ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00946

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 40 del 07/08/2018
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 07/08/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/08/2018
Stato iter:
08/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/07/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 12/02/2020

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/07/2020

CONCLUSO IL 08/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00946
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Martedì 7 agosto 2018, seduta n. 40

   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il dottore Franco Roberti, ex procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno (dal 2009 al 2013) ed ex procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo (dal 2013 al 2017), è stato nominato, nel mese di maggio, assessore regionale alla sicurezza (politiche integrate di sicurezza e legalità) dall'attuale presidente della regione Campania ed ex sindaco di Salerno Vincenzo, De Luca;

   ad opinione dell'interrogante è doveroso segnalare l'anomalia della nomina ad assessore del magistrato, sebbene in pensione, da parte di De Luca, volto ben noto alla procura di Salerno, essendo stato, lo stesso, indagato e processato numerose volte in relazione ai suoi incarichi politici e amministrativi a Salerno, e diverse volte proprio dalla Procura diretta da Roberti, nonché persona inserita all'interno della lista dei candidati «impresentabili» alle elezioni regionali del 31 maggio 2015;

   è necessario evidenziare alcune vicende giudiziarie in cui l'attività inquirente della procura di Salerno, con a capo Roberti, si è incrociata con l'attività politico-amministrativa di Vincenzo De Luca;

   De Luca è stato processato per peculato e poi condannato in primo grado dal tribunale di Salerno ad un anno di reclusione, per abuso di ufficio, nell'ambito della realizzazione del termovalorizzatore a Cupa Siglia, nella periferia di Salerno. Roberti firmò il 21 aprile 2011 la richiesta di rinvio a giudizio per De Luca ma, come evidenziato dalla stampa, con la campagna elettorale delle amministrative, che vedeva De Luca candidato a sindaco di Salerno, lo stesso Roberti dettò la linea della riservatezza. Così, soltanto a urne chiuse da tempo, la fissazione dell'udienza preliminare rivelò che De Luca era stato indagato per peculato;

   il 28 ottobre 2016, Vincenzo De Luca è stato rinviato a giudizio per falso in atto pubblico, per l'approvazione nel febbraio 2011, di una variante ai lavori di piazza della Libertà da ben 8 milioni di euro;

   il processo, ad oggi non ancora concluso, partì nel 2010 dall'inchiesta condotta dalla procura di Salerno, con a capo proprio Roberti;

   un'altra vicenda emblematica è quella che riguarda il tesseramento sospetto nel PD in provincia di Salerno, partito al quale apparteneva ed appartiene tuttora De Luca. Nel 2013 si viene a conoscenza, dalla stampa locale, di un'indagine per accertare eventuali infiltrazioni di personaggi legati a clan negli elenchi dei tesserati PD. Come riportano articoli di stampa, il magistrato puntava ad accertare se negli elenchi dei cittadini iscritti al PD di Salerno vi fossero anche figli o nipoti di vecchi boss, indagati per spaccio, per associazione mafiosa o per tentato omicidio. Anche con riferimento a questo episodio, Franco Roberti, essendo stato fino al luglio 2013 a capo della procura di Salerno e negli anni successivi alla guida della Procura nazionale antimafia, a parere dell'interrogante avrebbe avuto quanto meno degli elementi sull'inchiesta, il cui esito, tra l'altro, è ad oggi sconosciuto;

   infine, la procura di Salerno, anche mentre era diretta dal predetto Roberti, ha indagato sul più vicino dei collaboratori del presidente De Luca, nonché suo attuale capo di segreteria, Franco Alfieri. In particolare, l'indagine era legata al ruolo di Alfieri come assessore provinciale per reato di corruzione: indagine durata molti anni e che ha portato, nonostante il patteggiamento di molti imputati, alla prescrizione per il reato base, proprio per il predetto Alfieri;

   parte dell'indagine, peraltro, partì su denuncia dell'avversario storico del predetto Alfieri, compianto sindaco «pescatore» Angelo Vassallo, assassinato in circostanze ancora ignote; anche questa indagine fu seguita da Roberti, sia quando era a capo della Procura di Salerno che successivamente nella veste di Procuratore nazionale antimafia;

   è noto che alla base, anche giuridica, di una nomina assessoriale, di cui ha beneficiato il Roberti, vi è un rapporto fiduciario che presuppone un legame ben consolidato di stima e di condivisione;

   pertanto, all'interrogante appare opportuno domandarsi come, quando ed in quale contesto sia potuto nascere tale rapporto, essendo stato lo stesso De Luca inquisito più volte dalla procura diretta da Roberti;

   è necessario, inoltre, per tali motivazioni, comprendere se le indagini fin qui svolte siano state portate avanti con la dovuta dedizione e nei tempi adeguati nei confronti del Presidente De Luca e dei collaboratori politici più importanti legati al Partito Democratico del presidente –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e, considerata la gravità degli stessi, quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, anche valutando la sussistenza dei presupposti per l'avvio di un'ispezione presso la procura di Salerno.
(4-00946)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 8 luglio 2020
nell'allegato B della seduta n. 368
4-00946
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, premesso che il dottor Franco Roberti, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno dal 2009 al 2013 ed ex procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo dal 2013 al 2017, è stato nominato, nel mese di maggio 2018, assessore regionale alla sicurezza dal presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, già sindaco di Salerno; premesso altresì che il governatore De Luca è stato più volte indagato e processato in relazione a condotte perpetrate nell'esercizio delle funzioni politiche e amministrative ricoperte a Salerno, si è chiesto di sapere se sussistano i presupposti per l'avvio di un'ispezione presso la procura della Repubblica di Salerno e quali iniziative si intenda assumere.
  In merito, la procura della Repubblica presso il tribunale di Salerno ha rappresentato che un primo procedimento penale iscritto nel 2009, a carico dell'allora sindaco Vincenzo De Luca, si è concluso, in primo grado, con la condanna del medesimo alla pena di un anno di reclusione, con sospensione condizionale.
  Più specificatamente, si osserva che il procedimento era stato iscritto nel registro delle notizie di reato in data 13 novembre 2009 e definito con esercizio dell'azione penale mediante richiesta di rinvio a giudizio del 21 aprile 2011, tempestivamente depositata nella cancelleria dell'ufficio Gip: emerge, dunque,
ex tabulas, come non sia stata «dettata» alcuna «linea della riservatezza» da parte del procuratore della Repubblica, al fine di non influenzare la campagna elettorale in corso per le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011, come, invece, asserito nella interrogazione parlamentare.
  Per completezza si rappresenta che dopo la sentenza di primo grado di condanna per abuso d'ufficio, il procedimento si è articolato in una successiva sentenza di assoluzione in appello poi definitivamente confermata in Cassazione.
  Un ulteriore procedimento penale risulta egualmente iscritto nel 2009, a carico, fra gli altri, di De Luca Vincenzo, sempre quale sindaco di Salerno, per i reati di falso in atto pubblico, di abuso di ufficio e per altri reati in materia edilizia, relativamente alla realizzazione dell'edificio denominato Crescent; la procura della Repubblica di Salerno ha formulato richiesta di rinvio a giudizio in data 16 giugno 2014, a seguito della quale vi è stata pronuncia di assoluzione in primo grado.
  Quanto al procedimento penale avente ad oggetto anche l'indagine nei confronti di Alfieri Francesco, assessore ai lavori pubblici presso la provincia di Salerno negli anni 2006 e 2007, lo stesso risulta essere stato definito dal pubblico ministero in data 2 dicembre 2013, con richiesta di rinvio a giudizio, fra l'altro per il delitto di corruzione aggravata. La posizione di Alfieri è stata definita con sentenza pre-prescrizione nel 2015.
  Il procedimento penale riguardante i lavori di piazza della Libertà a Salerno, invece, è stato iscritto nel registro delle notizie di reato in data 12 marzo 2012 ed è stato definito con richiesta di rinvio a giudizio di ventisei indagati del 4 maggio 2016, con la contestazione di condotte, tra le altre, di indebite locupletazioni, relativamente a lavori non svolti o svolti in conformità al capitolato di appalto, e falsità ideologica in atto pubblico da parte di competenti della giunta comunale di Salerno, tra cui De Luca; attualmente pende in fase dibattimentale.
  Da ultimo, in relazione all'indagine citata nell'interrogazione relativa al cosiddetto «tesseramento sospetto nel PD in provincia di Salerno», il relativo procedimento, iscritto in data 29 ottobre 2013, è stato riunito ad altro procedimento e le indagini hanno visto nel tempo l'iscrizione di ulteriori ipotesi di reato.
  Si aggiunge che altro procedimento,
in fieri prima e durante l'incarico del Procuratore Roberti, nei confronti di trentotto indagati per fatti collegati all'insediamento industriale Ideal Standard di Salerno, si è definito con una sentenza dibattimentale, del 29 settembre 2016, di assoluzione del De Luca.
  Ciò posto, giova, inoltre, sottolineare come il dottor Franco Roberti sia fuoriuscito dall'ordine giudiziario, per raggiunti limiti di età, il 17 novembre 2017, di modo che non risulta più ritualmente suscettibile di valutazioni disciplinari.
  In ogni caso, il medesimo dottor Roberti, pari di tutti gli altri magistrati, sino a quando è rimasto in servizio, è stato sottoposto a reiterate verifiche — in termini di professionalità, responsabilità disciplinare e deontologia — in maniera costante durante tutta la sua attività, senza incorrere in alcun momento di criticità ed anzi arrivando al termine della carriera a ricoprire, previa scrupolosa delibazione da parte dell'organo di autogoverno, l'alto incarico di procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
  Del pari, le ispezioni ordinarie periodicamente svoltesi presso la procura della Repubblica di Salerno non hanno mai rivelato elementi negativi rispetto ai profili riportati dall'interrogante, non rendendosi, quindi, necessari ulteriori approfondimenti ispettivi mirati.

Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

delitto contro la persona

inchiesta giudiziaria

militante politico