quanto permangano nella regione elementi di criticità e fattori di instabilità, la positiva dinamica messa in moto dal processo di riconciliazione avviato tra Etiopia ed Eritrea impone al nostro Paese di rispondere alle aspettative e alle speranze che i Paesi del Corno nutrono nei confronti dell'Italia per aspirare ad un futuro migliore.

La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Emanuela Claudia Del Re.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sanzione internazionale

composizione delle controversie

Consiglio di sicurezza dell'ONU