ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00972

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 41 del 04/09/2018
Firmatari
Primo firmatario: BRAMBILLA MICHELA VITTORIA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 31/08/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 31/08/2018
Stato iter:
04/04/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/04/2019
COSTA SERGIO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/04/2019

CONCLUSO IL 04/04/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00972
presentato da
BRAMBILLA Michela Vittoria
testo di
Martedì 4 settembre 2018, seduta n. 41

   BRAMBILLA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   dal primo studio sui rifiuti nei laghi e nelle acque interne, presentato da Legambiente nell'ambito dell'iniziativa «Goletta dei laghi», risulta che il lago di Como è al primo posto tra i bacini italiani per presenza di microplastiche, ossia le particelle di plastica con dimensione inferiore ai 5 millimetri: nelle sue acque, infatti, la densità media delle particelle è di 157 mila ogni chilometro quadrato, con un picco di 500 mila, una delle densità più elevate al mondo, nel restringimento tra Dervio, in provincia di Lecco, e Santa Maria Rezzonico, sulla sponda comasca;

   anche per quanto riguarda gli inquinanti biologici, i dati del rapporto appaiono sconfortanti: su 17 campioni raccolti in tutto il lago, 8 sono risultati oltre i limiti di legge, e 2 sulla sponda comasca, a Dongo e Argegno, con valori di enterococchi ed Escherichia coli, i tipici batteri fecali, superiori al doppio di quanto previsto dalla legge;

   le acque del lago di Como sono utilizzate per uso potabile;

   le microplastiche, i cui effetti nell'ambiente lacustre non sono ancora abbastanza studiati, possono accumularsi nei tessuti dei pesci e di lì passare ad altri organismi lungo la catena alimentare fino all'uomo;

   a quanto pare, c'è una forte correlazione tra i depuratori e il rilascio di microplastiche. I depuratori, in effetti, ricevono tutto ciò che proviene dalle abitazioni, comprese le microplastiche primarie contenute nei cosmetici e gli scarichi delle lavatrici, responsabili, secondo alcuni studi, del rilascio di circa 700 mila fibre ad ogni lavaggio;

   in base al decreto legislativo n. 152 del 2006, nelle acque superficiali sono monitorati una serie di parametri chimico-fisici, (pH, solidi sospesi, temperatura, trasparenza, conducibilità, durezza, azoto ammoniacale, azoto nitrico, ossigeno disciolto, BOD5, COD, azoto totale, orto fosfato, cloruri, solfati, fosforo totale, Escherichia Coli, altri inquinanti chimici costituiti in prevalenza da metalli, pesticidi, solventi e IPA ed elementi di qualità biologica che riguardano macroinvertebrati, macrofite, diatomee, fitoplancton e fauna ittica) –:

   se non ritenga opportuno promuovere, per quanto di competenza, anche un monitoraggio costante e sistematico della presenza di microplastiche nelle acque superficiali interne;

   quali iniziative di competenza intenda assumere, con particolare riferimento al Lario, per contrastare questo tipo di inquinamento, molto insidioso.
(4-00972)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 aprile 2019
nell'allegato B della seduta n. 156
4-00972
presentata da
BRAMBILLA Michela Vittoria

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  La questione delle microplastiche (plastiche di dimensioni<5mm secondo l'attuale definizione normativa), viene affrontato nell'ambito del tema rifiuti e, in tale contesto, è anche considerata nel quadro dell'economia circolare. Infatti, il piano di azione sull'economia circolare individua come prioritaria la problematica dei rifiuti di materie plastiche e impegna la commissione a preparare una strategia per affrontare la sfida della lotta alle plastiche considerando l'intero ciclo di vita dei prodotti, con l'obiettivo di assicurare che il 100% di imballaggi siano riciclabili entro il 2030.
  A tal proposito, a fine maggio 2018 è stata pubblicata la proposta di direttiva che prevede il divieto di commercializzazione di alcuni prodotti di plastica monouso (bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini, contenitori per bevande in plastica monouso). Le microplastiche sono, inoltre, uno degli indicatori della direttiva strategia marina (direttiva quadro 2008/56/CE) che concorrono a definire il buono stato ambientale: nell'ambito del descrittore 10 è stato identificato l'indicatore 10.1.3 «Tendenze nella quantità, nella distribuzione e, se possibile, nella composizione di microparticelle (in particolare microplastiche)».
  Si tratta dunque di un problema macroscopico e a livello comunitario si opera sul versante dei rifiuti e della prevenzione, con l'obiettivo di ridurre l'immissione di prodotti che a fine ciclo determinano il rilascio di microplastiche.
  In relazione alla problematica delle nano-particelle plastiche (es. contenute nei cosmetici, dentifrici e farmaceutici, residui di tessuti da lavaggio etc.) che si ritrovano nelle acque reflue e che, qualora non rimosse dagli impianti di depurazione, vengono scaricate in fiumi e laghi e, da ultimo, nelle acque marino-costiere, la tematica è particolarmente complessa.
  Nella fase attuale, anche in relazione alla carenza di una definizione appropriata delle stesse nel quadro normativo vigente, appare opportuno puntare sulle azioni per la prevenzione delle emissioni e sulle azioni nel settore della produzione delle merci, nonché sul conseguimento delle prestazioni richieste agli impianti di depurazione per assicurarne la rimozione.
  Si evidenzia, altresì, che la vigente normativa europea e nazionale di recepimento in materia di acque (direttiva 2000/60/CE e decreto legislativo 152/2006), non prevede obblighi specifici di monitoraggio e controllo dell'inquinamento da microplastiche. L'effetto dell'inquinamento da tali «inquinanti emergenti» viene ad oggi valutato, pertanto, indirettamente, laddove eventualmente influenzi i parametri e gli indicatori che concorrono a definire lo stato (ecologico e chimico) dei corpi idrici. La predetta normativa (punto 1.3.3 dell'allegato V della direttiva 2000/60/CE) prevede, inoltre, nel caso in cui non vengano conseguiti gli obiettivi ambientali definiti per il corpo idrico e non vi siano adeguate conoscenze sulle cause che determinano tale condizione, che le autorità competenti (nel quadro normativo italiano: le regioni) effettuino un monitoraggio di indagine.
  A ciò si aggiunga che, per quanto attiene nello specifico l'inquinamento delle acque interne da microplastiche, e in particolare delle acque dei laghi, si fa presente che, nell'ambito dei lavori della Commissione internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere (CIPAIS), costituita al fine di promuovere iniziative per la prevenzione dell'inquinamento delle acque transfrontaliere, è in fase di definizione il programma di attività di studio e ricerca per il periodo 2019-2021, nell'ambito del quale si sta valutando la proposta di intraprendere uno studio sulla presenza e gli effetti delle microplastiche, attraverso un'attività di monitoraggio da parte di qualificati Istituti di ricerca, nelle acque interessate dalla convenzione (in particolare Lago di Lugano e Lago Maggiore). Tale studio ha l'obiettivo, tra l'altro, di definire e affinare la metodologia di indagine, quale attività preliminare e necessaria per l'eventuale estensione del monitoraggio ad altre acque superficiali, al fine di valutare la rilevanza del problema e delle misure specifiche da applicare.
  Più nello specifico, in merito alla presenza di microplastiche nel Lago di Como, l'Agenzia regionale protezione ambiente ha precisato che il Lago fa parte della rete di monitoraggio regionale delle acque superficiali, individuata dal programma di tutela e uso delle acque (PTUA), approvato con delibera della Giunta Regionale n. 6990 del 31 luglio 2017.
  In particolare, per il monitoraggio dei parametri fisico-chimici, chimici e del fitoplancton sono state individuate n. 4 stazioni di campionamento: Argegno, Como, Abbadia Lariana e Dervio. In quest'ultima stazione sono anche raccolti i dati che contribuiscono alla rete LTER-Italia (Rete Italiana per la Ricerca Ecologica di Lungo Termine).
  Infine, nella fase parlamentare di esame e approvazione del disegno di legge finalizzato a promuovere il recupero dei rifiuti in mare, di prossima presentazione da parte del Governo, potrebbero essere presentati emendamenti volti ad estendere, anche in ambito lacuale, le misure di prevenzione e riduzione sull'impatto della plastica previste dalla suddetta proposta legislativa.
  Alla luce delle informazioni esposte si evidenzia, dunque, che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare segue con costante attenzione il tema in questione e continuerà a svolgere la propria attività di monitoraggio anche al fine di valutare le possibili revisioni della normativa di settore.
  

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impatto ambientale

acque superficiali

rifiuti