ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00360

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 11 del 05/06/2018
Firmatari
Primo firmatario: CIPRINI TIZIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/05/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIRAGUSA ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 30/05/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 30/05/2018
Stato iter:
07/02/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/02/2019
MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/02/2019

CONCLUSO IL 07/02/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00360
presentato da
CIPRINI Tiziana
testo di
Martedì 5 giugno 2018, seduta n. 11

   CIPRINI e SIRAGUSA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   al di fuori del confine nazionale, negli Stati con maggiore presenza di cittadini italiani, operano patronati che svolgono importanti funzioni di assistenza nello svolgimento delle pratiche pensionistiche, previdenziali o assistenziali, rappresentanza e tutela in favore dei lavoratori, dei pensionati e di tutti i cittadini che vivono e lavorano all'estero;

   i patronati maggiormente presenti, fanno capo ai maggiori sindacati di rappresentanza: Cgil, Cisl, Uil, Acli e sono disciplinati dalla legge 30 marzo 2001, n. 152;

   i patronati operanti oltre confine occupano numerosi dipendenti per il disbrigo delle pratiche richieste dai cittadini;

   risultano all'interrogante alcuni casi di violazione dei diritti dei lavoratori impiegati presso taluni patronati oltre confine, la cui gestione è affidata a persone che sono nel contempo responsabili di patronato e anche consiglieri dei Comites locali, in violazione della legge n. 152 del 2001 e della legge n. 286 del 2003 e dunque in palese conflitto di interessi;

   in particolare, secondo quanto denunciato da una lavoratrice signora R.M. (in http://www.vociestere.com/inca-cgil-diritti-irrinunciabili-diritti-indisponibili), il patronato Inca/Cgil di Monaco di Baviera avrebbe commesso delle violazioni dei diritti fondamentali ai danni della medesima lavoratrice, la quale, colpita da una malattia rara ed invalidante, lamenta l'illegittimità del licenziamento e la mancata corresponsione delle competenze maturate post licenziamento;

   il paradosso della vicenda risiede anche nel fatto che la responsabile del patronato in questione ricoprirebbe pure la carica di consigliere del locale Comites, che tra l'altro dovrebbe provvedere alla tutela dei diritti dei connazionali;

   la responsabile del patronato Inca/Cgil di Monaco di Baviera, dunque, avrebbe operato — a detta della lavoratrice — non solo in violazione dei diritti della ex lavoratrice del patronato ma anche in una situazione di conflitto di interessi, poiché secondo il parere interpretativo reso nel 2015 dall'ufficio competente per i Comites alla direzione generale per gli italiani all'estero del Ministero per gli affari esteri e della cooperazione internazionale, atteso il profilo istituzionale dei patronati, si applica la «causa di ineleggibilità dei loro membri all'interno dei Com.It.Es, così come previsto dall'articolo 5, comma 4, della legge n. 286 del 2003»;

   eppure la legge n. 286 del 2003 che costituisce i Comites prevede all'articolo 2, comma 5, che «L'autorità consolare e il Comitato ricevono periodicamente informazioni sulle linee generali dell'attività svolta nella circoscrizione consolare dai patronati di cui alla legge 30 marzo 2001, n. 152, nel rispetto della normativa nazionale e locale» e dunque la commistione di incarichi nel patronato e nei Comites, andrebbe a svilire anche il ruolo di garanzia e controllo che dovrebbe essere svolto da questi ultimi;

   nonostante il chiaro dettato normativo avallato anche da un parere interpretativo dell'amministrazione persistono di fatto prassi illegittime che portano alla concomitanza di incarichi con conseguente criticità per l'esercizio dei diritti dei lavoratori, come accaduto nella vicenda denunciata dalla lavoratrice dell'Inca Cgil di Monaco di Baviera –:

   se si sia a conoscenza della violazione della normativa segnalata che potrebbe interessare anche altri patronati;

   quali iniziative — anche di tipo normativo — intendano adottare i Ministri interrogati, per quanto di competenza, in merito alla disciplina dei Comites e dei loro rapporti con i patronati, al fine di garantire il rispetto del dettato normativo e rimuovere le situazioni di conflitto di interesse tra il profilo di responsabile di patronato e quello di membro del Comites;

   se si intenda avviare una istruttoria finalizzata all'accertamento, per quanto di competenza, delle violazioni dei diritti dei lavoratori a cui si è fatto riferimento in premessa, verificatesi presso il patronato Inca Cgil di Monaco di Baviera.
(4-00360)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 febbraio 2019
nell'allegato B della seduta n. 122
4-00360
presentata da
CIPRINI Tiziana

  Risposta. — Con messaggio del 21 luglio 2015 diretto alla rete diplomatico-consolare, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale richiamava il profilo istituzionale dei Patronati e confermava l'applicazione della causa di ineleggibilità dei loro membri all'interno dei Comites, come previsto dall'articolo 5 comma 4 della legge 286 del 2003. Allo stesso tempo rilevava che appartiene, in via esclusiva, ai Comites la responsabilità e la competenza a deliberare in materia di cause di ineleggibilità o incompatibilità, come prescritto dall'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 2003, n. 395. Al riguardo merita segnalare che il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nei casi analoghi a quello lamentato per Monaco, si è attivato per promuovere l'interessamento delle competenti strutture consolari; in alcuni casi la situazione si è risolta con le dimissioni spontanee dei membri interessati.
  Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, a seguito della proposta di riforma degli organismi di rappresentanza delle comunità italiane all'estero presentata dal Consiglio generale degli italiani all'estero in base a quanto deciso dall'assemblea plenaria del novembre 2017, ha fatto presente al Consiglio generale degli italiani all'estero la necessità di cogliere tale occasione per ripensare il sistema di verifica delle condizioni di incompatibilità e ineleggibilità dei membri dei Comites, per una più efficace garanzia dei ruoli. A tale riguardo ha fatto presente che è auspicabile, in base al principio generale «
nemo iudex in re sua», il costruttivo coinvolgimento dell'Autorità consolare di fronte all'eventuale inerzia del Comitato che non dovesse provvedere alla rimozione di un'evidente causa di incompatibilità; in particolare l'Autorità consolare, dopo aver sollecitato senza successo il Comites, dovrebbe poter dirimere la questione direttamente o, in alternativa, con ricorso alla competente direzione generale del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, anche nell'ottica di un potenziamento del sistema di soluzione delle controversie previsto dall'articolo 24 della legge, con lo scopo di garantirne l'applicazione anche su istanza dell'Autorità consolare e non solo del Comitato come finora consentito.
  Circa il caso specifico relativo al patronato Inca/Cgil di Monaco di Baviera, il competente consolato generale era stato a suo tempo interessato ed aveva accertato quanto segue. Nel convalidare i risultati delle elezioni Comites del 18 aprile 2015, il Comites di Monaco di Baviera non rilevava l'incompatibilità della eletta presidente del Comites in rapporto alla legge 152 del 2001. Con lettera del 21 luglio 2015 il Console generale
pro tempore ricordava alla presidente del Comites che il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con il citato messaggio del 23 luglio 2015, aveva ribadito le disposizioni in merito all'incompatibilità tra la carica di membro del Comites e di membro di patronato operante all'estero. Con riferimento all'elezione della stessa il Console generale invitava pertanto la presidente «a valutare la questione, tenuto conto che appartiene allo stesso Comites, in via esclusiva, la responsabilità e la competenza di deliberare in materia ex articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 395 del 2003».
  A seguito della predetta lettera la questione veniva discussa dal Comites nella riunione del 14 novembre 2015 e il relativo verbale riportava che tutti i consiglieri, ad eccezione di due, si dichiaravano a favore della permanenza dell'interessata nel Comites, non ritenendo la sua posizione tra quelle che la legge indica come non compatibili, non essendo ella dipendente di un patronato ma di una «associazione registrata» tedesca.
  Tale posizione è stata sostenuta anche dal patronato Istituto nazionale confederale di assistenza – coinvolto dal Ministero del lavoro – secondo il quale la «signora Lara Galli non ha alcun ruolo di rappresentanza legale né del nostro istituto di patronato, né dell'associazione Istituto nazionale confederale di assistenza Germania e V, della quale è esclusivamente dipendente». Al riguardo si precisa che dalle tabelle statistiche relative alla struttura organizzativa riferita all'anno 2017 trasmesse dal patronato al Ministero del lavoro ai sensi dell'articolo 11, comma
c) del decreto ministeriale 193 del 2008, la Signora Galli risulta indicata quale responsabile dell'ufficio Istituto nazionale confederale di assistenza di Monaco.
  In definitiva nella fattispecie specifica la sede consolare competente aveva intrapreso ogni azione possibile per sensibilizzare sulla questione, non potendo peraltro, come ricordato, destituire un membro eletto del Comites.
  Quanto all'avvio di «un'istruttoria finalizzata all'accertamento delle violazioni dei diritti dei lavoratori presso il patronato Inca Cgil di Monaco di Baviera», il competente Ministero del lavoro precisa che gli istituti di patronato e di assistenza sociale, in considerazione della rilevanza del ruolo sociale assunto, delle funzioni svolte e dello specifico sistema di finanziamento, sono sottoposti alla vigilanza dello stesso Ministero del lavoro (articolo 15 legge n. 152 del 2001 e articolo 10 decreto ministeriale n. 193 del 2008) il quale, annualmente, in Italia e all'estero, verifica la quantità e la qualità dell'attività svolta e la rispondenza degli uffici e della loro organizzazione ai parametri stabiliti dalla legge e dalle disposizioni regolamentari.
  Infine, quanto alla vicenda lavorativa della signora R.M., la competente direzione generale del Ministero del lavoro ha richiesto informazioni al patronato Istituto nazionale confederale di assistenza e ricevuto altresì la dichiarazione del coordinatore dell'associazione Inca Germania, signor Luigi Brillante. Dall'esame del carteggio ricevuto emerge che:
  le cause dell'interruzione del rapporto di lavoro della signora sono ascrivibili alle circostanze che «il rendimento carente, le numerose assenze (non sempre ascrivibili a motivi di salute), e la scarsa cooperazione ed assunzione di responsabilità nei confronti anche dei colleghi di lavoro, erano tali da tradursi in un rendimento insufficiente ad ottemperare agli obblighi lavorativi previsti dal contratto di lavoro»;
  «la signora R.M. assistita dal suo legale, a seguito del licenziamento del 22 maggio 2017, ha accettato la conciliazione propostale nell'udienza di luglio 2017 presso il Tribunale di Monaco, con la quale le sono stati corrisposti tutti i compensi che le spettavano in base alla normativa vigente che disciplina i rapporti di lavoro»
.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ricardo Antonio Merlo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto del lavoro

sindacato

licenziamento