ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00717

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 27 del 16/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 16/07/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 16/07/2018
Stato iter:
28/12/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/12/2018
COSTA SERGIO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/12/2018

CONCLUSO IL 28/12/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00717
presentato da
MURONI Rossella
testo di
Lunedì 16 luglio 2018, seduta n. 27

   MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo i dati ufficiali recentemente diffusi da ARPAV1, è emerso che nelle acque del vicentino vi è la presenza di un nuovo contaminante, appartenente al gruppo dei Pfas) (sostanze perfluoroalchiliche), noto come GenX: Hfpo-da. Si tratta di un tensioattivo fluorurato la cui presenza è stata individuata in acque sotterranee situate in un raggio di 500 metri dall'azienda chimica Miteni di Trissino;

   Miteni tratta presso il proprio sito produttivo i rifiuti pericolosi classificati come «soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri». L’iter autorizzativo concesso a Miteni inizia con il decreto del dirigente della direzione tutela ambiente n. 129 del 18 giugno 2013 in cui, prendendo atto del parere espresso dalla commissione regionale Via dell'8 maggio 2013, si autorizza Miteni a convertire parte delle dotazioni impiantistiche in un sistema in grado di trattare e recuperare rifiuti pericolosi, escludendo tale procedura dalla valutazione di impatto ambientale. Le uniche prescrizioni incluse nel decreto n. 129 del 2013 riguardano il rispetto dei limiti indicati nell'autorizzazione integrata ambientale e dei limiti imposti dal gestore della rete fognaria (Avs) per gli scarichi liquidi convogliati nella fognatura consortile. In pratica, con i suddetti decreti regionali ad avviso dell'interrogante è riconosciuto a Miteni di poter trattare rifiuti chimici pericolosi;

   nel rinnovo dell'Aia concessa a Miteni (decreto n. 59 del 2014) la nuova sostanza recuperata dal rifiuto pericoloso CER070201 (GenX) viene definita materia prima secondaria destinata a ritornare nella sua totalità dal committente. Pertanto, Miteni non chiede e non le viene imposto alcun limite allo sversamento di questa sostanza nell'ambiente, confermando unicamente che i limiti per lo scarico dei reflui nel depuratore consortile per le sostanze già note sono determinati dal gestore del depuratore stesso;

   come già emerso a mezzo stampa i rifiuti arrivano dall'Olanda e, in base alla documentazione in possesso di Greenpeace, provengono dall'azienda DuPont (oggi Chemours De Namour con sede a Dordrecht). L'azienda chimica olandese, che fa capo a una delle più grandi multinazionali della chimica a livello mondiale, utilizza il GenX in sostituzione del Pfoa (acido perfluoroottanoico), nella produzione di fluoropolimeri (plastiche fluorurate). La sostituzione del Pfoa col GenX è iniziata a partire dal 2005 (negli stabilimenti americani) e si è completata nel 2012 nello stabilimento olandese;

   secondo i dati ufficiali diffusi dal National Institute of Public Health and the Environment olandese (Rivm) nel 2016 le sostanze implicate nel processo chimico del GenX sono: il precursore FRD-903 (l'acido 2,3,3,3-tetrafluoro-2-(eptafluoropropossi) propanoico), la sostanza chimica utilizzata nel processo stesso FRD-902 (il sale ammonico dell'acido 2,3,3,3-tetrafluoro-2-(eptafluoropropossi) propanoico) e il prodotto di trasformazione E1 (eptafluoropropil 1,2,2,2-tetrafluoroetil etere). A questo punto è più che legittimo chiedere perché uno dei più grandi stabilimenti chimici europei invia a Miteni rifiuti chimici pericolosi per recuperarne una parte;

   secondo i documenti in possesso di Greenpeace, dal 2014 al 2017 Miteni ha ricevuto ogni anno quantitativi accertati fino a 100 tonnellate annue di rifiuti chimici pericolosi contenenti il GenX (con un limite massimo di 5,4 tonnellate trattabili ogni giorno). Una volta recuperato il GenX dal rifiuto, la sostanza è stata poi inviata al cliente olandese –:

   se corrisponda al vero quanto descritto in premessa e se il Governo non ritenga urgentemente di promuovere a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, per quanto di competenza e anche di concerto con la regione interessata, un programma di monitoraggio relativo alla presenza di GenX nelle acque.
(4-00717)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 28 dicembre 2018
nell'allegato B della seduta n. 104
4-00717
presentata da
MURONI Rossella

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare si fa presente che, secondo quanto riferito dalla provincia di Vicenza la Miteni S.p.a. è titolare di autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla regione Veneto con provvedimento regionale n. 59 del 2014. Successivamente, con legge regionale n. 4 del 2016, è stata delegata alla provincia la competenza al rilascio delle autorizzazioni integrate ambientali delle imprese chimiche, quale è quella in esame.
  Con la citata autorizzazione, la Miteni S.p.a. è stata legittimata a recuperare un rifiuto contenente la sostanza denominata «GenX» (nome commerciale), ossia il sale di ammonio dell'acido dimerico esafluoropropilene ossido (HFPO-DA). All'esito di alcuni campionamenti effettuati su richiesta della regione, nel mese di maggio 2018, Arpav ha dato comunicazione al comitato tecnico-scientifico, istituito a supporto della commissione ambiente e salute, della presenza della predetta sostanza, per le valutazioni in ordine alle azioni da intraprendere per quanto riguarda gli aspetti ambientali e sanitari.
  La commissione ambiente e salute, riunitasi, quindi, in data 2 luglio 2018, ha analizzato i dati comunicati da Arpav, chiedendo a quest'ultima che ne continuasse il monitoraggio. Nell'occasione si è preso atto del fatto che non risulta, tuttavia, interessata la rete acquedottistica.
  Ad ogni modo, la regione Veneto, con decreto dirigenziale n. 293 del 5 luglio 2018, ha sospeso l'autorizzazione di Miteni S.p.a. all'importazione di rifiuti (codice CER 070201) e la provincia di Vicenza, con provvedimento del 6 luglio 2018, ha sospeso a titolo precauzionale l'attività di recupero del rifiuto con codice CER 070201 e delle linee produttive usate per tale attività.
  La regione Veneto, in data 10 luglio 2018, ha chiesto all'istituto superiore di sanità la definizione dei limiti di concentrazione per il parametro HFPO-DA applicabili alle matrici acqua sotterranea, superficiale e suolo.
  Si tenga conto, altresì, che Arpav stessa, per effettuare i controlli, ha dovuto mettere a punto apposite e nuove metodiche analitiche, finora sconosciute, per misurare il composto GenX.
  Fra le azioni messe in atto dalla regione si ricordano anche: l'azione di sollecito ai gestori del servizio idrico integrato perché adottassero un trattamento spinto a carboni attivi a tutela della qualità dell'acqua erogata, l'attuazione di una campagna di biomonitoraggio specifica estesa alla popolazione dell'area contaminata (nonché di altre aree non contaminate per ottenere un chiaro confronto), l'attivazione di una specifica commissione tecnica regionale interdisciplinare, al fine di coordinare tutte le azioni di salvaguardia e tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, l'avvio di uno scambio di collaborazioni e di richieste al Ministero della salute ed all'istituto superiore di sanità, per un supporto scientifico, nonché con l'Organizzazione mondiale della sanità, la messa in opera di un sistema specifico e stabile di sorveglianza analitica della salute della popolazione con la contestuale attività di monitoraggio e controllo. La regione ha, inoltre, precisato che l'area interessata dall'inquinamento non comprende la provincia di Rovigo.
  In merito alla vicenda giudiziaria che ha interessato la Miteni S.p.A., il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha chiesto alla procura della Repubblica presso il tribunale di Vicenza di essere informato in caso di eventuale esercizio dell'azione penale nel procedimento 1943/16 RGNR avviato nei confronti di dirigenti della società medesima.
  Si fa presente, inoltre, che il Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente, nucleo operativo ecologico di Treviso, in data 23 luglio 2018, ha contestato alla società Miteni S.p.a. l'illecito amministrativo
ex articolo 304 comma 2 del decreto legislativo n. 152 del 2006 per l'omessa comunicazione agli Enti preposti, a seguito della ricezione di un rapporto di prova nel quale veniva accertata la presenza di una contaminazione di perfluoroottanoato di ammonio (Apfo) nell'acqua di scarico dell'impianto della Miteni.
  Per quanto concerne il danno ambientale, l'Ispra, su richiesta del Ministero dell'ambiente, ha fornito i primi elementi di valutazione del danno prodotto dalla contaminazione da Pfas derivanti dalla ditta in questione.
  Ad oggi è in corso, a seguito dell'invio di dati aggiornati da parte di Arpav, la quantificazione del danno nelle diverse matrici ambientali. Tale quantificazione, come previsto dalla parte sesta del decreto legislativo n. 152 del 2006, interessa esclusivamente i composti Pfas presenti nella vigente normativa in materia di tutela delle acque. Pertanto, non sono in corso valutazioni del danno ambientale su contaminanti quali il GenX o altri Pfas privi di valori soglia di contaminazione. Per tale specifica sostanza, infatti, la normativa italiana non prevede limiti di emissione né limiti di qualità ambientale, se non all'interno dell'ampia famiglia dei «tensioattivi».
  In ordine al ricorso depositato da Miteni S.p.a. per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo, posto che con decreto del 19 giugno 2018 il tribunale di Vicenza ha dichiarato ammissibile la procedura preliminare al concordato preventivo, dagli atti in possesso dell'amministrazione regionale risulta che con decreto del 24 settembre 2018 il tribunale di Vicenza, vista l'istanza depositata da Miteni S.p.a. in data 11 settembre 2018, ha assegnato l'ulteriore termine di 60 giorni per il deposito della domanda di concordato preventivo e della relativa documentazione.
  Per completezza di informazione, si segnala che il consiglio di amministrazione della società ha recentemente deliberato il deposito di un'istanza di fallimento.
  Si fa presente inoltre che per quanto riguarda, più in generale, la situazione di inquinamento ambientale da sostanze perfluoro-alchiliche (Pfas-Pfoa) della falda acquifera di una vasta area della regione Veneto, il Ministero dell'ambiente ha chiesto a Ispra, già nel dicembre 2016 di redigere una «relazione tecnica di individuazione, descrizione e quantificazione del danno ambientale con indicazione delle necessarie misure di riparazione primaria, complementare e compensativa» anche, alla luce del procedimento di bonifica/messa in sicurezza della falda sotterranea attivato dalla Miteni S.p.a. presso il comune di Trissino. La relazione non è ancora pervenuta al Ministero.
  Lo stesso Ministero, avendo avuto peraltro notizia che, con delibera del Consiglio dei ministri del 21 marzo 2018, è stato dichiarato lo stato di emergenza in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche della falda idrica nei territori delle provincie di Vicenza, Verona e Padova, continuerà ad interloquire con gli enti locali competenti ed a svolgere la propria attività di monitoraggio circa la sussistenza di eventuali ulteriori profili di danno ambientale e sull'efficacia delle operazioni di messa in sicurezza e bonifica in corso, senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sulla questione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

inquinamento chimico

rifiuti chimici