ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00764

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 31 del 20/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: CASINO MICHELE
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 20/07/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 20/07/2018
Stato iter:
28/12/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/12/2018
COSTA SERGIO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/12/2018

CONCLUSO IL 28/12/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00764
presentato da
CASINO Michele
testo di
Venerdì 20 luglio 2018, seduta n. 31

   CASINO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   19 luglio 2018, a conclusione di indagini condotte dal Noe, il gip del tribunale di Potenza ha disposto il sequestro degli impianti di messa in sicurezza e bonifica dello stabilimento Rendina Ambiente, ex Fenice, di Melfi (Potenza);

   negli ultimi tempi le notizie di inquinamento erano diventate sempre più frequenti: inquinamento non solo dell'aria, ma anche del terreno e delle falde acquifere;

   qualche settimana fa il sindaco di Melfi, Livio Vaivano, aveva dichiarato di aver presentato un esposto in quanto erano state segnalate delle anomalie;

   per gli inquirenti la mancata bonifica del sito inquinato avrebbe provocato «la diffusione di inquinanti all'esterno con la compromissione delle acque potabili con grave pericolo per la salute pubblica»;

   nelle falde acquifere, sarebbero finiti, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla procura di Potenza e condotte dai carabinieri del Noe elementi pericolosi e cancerogeni tra cui nichel, mercurio, floruri, nitriti, tricloroetilene, e bromodiclorometano;

   per l'amministratore delegato della Rendina Ambiente, Luca Alifano, il gip ha disposto il divieto di dimora in Basilicata;

   il reato contestato è di inquinamento ambientale per non aver provveduto alla bonifica del sito inquinato, in particolare per aver omesso di predisporre un modello di bonifica adeguato;

   come riportato da diversi quotidiani, anche on-line, tutta una serie di verifiche avevano evidenziato che le misure di messa in sicurezza adottate si erano rivelate inefficaci. Vi era stata infatti la diffusione di inquinanti all'esterno del sito di Fenice Ambiente nelle aree circostanti, la contaminazione dell'acqua industriale e dell'acqua destinata al consumo umano, causando la grave compromissione della matrice ambientale delle acque sotterranee nelle aree circostanti il sito di Rendina Ambiente, nonché la compromissione delle acque potabili con grave pericolo per la salute pubblica –:

   se non si intenda assumere ogni iniziativa di competenza volta a verificare, quanto prima, il reale stato di contaminazione e di inquinamento delle matrici ambientali;

   se non si ritenga indispensabile informare la popolazione interessata circa il reale stato di inquinamento e di compromissione ambientale a cominciare dalla verifica sulle acque potabili;

   quali iniziative immediate si intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di tutelare la salute pubblica.
(4-00764)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 28 dicembre 2018
nell'allegato B della seduta n. 104
4-00764
presentata da
CASINO Michele

  Risposta. — Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si fa presente, in via preliminare, che nel 2009 l'Arpab ha comunicato alla regione, alla provincia e al comune di Melfi, l'accertamento di una contaminazione delle acque sottostanti il sito del termovalorizzatore «Fenice Ambiente s.r.l.», avviando il procedimento relativo alle conseguenti verifiche. A seguito di tale comunicazione la società responsabile ha avviato l'emungimento delle acque di falda a valle dell'impianto mediante esistenti piezometri di monitoraggio.
  La suddetta barriera è stata successivamente sostituita da pozzi disposti a monte dei suddetti piezometri e di volta in volta integrata ed adeguata alle prescrizioni via via impartite dall'apposita conferenza di servizi. La barriera idraulica è tuttora attiva. Il comune di Melfi con ordinanza del 14 marzo 2009 ha disposto il divieto di utilizzo, a qualsiasi scopo, delle acque di falda emungibili dai pozzi presenti all'interno del perimetro dell'area di pertinenza del termovalorizzatore e da quelli presenti a valle del sito.
  Le sorgenti di contaminazione sono state individuate in vasche/serbatoi, condotte di acque di processo e di reti fognarie. Il soggetto obbligato ha eseguito vari interventi, tra cui il ripristino di alcune vasche di contenimento ed interventi di
relining di alcuni tratti delle reti interrate. Le attività del Ministero dello sviluppo economico proseguono tuttora e sono monitorate al fine di valutarne l'efficacia in attesa degli interventi di bonifica. L'attività di emungimento è passata dalle 9 postazioni piezometriche iniziali ai 46 pozzi costituenti la barriera idraulica, grazie agli ulteriori interventi di ampliamento richiesti dalla regione.
  Tutte le attività di emungimento sono monitorate attraverso l'acquisizione dei principali parametri idraulici e chimico-fisici delle acque sotterranee. Il sistema di monitoraggio registra in continuo ed in tempo reale i parametri necessari ad accertare l'efficienza dello sbarramento idraulico. Il controllo del sistema di monitoraggio è affidato all'Arpab e alla provincia di Potenza che verificano la sua rispondenza alle prescrizioni della conferenza di servizi ed al protocollo Apat/Ispra. Gli ultimi dati di monitoraggio, rispetto ai risultati della caratterizzazione, confermano la regressione del numero dei contaminanti e la diminuzione delle concentrazioni degli stessi.
  Nella conferenza di servizi del 2011 è stato approvato il documento di analisi di rischio e sono stati fissati gli obiettivi di bonifica da conseguire e il termine di sei mesi per la presentazione del relativo progetto. Malgrado i contenziosi ancora pendenti, la regione ha assunto specifiche iniziative nelle conferenze di servizi di luglio e settembre 2013 per ottenere dal soggetto obbligato gli approfondimenti necessari a completare la progettazione degli interventi. Si segnala, inoltre, che il 20 febbraio 2014 è stata sottoscritta una convenzione tra la regione Basilicata ed Ispra.
  Per quanto concerne il progetto di bonifica, lo stesso è stato aggiornato da Fenice Ambiente S.r.l. e approvato dal comune di Melfi con deliberazione del 2015, a seguito della conferenza di servizi decisoria, che ha richiesto specifiche integrazioni. La prima fase si è conclusa con l'approvazione dei risultati della sperimentazione in laboratorio con deliberazione di giunta di aprile 2017. La seconda fase, relativa ai test pilota in campo, ha avuto inizio a giugno 2017 e prevede, oltre all'esecuzione degli interventi, un monitoraggio di 12 mesi. Attualmente i test sono in corso e mensilmente viene trasmesso lo stato di avanzamento delle attività.
  I risultati dei test in corso sono stati esaminati dalla conferenza di servizi tenutasi presso il comune di Melfi il 12 luglio 2018. In tale sede, sono state evidenziate criticità riguardanti la presenza di alcune sostanze inquinanti e sono stati chiesti ulteriori approfondimenti di indagine per accertare la provenienza del
toluene riscontrato in sede di monitoraggio dei test pilota in campo. A tal proposito, l'Arpab ha evidenziato di aver effettuato, nel periodo 2016-2018, complessivamente 506 campionamenti e di essere in attesa di ricevere gli esiti analitici dei campionamenti effettuati nei mesi di marzo, maggio e luglio 2018 per procedere alla trasmissione dei risultati agli enti interessati. L'agenzia ha fatto presente che tutti i dati relativi agli accertamenti effettuati sono pubblicati sul proprio sito istituzionale.
  Per quanto attiene l'aspetto relativo alla compromissione dell'acqua potabile, la regione Basilicata ha fatto presente di aver ricevuto una comunicazione da parte di Acquedotto Lucano S.p.a., attuale gestore del Servizio idrico integrato e della rete di distribuzione dell'acqua potabile nell'area industriale, secondo cui l'acqua distribuita proviene dallo schema idrico dell'Ofanto (acquedotto Pugliese) senza interferenze con sorgenti locali; sono stati inoltre eseguiti campionamenti congiunti tra l'Azienda sanitaria locale di Potenza ed Acquedotto Lucano in data 30 luglio 2018, dai quali si evince che non sussiste alcuna compromissione dell'acqua potabile.
  Occorre, inoltre, segnalare che l'istituto superiore di sanità ha, di recente, firmato un accordo di collaborazione con la regione Basilicata, incentrato sulla valutazione dell'incidenza dei fattori ambientali sullo stato di salute della popolazione residente, con particolare riferimento alle attività estrattive petrolifere ed ha fatto presente che prenderà in considerazione altre criticità ambientali, su indicazione della regione stessa.
  Si precisa, da ultimo, che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al fine di acquisire elementi utili per la valutazione del danno ambientale, ha incaricato Ispra di verificare lo stato dei luoghi e di redigere una relazione tecnica di individuazione, descrizione e quantificazione del danno.
  Ferme restando le competenze in ambito sanitario delle regioni e degli altri enti preposti, il Ministero rassicura comunque che manterrà alto il livello di attenzione sulla vicenda.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

consumo alimentare

acqua potabile

protezione dell'ambiente