ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00376

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 11 del 05/06/2018
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 04/06/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 04/06/2018
Stato iter:
28/11/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/11/2018
MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/11/2018

CONCLUSO IL 28/11/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00376
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Martedì 5 giugno 2018, seduta n. 11

   CIRIELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   i discendenti di italiani all'estero trovano difficoltà ad ottenere la cittadinanza italiana;

   ciò è dovuto ad una serie di problematiche che rallentano e ostacolano l'iter burocratico complessivo;

   da fonti istituzionali si apprende che la trattazione della pratica si rivelerebbe tortuosa fin dal principio, essendo difficoltoso anche l'ottenimento di un primo colloquio presso le rappresentanze consolari; malgrado la legge preveda che l'intero procedimento non possa eccedere i 240 giorni (tabella 4, allegata al decreto ministeriale 3 marzo 1995, n. 171, regolamento di attuazione degli articoli 2 e 4 della legge 7 agosto 1990, n. 241), allo stato attuale, in Paesi come quelli del sud America, solo per un singolo appuntamento in consolato, l'attesa potrebbe sfiorare anche i due anni, facendo sì che la durata complessiva del procedimento si aggiri intorno ai dieci; un esempio al riguardo è quello del signor O.S.M., il quale desidererebbe ottenere la cittadinanza italiana per lui ed i suoi figli, ma, nonostante abbia pronta oramai da tempo l'intera documentazione da presentare al consolato italiano in Buenos Aires, non riesce ad ottenere un appuntamento da ben più di un anno;

   le tempistiche per ottenere la documentazione, necessaria per la procedura, non sono brevi, ma, al contrario, le risposte per i richiedenti, da parte – soprattutto – dei municipi italiani, arrivano con grandissimo ritardo;

   la presenza di circolari e prassi interpretative ha sempre di più complicato tale fase documentale, in quanto è venuta meno la possibilità di utilizzare autocertificazioni e semplificazioni di ogni genere;

   la riduzione del personale delle ambasciate e, soprattutto, dei consolati italiani all'estero, ha soltanto contribuito a peggiorare lo stato delle cose, che la predisposizione di strumenti informatici non sembra aver migliorato;

   tale complessa situazione ha fatto sorgere numerosi episodi spiacevoli; in Brasile, per esempio, alcune persone hanno sfruttato le difficoltà degli uffici diplomatici a fornire risposte immediate, creando delle agenzie che, a pagamento, offrivano servizi ai richiedenti, con la promessa di accelerare i tempi per il riconoscimento della cittadinanza italiana; anche in Italia, nel maggio 2017, i poliziotti hanno arrestato sette persone della criminalità organizzata che, tramite i comuni, riuscivano a reperire in tempi brevissimi l'intera documentazione;

   ciononostante, attualmente, gli italo discendenti subiscono una violazione del proprio diritto di essere riconosciuti italiani, in contrasto con quanto previsto dall'articolo 3 della Costituzione poiché la rete consolare italiana continua a non riuscire a soddisfare l'elevato numero di richieste per ottenere la cittadinanza italiana nel mondo;

   a parere dell'interrogante vi sarebbe la necessità di ammodernare l'attuale normativa, datata e non al passo con i tempi per fronteggiare questa situazione che limita in modo ingiusto la volontà e l'orgoglio delle persone che hanno discendenza italiana di essere riconosciute come veri cittadini italiani –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e, considerata la gravità degli stessi, quali iniziative urgenti intenda assumere, per quanto di competenza, anche di carattere normativo, per risolvere le criticità dei procedimenti relativi all'accertamento del possesso della cittadinanza italiana iure sanguinis.
(4-00376)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 28 novembre 2018
nell'allegato B della seduta n. 92
4-00376
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — La vigente legge sulla cittadinanza italiana (n. 91 del 1992) prevede il principio della trasmissione della cittadinanza iure sanguinis, una disciplina che ha – tra l'altro – costituito indubbiamente una garanzia di tutela per le famiglie dei tanti nostri connazionali emigrati tra la fine del XIX e i primi decenni del XX secolo, nella misura in cui essa ha consolidato un vincolo di appartenenza con la madrepatria. L'ampio riconoscimento dello status civitatis per filiazione, ha altresì facilitato il rientro in Italia di moltissime famiglie, al termine della propria esperienza, spesso difficile, all'estero.
  Con il passare del tempo, a seguito di una crescente domanda di riconoscimenti alimentata anche da situazioni di crisi economica nei Paesi ospiti, la nostra rete consolare, specialmente in America Latina, deve oggi fronteggiare una mole crescente di pratiche di ricostruzione dello
status civitatis, in un quadro che d'altro lato ha visto nell'ultimo decennio una progressiva e costante diminuzione delle risorse umane disponibili.
  Molte delle domande di cittadinanza riguardano discendenti di avi italiani trasferitisi all'estero alla fine dell'800 e richiedono esame e verifica dell'autenticità di decine e decine di atti di stato civile stranieri riguardanti molte generazioni di familiari. Le ricostruzioni in parola, proprio per l'estrema vetustà delle linee di discendenza (che in taluni casi risalgono agli Stati pre-unitari) presentano elevatissimi profili di complessità, che ne dilatano i tempi di trattazione. Non infrequenti sono, inoltre, i casi di falsificazione documentale, ciò che impone alle nostre sedi di adoperare il massimo livello di attenzione. Si contano così attualmente decine di migliaia di pratiche presentate e in attesa di istruttoria, con tempi di attesa che in alcuni casi possono rivelarsi assai lunghi.
  Ma il problema non è solo rappresentato dal tempo richiesto per l'esame delle pratiche, che i nostri consolati riescono di norma a comprimere entro i termini di legge, bensì l'attesa inevitabile a causa della domanda esorbitante – per la presentazione delle istanze e per la consegna della documentazione. Le persone in lista di attesa ammontano in alcuni casi anche ad alcune decine di migliaia. Il solo consolato generale a San Paolo, che ha registrato un aumento vertiginoso del numero di iscritti residenti (da circa 124.000 nel 2007 agli oltre 228.000 odierni), conta oggi 3.730 pratiche in corso di trattazione e circa 167.000 in attesa di presentazione. Il consolato generale a Curitiba dal canto suo conta 1.100 pratiche in trattazione e circa 23.000 in attesa di presentazione.
  Una situazione che in nessun modo è ascrivibile agli uffici consolari o ai loro responsabili e addetti, bensì alle tante richieste in una materia estremamente complessa e alle quali negli anni recenti non sono state commisurate le risorse, specie umane, a disposizione.
  Eppure i nostri uffici consolari sono riusciti comunque ad aumentare la consistenza nell'insieme dei servizi erogati. Il numero di passaporti emessi nel mondo è arrivato a quasi 350 mila, registrando un aumento del 16 per cento dal 2016 al 2017; nello stesso periodo le pratiche di stato civile sono arrivate a quasi 205.000, con un incremento del 7,5 per cento. E le pratiche di riconoscimento di cittadinanza sono aumentate di quasi il 25 per cento.
  A seguito della situazione sopradescritta, si sono moltiplicati i ricorsi sia giurisdizionali che para-giurisdizionali da parte di richiedenti che lamentano i ritardi delle pratiche di riconoscimento. L'onda del contenzioso ha, peraltro, l'effetto paradossale di distogliere risorse nei Consolati dall'attività ordinaria e dai servizi, rallentando così ulteriormente la trattazione delle pratiche.
  Per fronteggiare l'emergenza il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha già impartito istruzioni mirate, che gli uffici consolari stanno traducendo in misure organizzative interne: turnazione del personale, apertura di sportelli aggiuntivi, informative sui siti
web, acquisti di dotazioni informatiche, ricorso a personale in regime di somministrazione temporanea (cosiddetto interinale). Si è rilanciato con le altre amministrazioni interessate un processo volto alla semplificazione e razionalizzazione delle disposizioni amministrative sui procedimenti di riconoscimento, oltre a procedere alla redistribuzione tra gli uffici consolari del 30 per cento del contributo per le ricostruzioni di cittadinanza pagato dagli istanti per disposizione di legge, volto al miglioramento dei servizi consolari all'estero – fra cui in primis la gestione delle pratiche di cittadinanza.
  Per promuovere una soluzione l'azione amministrativa non basta. Si rende ormai indifferibile anche un aggiornamento delle risorse disponibili che coniughi ripristino dell'efficienza amministrativa e reclutamento di nuovo personale e questo Governo è intenzionato a mettere fine al
trend calante in termini di risorse umane e finanziarie cui abbiamo assistito negli ultimi anni ed avviare invece un'azione per il loro graduale recupero.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ricardo Antonio Merlo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

nazionalita'

soppressione di posti di lavoro

consolato