ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00593

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 21 del 04/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 29/06/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 29/06/2018
Stato iter:
05/03/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/03/2019
TRENTA ELISABETTA MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/03/2019

CONCLUSO IL 05/03/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00593
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Mercoledì 4 luglio 2018, seduta n. 21

   PALAZZOTTO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   un summit tra i capi di Stato e di Governo di Francia, Germania, Italia e i cinque Paesi del Sahel (Burkina Faso, Chad, Mali, Mauritania, Niger), tenutosi il 13 dicembre 2017, ha dato il via alla nascita della «coalizione Sahel», con l'obiettivo dichiarato di contrastare il terrorismo nella regione. Un'organizzazione operativa effettiva e reale, con un comando unico a livello regionale, per sostenere sul campo la forza G5 Sahel e l'Alleanza per il Sahel;

   il 17 gennaio 2018 la Camera dei deputati, riunita in seduta straordinaria dopo lo scioglimento, ha votato a giudizio dell'interrogante in fretta e furia, su proposta del Governo pro tempore, una risoluzione su una missione militare italiana in Niger. Sono trascorsi cinque mesi e ancora non è chiaro quale sarà il destino di questa missione;

   l'Italia avrebbe dovuto addestrare le forze nigerine che partecipano alla forza congiunta del G5 Sahel con un contingente di 470 uomini, 130 mezzi, 2 aerei, per un totale di poco meno di 50 milioni di euro di spesa prevista, così come hanno riferito il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale pro tempore Alfano e la Ministra della difesa pro tempore Pinotti alle commissioni parlamentari Difesa ed Esteri;

   la missione in Niger, che ha un interesse specifico pure per quello che riguarda i flussi migratori verso la Libia e verso il Mediterraneo, sarebbe dovuta servire anche per impegnarsi nel contrasto al traffico di esseri umani;

   nonostante la Ministra pro tempore Pinotti nel corso di un'audizione in Parlamento avesse dichiarato che fosse stato il Niger a chiedere all'Italia di essere presente con una propria missione, il 26 gennaio 2018 la stampa estera riportava la notizia secondo cui fonti interne al Governo del Niger confermavano che le autorità di Niamey non sarebbero state né consultate né informate. E il Governo nigerino avrebbe comunicato agli italiani di non condividere la missione italiana. Nel marzo e poi in aprile del 2018 il Ministro dell'interno nigerino Mohamed Bazoum e il Primo Ministro Mahamadou Issoufou hanno definito «inconcepibile» la missione militare italiana, ribadendo di aver appreso la notizia soltanto dai media e non da contatti ufficiali con le autorità italiane e chiesto un rallentamento nelle procedure di invio del contingente;

   risulta all'interrogante in questo contesto incomprensibile il ruolo dei 40 militari italiani già inviati in Niger con compiti di ricognizione. I militari italiani infatti sono accampati in una base statunitense, sprovvisti di armi e senza aver ottenuto reciprocità dall'esercito nigerino, che si sarebbe persino rifiutato di concedere il terreno per costruire l'annunciato campo base;

   l'intervento militare italiano in Niger si profila quindi come una missione «fantasma», partita male, proseguita peggio e finita in uno stallo diplomatico e politico. Un fallimento passato in sordina, che rischia di pregiudicare le relazioni diplomatiche tra i due Stati oltre a compromettere la reputazione internazionale del nostro Paese;

   preoccupa, inoltre, la condizione dei 40 militari italiani bloccati in Niger senza alcuna ragione, relegati in un aeroporto senza alcun accordo sullo status giuridico e operativo. Formalmente non possono neanche uscire dalla base (americana). Si tratta di una situazione che rappresenta una grave lesione della loro dignità –:

   se il Governo intenda rendere pubblico il contenuto di tutti i documenti e degli eventuali accordi relativi alla missione italiana in Niger;

   se non ritenga opportuno, alla luce della situazione attuale, richiamare al più presto i militari italiani dal Niger, vista la situazione di stallo in cui di fatto si trova la missione, a maggior ragione considerate le ripetute manifestazioni di contrarietà da parte del Governo nigerino.
(4-00593)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 5 marzo 2019
nell'allegato B della seduta n. 136
4-00593
presentata da
PALAZZOTTO Erasmo

  Risposta. — La missione di assistenza in Niger (Misin) – autorizzata dai due rami del Parlamento il 15 e il 17 gennaio 2018 – ha la finalità di accrescere le capacità di controllo del territorio e delle frontiere da parte delle forze di difesa e sicurezza nigerine, e si inserisce nel quadro dell'accordo bilaterale tra Roma e Niamey in materia di difesa del 27 settembre 2017, attualmente in corso di ratifica da parte italiana.
  In particolare, la missione è nata in base a una richiesta di assistenza delle Autorità nigerine presentata con una nota verbale del 1° novembre 2017 e una lettera in pari data del Ministro della difesa del Niger al Ministro della difesa italiano
pro tempore, seguite da un'ulteriore nota del 26 dicembre 2017 concernente la questione relativa alla concessione dell'immunità dalla giurisdizione per il nostro personale militare operante in territorio nigerino.
  Tali richieste, va sottolineato, sono state reiterate dal Ministro della difesa nigerino con una lettera del 15 gennaio 2018; una sopravvenuta situazione di stallo politico, che è stato possibile sbloccare solo recentemente da parte del corrente esecutivo, ha purtroppo inibito per mesi lo sviluppo della missione, facendo perdere del tempo prezioso.
  Nelle prossime settimane sarà reso pubblico, nei siti istituzionali del Parlamento e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo intergovernativo, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 novembre.
  Lo stesso potrà essere fatto in futuro, caso per caso, per tutti gli altri documenti che dovessero consolidarsi e la cui pubblicazione sia giudicata non pregiudizievole delle comprensibili cautele nelle relazioni tra i due Paesi e a protezione degli interessi nazionali in essere.
  In termini finanziari e di personale, le delibere adottate dal Consiglio dei ministri in data 28 dicembre 2017 e 28 novembre 2018 fissano le soglie massime dell'impegno in 470 unità per un fabbisogno massimo di circa 40 milioni di euro. Tali consistenze sono da intendersi quale mero elemento di pianificazione finanziaria e limite massimo del contributo nazionale, in quanto la reale consistenza del nostro contingente – attestata, per l'anno in corso, su una media tra le 40 e le 50 unità – dipenderà dalle attività che di volta in volta saranno definite tra Niger e Italia, in funzione delle esigenze che verranno manifestate da parte nigerina.
  Sotto l'aspetto prettamente operativo, la missione ha avuto inizio il 18 gennaio 2018, con l'invio a Niamey di circa 40 unità quale
Advanced Party di un dispositivo interforze incaricato di svolgere, autonomamente o in cooperazione con altri contingenti già in loco, attività di formazione e supporto alle forze di difesa e sicurezza nigerine, accrescendone le capacità nel controllo del territorio e delle frontiere per il contrasto ai traffici illegali – in particolare il contrabbando, la tratta di esseri umani, il traffico di migranti – e alle minacce alla sicurezza, incluso il terrorismo.
  Nello specifico, la missione è articolata attraverso lo svolgimento di corsi in Italia e/o a domicilio – attraverso lo schieramento di nuclei di addestratori nazionali (
Mobile Training Team) – orientati al Capacity Building, alla stabilizzazione d'area, alla protezione delle forze, ai diritti umani e dei rifugiati. Allo stato attuale, a seguito di un'azione costante e paziente da parte del Dicastero, che ha portato allo sblocco del perdurante stallo politico poc'anzi menzionato, sono stati recentemente immessi in teatro operativo 3 team italiani, che permarranno in Niger per il tempo necessario allo svolgimento delle attività formative concordate.
  L’
Advance Party, al momento, continua il proprio impegno nelle i attività preparatorie e nei colloqui con i colleghi nigerini, al fine di definire i dettagli delle attività da sviluppare con i Mobile Training Team e di consolidare gli accordi con i contingenti americani, francesi e tedeschi (schierati nell'ambito di proprie missioni bilaterali) per il reciproco supporto sanitario.
  Ulteriori contatti sono stati, inoltre, intrapresi con la missione Eucap Sahel Niger, nell'ottica di ricercare delle possibili sinergie e cooperazioni, soprattutto nei settori
gendarmerie e garde nationale.
  Sul piano umanitario mi preme, inoltre, sottolineare le donazioni effettuate a beneficio del Ministero della salute e della difesa nigerini, impiegando, da aprile a settembre 2018, quattro voli militari che hanno trasportato in totale circa 40 tonnellate di materiale sanitario (farmaci e presidi sanitari, tra i quali un potabilizzatore).
  In termini di sviluppi futuri della missione, a livello militare è emersa la volontà nigerina di continuare a ricevere assistenza sia in termini di fornitura di mezzi ed equipaggiamenti, sia di pacchetti formativi e addestrativi, da rivolgere principalmente a battaglioni di fanteria; in tal senso sono stati sviluppati specifici programmi concordati con la controparte. Tale volontà è stata prontamente recepita dal Dicastero che rappresento, nello spirito di una cooperazione efficace e reciprocamente proficua sotto l'aspetto della sicurezza e della stabilità regionale nonché dello sviluppo delle relazioni tra i due Paesi.
  Nell'ottica di tale rinnovato impulso verso la Misin, ho avuto il piacere e l'opportunità di discutere le modalità del prosieguo e dell'evoluzione della missione con il mio omologo, lo scorso 9 ottobre a Roma.
  La conferma degli intenti da parte delle autorità nigerine rappresenta un ragguardevole risultato che giunge dopo un periodo di stasi politica durante il quale l'Italia ha, comunque, assicurato il proprio supporto supporto alla popolazione sul piano umanitario.

La Ministra della difesa: Elisabetta Trenta.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la criminalita'

intervento militare

personale militare