ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00838

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 34 del 30/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO ELVIRA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 27/07/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/07/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 27/07/2018
Stato iter:
15/10/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/10/2018
DEL RE EMANUELA CLAUDIA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/10/2018

CONCLUSO IL 15/10/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00838
presentato da
SAVINO Elvira
testo di
Lunedì 30 luglio 2018, seduta n. 34

   ELVIRA SAVINO e GELMINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:

   l'immigrazione è tema al centro del dibattito politico-sociale e prioritario nell'agenda di Governo; tuttavia, è fenomeno complesso che non si presta a risposte riduttive; i migranti sono persone che spesso cercano di fuggire da paesi con problemi drammatici come fame, conflitti, violenze e torture, su cui la comunità europea non può far finta di nulla;

   la Nigeria, dove vive la più grande comunità cristiana dell'Africa, è un Paese da anni colpito dal radicalismo islamico, responsabile ogni anno di centinaia di vittime per mano dell'organizzazione terroristica Boko Haram;

   negli anni passati gli scontri tra etnie musulmane e agricoltori cristiani riguardavano solo contese per i pascoli, ora i conflitti assumono la matrice dell'odio etnico e religioso. La comunità cristiana del Paese lancia l'allarme sul rischio di genocidio, a causa di attacchi violenti dell'etnia musulmana dei Fulani, armati di kalašnikov, dagli effetti devastanti per le vittime;

   come riporta Il Foglio, nell'articolo del 6 luglio 2018, dando voce alla richiesta di aiuto da parte dei vescovi nigeriani contro la pulizia etnica in corso, in Nigeria in tre anni sono stati assassinati 16 mila cristiani e nel solo Stato di Benue circa 500 nel 2018; le vittime sono per lo più bambini, donne e anziani;

   l'ultimo episodio del 23 giugno 2018; che ha spinto i vescovi nigeriani a chiedere aiuto all'Unione europea, è stato l'assassinio di più di cento contadini cristiani, nello stato di Plateau nella Nigeria centrale, sempre per mano dei Fulani;

   molti vescovi, tra cui William Amove Avenya, attraverso la «Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre» in Italia, avvertendo di non commettere gli stessi errori fatti con il genocidio in Ruanda dove nel 1994 furono uccisi 1 milione di ruandesi dell'etnia Tutsi dai membri Hutu al governo, e segnalano la pericolosa strategia per islamizzare la Middle Belt nigeriana attraverso i pastori Fulani; tale violenza programmata si presenta come un altro Boko Haram travestito;

   l'Associazione cristiana della Nigeria invoca da anni una richiesta di intervento da parte della comunità internazionale, purtroppo inascoltata da un Occidente spesso dimentico delle sue radici cristiane e distaccato verso la tragedia in atto;

   è necessario un intervento della comunità internazionale per fermare lo spargimento di sangue in atto e scongiurare il diffondersi delle persecuzioni contro i cristiani in altri Paesi africani;

   sono numerose le dichiarazioni da parte dei principali gruppi di monitoraggio e contrasto delle persecuzioni contro i cristiani, che denunciano il genocidio e avvertono come l'equilibrio tra islam e cristianesimo in Africa sarà deciso proprio in Nigeria;

   l'Unione europea è chiamata a intervenire, anche sulla base del cosiddetto Accordo di Cotonou (un partenariato vigente dal 2000 tra Unione europea e i membri del gruppo degli Stati di Africa, Caraibi e Pacifico); l'unione cui intrattiene un costante dialogo politico con la Nigeria sui diritti umani e i principi democratici, sulla discriminazione etnica, razziale e religiosa –:

   quali iniziative intendano assumere i Ministri interrogati, nell'ambito delle rispettive competenze, a livello bilaterale e multilaterale, per favorire dialogo, pace, sicurezza, rispetto dei diritti umani e protezione dei civili;

   se non ritengano di promuovere un'iniziativa internazionale, per scongiurare il pericolo di genocidio su base religiosa in Nigeria e fermare il terrorismo contro i cristiani, affinché non dilaghi in altri Paesi;

   se non ritengano di attivarsi nelle sedi europee affinché l'Unione predisponga azioni mirate, sulla base dell'accordo di Cotonou, atte a favorire coesione nazionale, risoluzione dei conflitti interetnici e religiosi, in difesa dei cristiani e dei diritti umani in Nigeria.
(4-00838)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 15 ottobre 2018
nell'allegato B della seduta n. 63
4-00838
presentata da
SAVINO Elvira

  Risposta. — La tutela e la promozione della libertà di religione o credo, nonché dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche e religiose rappresentano temi prioritari per questo Governo.
  L'Italia, anche in coordinamento con i partner dell'Unione europea e in ambito Nazioni Unite, porta avanti numerose iniziative sul tema, al fine di mantenere alta l'attenzione della Comunità internazionale sulla situazione delle minoranze religiose nel mondo, inclusi i cristiani, che costituiscono minoranza in molte delle attuali aree di crisi.
  In ambito ONU, anche su impulso italiano, il tema della tutela della libertà di religione o credo è oggetto di risoluzioni tematiche dell'Assemblea Generale (UNGA) e del Consiglio diritti umani (CDU), promosse annualmente dall'Unione europea. L'Italia sostiene le iniziative in tema di promozione del dialogo interreligioso, promosse dall'ufficio del Consigliere speciale del Segretario generale dell'ONU per la prevenzione del genocidio, Adama Dieng.
  In ambito UE, l'Italia ha promosso l'inserimento della dimensione collettiva della libertà di religione nelle «Linee Guida UE sulla Libertà di Religione e Credo», adottate nel 2013, che indirizzano la politica europea nei Paesi terzi in tale materia.
  In Nigeria da anni si assiste a conflitti etnico-religiosi, che su un substrato di tensioni e conflitti endemici interni e regionali, presenza di gruppi terroristici e criminali, vede le comunità cristiane fra le principali vittime di episodi di estremismo violento.
  Spesso non si tratta di una discriminazione nei confronti dei cristiani in quanto tali, quanto piuttosto di violenze da inquadrare nell'ambito dei conflitti ancestrali per il controllo delle risorse. All'acuirsi delle violenze ha inoltre contribuito il diffondersi del terrorismo estremista di matrice islamica riconducibile a Boko Haram, che dal 2009 affligge il nord-est della Nigeria.
  La situazione della libertà di religione nel Paese e delle minoranze religiose, in particolare i cristiani, è pertanto costantemente monitorata da parte dell'Italia e dell'Unione europea che sostengono il Governo e le popolazioni locali nella lotta all'estremismo violento. Innanzitutto con forti prese di posizione politiche: a seguito di episodi di particolare violenza registrati lo scorso marzo, la nostra ambasciata, assieme alle altre ambasciate dell'Unione europea ad Abuja, ha svolto un'azione coordinata per manifestare allarme per la recrudescenza degli scontri fra pastori e agricoltori, in cui rilevava altresì il fattore religioso, spronando il Governo del presidente Buhari ad agire con maggior determinazione per promuovere un dialogo costruttivo e perseguire i responsabili.
  Dal momento che tali episodi di violenza nei confronti delle comunità cristiane sono dovuti principalmente alla precarietà della situazione di sicurezza in alcune aree del Paese, l'Italia svolge da anni attività di formazione a favore di funzionari di sicurezza nigeriani. Si tratta di iniziative a cura dell'Arma dei carabinieri, della Polizia di Stato e del Ministero della difesa, alcune delle quali finanziate dalla Farnesina, destinate a rafforzare le capacità della Polizia, delle Forze armate e di altri corpi dello Stato nigeriano in materia di contrasto al terrorismo e rafforzamento dell'ordine pubblico.
  Anche con il sostegno dell'Italia, l'Unione europea ha inoltre disposto un finanziamento di 50 milioni di euro a favore della Multi National Joint Task Force, costituita da Benin, Camerun, Ciad, Niger e Nigeria per contrastare l'azione estremista di Boko Haram.
  In occasione dell'ultima sessione del dialogo politico
ex articolo 8 dell'accordo di Cotonou, tenutasi il 10 luglio 2017, sono stati toccati i temi dell'azione estremista di Boko Haram nel Nord est del Paese e del conflitto fra allevatori (in prevalenza cristiani) e popolazioni pastorali (in prevalenza musulmane). Il Ministro degli esteri nigeriano ha espresso apprezzamento per l'azione dell'Unione europea nel campo dell'equipaggiamento militare e dell'addestramento a favore delle forze di sicurezza nigeriane. In quest'occasione è stato, inoltre, presentato il piano d'azione, elaborato dal Consigliere per la sicurezza nazionale nigeriano per prevenire la radicalizzazione giovanile e de-radicalizzare gli ex combattenti.
  Infine, l'Italia è attiva sul fronte della risposta all'emergenza umanitaria. Oltre che alleviare le sofferenze della popolazione, tali iniziative hanno per effetto anche di attenuare le tensioni tra gruppi etnici e religiosi nel Paese per il controllo delle risorse. L'Italia ha partecipato nel febbraio 2017 alla conferenza di Oslo e il 3 e 4 settembre 2018 alla conferenza di Berlino, entrambe sulla crisi della regione del Lago Ciad, area che patisce un inaridimento progressivo particolarmente grave e su cui si innestano le azioni violente di Boko Haram. A Berlino, il nostro Paese, innalzando il livello del suo impegno (10 milioni nel 2018), ha stanziato 15 milioni di euro da utilizzarsi nel 2019 per iniziative di emergenza e programmi di sviluppo in favore delle popolazioni che vivono nei paesi che circondano il bacino del lago. In aggiunta, una quota pari a 1 milione di euro dell'intervento di emergenza sul canale bilaterale a favore di rifugiati, sfollati interni, popolazioni di ritorno e comunità ospitanti del Lago Ciad, è stata destinata alla Nigeria.
  Desidero, in conclusione, rassicurare l'interrogante che l'Italia, anche in coordinamento con i partner UE, continuerà a promuovere sia in ambito bilaterale che multilaterale la libertà di religione o credo, opponendosi fortemente ad ogni forma di intolleranza, violenza e persecuzione religiosa.

La Viceministra per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Emanuela Claudia Del Re.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

discriminazione religiosa

diritti umani

omicidio