ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00598

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 21 del 04/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: BIGNAMI GALEAZZO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 02/07/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 02/07/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00598
presentato da
BIGNAMI Galeazzo
testo di
Mercoledì 4 luglio 2018, seduta n. 21

   BIGNAMI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Consiglio superiore di sanità – sezione V –, su richiesta del segretariato generale, nella seduta del 10 aprile 2018 ha emesso un parere sulla commercializzazione di prodotti contenenti THC o costituiti da infiorescenze di canapa nei quali viene indicata in etichetta la presenza di «cannabis»;

   nel parere citato, il Css ha ritenuto che la pericolosità di tali prodotti «non può essere esclusa» per vari motivi tra i quali il fatto che «tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve sia a lungo termine»;

   il Css si è inoltre espresso sulle condizioni di immissione in commercio di prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, ritenendo che «tra le finalità della coltivazione della canapa industriale non è inclusa la produzione delle infiorescenze né la libera vendita al pubblico» e che pertanto la vendita di tali prodotti «pone certamente motivo di preoccupazione»;

   diverse criticità legate alla proliferazione dei «Canapa shop» sono state messe in luce in un articolo di «Quotidiano sanità» (21 giugno 2018) dove si rileva che le infiorescenze di canapa, vendute oggi a fini di «collezione» verrebbero poi fumate dagli acquirenti;

   recenti fonti stampa (Resto del Carlino – 22 giugno 2018) riferiscono dell'entità del business legato alla commercializzazione della cannabis sativa, a basso contenuto di THC: tale business varrebbe circa 44 milioni di euro l'anno per circa 44 mila ettari coltivati e mille punti vendita in tutta Italia;

   in questi negozi, dove i prodotti non sono destinati alla combustione, la cannabis è presente in biscotti, muffins, cioccolato, tisane energetiche, dolciumi vari;

   si stima che circa il 10 per cento della clientela si collochi in una fascia di età tra i 18 e i 25 anni, il 70 per cento tra i 26 e 55 anni e il resto over 55;

   la cannabis «light» possiede un principio di THC inferiore allo 0,6 per cento, limite massimo consentito dalla legislazione nazionale. Il limite è stato introdotto dall'articolo 4, comma 5, della legge n. 242 del 2016, «Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa», il quale prevede che «qualora all'esito del controllo il contenuto complessivo di THC della coltivazione risulti superiore allo 0,2 per cento ed entro il limite dello 0,6 per cento, nessuna responsabilità è posta a carico dell'agricoltore che ha rispettato le prescrizioni di cui alla presente legge»;

   l'articolo del «Resto del Carlino» sopra richiamato parla inoltre di «zone d'ombra» nella legislazione nazionale che consente, ad esempio, di vendere le foglie di canapa «light» per un non meglio specificato «uso tecnico», mentre i semi o le infiorescenze sono venduti a fini di «collezione»;

   alcuni tabaccai nel bolognese hanno testimoniato – come riporta l'articolo di stampa – di essere stati contattati dai rappresentanti delle aziende produttrici i quali hanno messo al corrente della possibilità di vendere sigarette a basso contenuto di THC. A tal proposto, la Federazione italiana tabaccai avrebbe fortemente sconsigliato di vendere tali prodotti in presenza di una legislazione ancora poco chiara;

   nell'articolo citato è riportata anche una dichiarazione di Antonio Tinelli, presidente della comunità di San Patrignano: «Siamo molto preoccupati ... assistiamo a una banalizzazione del rischio che il consumo di cannabis porta con sé. È come dire ai ragazzi: la cannabis non fa male, è normale, basta che se ne usi poca. Nessuno si preoccupa poi se quelle bustine da thè qualcuno le fuma» –:

   quali iniziative di carattere normativo si intendano assumere in relazione a quanto esposto in premessa e a tutela della salute individuale e collettiva;

   quali iniziative si intendano assumere per vietare la libera vendita dei prodotti di cui in premessa e con quali tempistiche.
(4-00598)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

commercializzazione

diritto alla salute

vendita