ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00407

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 12 del 06/06/2018
Firmatari
Primo firmatario: SERRACCHIANI DEBORA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/06/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/06/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00407
presentato da
SERRACCHIANI Debora
testo di
Mercoledì 6 giugno 2018, seduta n. 12

   SERRACCHIANI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo notizie di stampa, si apprende che saranno aperti nuovi Cie (Centri identificazione e espulsione) in ogni regione;

   in una intervista a La Stampa del 4 giugno 2018, il neo presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, traccia uno scenario generale di gestione dei migranti in cui ipotizza che gli ospiti delle strutture di accoglienza debbano rimanere in un regime assimilabile a quello di reclusi: «non dico di metterli in carcere – risponde Fedriga – ma ci vuole il massimo della sicurezza»;

   altri presidenti di regione hanno reso noto, attraverso agenzie di stampa, la loro posizione su eventuali attivazioni di Cie sui territori di loro competenza, affermando di avere poche informazioni al riguardo;

   a quanto si apprende dai media, si avanza l'ipotesi che in Friuli Venezia Giulia siano resi operativi più Cie, tra cui due strutture a Udine già destinate all'accoglienza, le ex caserme «Caverzerani» e «Friuli», su cui lo Stato ha investito molte risorse pubbliche, e una struttura a Gradisca d'Isonzo, già da venti anni destinata ad analogo impiego;

   sempre da informazioni di stampa, non si esclude che altri Cie possano essere attivati in altre parti della regione Friuli Venezia Giulia;

   inoltre, pare essere prossima la chiusura del Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Gradisca (Go) per essere trasformato in Centro permanente per i rimpatri (Cpr), al fine di ospitare non oltre 100 ex profughi, cui è stata respinta la richiesta di asilo, in attesa di essere rimpatriati;

   i soggiornanti in tale struttura non sarebbero più richiedenti asilo e quindi liberi di circolare, ma stranieri provenienti dall'intero territorio nazionale, in attesa di espulsione e rimpatrio;

   la eventuale trasformazione da Cara in Cpr comporterebbe, inevitabilmente, anche importanti lavori di adeguamento della struttura, vista la sua trasformazione da luogo utilizzato per l'accoglienza in struttura che servirebbe al solo «trattenimento temporaneo di migranti»;

   l'eventuale attivazione di un Cie di nuova concezione a Gradisca comporterebbe interventi ancora più incisivi –:

   se il Governo abbia intenzione di aprire nuovi Centri di identificazione e espulsione destinati a trattenere in modo indiscriminato richiedenti asilo da identificare, clandestini da espellere o rimpatriare e se ciò sia previsto avvenga anche nella regione Friuli Venezia Giulia;

   in tal caso, quale o quali sarebbero i siti individuati in Friuli Venezia Giulia per ospitare i Centri di identificazione e espulsione;

   se queste nuove aperture di Centri di identificazione e espulsione sul territorio nazionale avverranno per decisione autonoma del Ministero dell'interno o in accordo con le regioni, tenendo conto che, ad esempio, il presidente del Veneto Luca Zaia ha affermato – come si evince da notizie di agenzia – che la risposta della sua regione sarebbe negativa «in assenza di un programma organico»;

   se il Governo intenda effettivamente procedere alla chiusura del Centro di accoglienza per richiedenti di asilo di Gradisca per trasformarlo in Centro permanente per i rimpatri;

   come si intenda procedere rispetto alla gestione e alla sicurezza di un Centro permanente per i rimpatri, che appare molto diverso rispetto ad un Centro di accoglienza per richiedenti asilo e quali iniziative si intendano pertanto adottare per un controllo adeguato del territorio che dovrà, necessariamente, essere più presidiato;

   quale sia l'orientamento in relazione al personale operante all'interno del Centro permanente per i rimpatri, che dovrà fornire tutte le garanzie professionali e le competenze richieste dalla situazione, che sarà radicalmente diversa rispetto alla precedente;

   quali saranno, anche alla luce delle dichiarazioni del presidente Fedriga, le caratteristiche dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo, visto che il trattenimento in un regime restrittivo delle libertà personali si porrebbe in violazione della legislazione vigente, e se quindi, in continuità con quanto già previsto dal Ministro pro tempore Minniti, tale regime sarà limitato alle sole persone accolte nei Centri permanenti per i rimpatri.
(4-00407)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

espulsione

aiuto sociale