ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00343

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 11 del 05/06/2018
Firmatari
Primo firmatario: GRIMOLDI PAOLO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 28/05/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIBOLLA ALBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 28/05/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 28/05/2018
Stato iter:
28/11/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/11/2018
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/11/2018

CONCLUSO IL 28/11/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00343
presentato da
GRIMOLDI Paolo
testo di
Martedì 5 giugno 2018, seduta n. 11

   GRIMOLDI e RIBOLLA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la situazione organica della casa circondariale di Monza è sempre più critica, paradossale e contraddittoria;

  da un lato, la denuncia sindacale, quasi quotidiana, della grave e cronica carenza di personale di polizia penitenziaria in regione Lombardia – e quindi anche nell'istituto monzese – dall'altro il provveditorato regionale per la Lombardia che rileva al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con nota n. 79664 del 2 novembre 2016, le gravi difficoltà in essere nel distretto lombardo, appunto dovute alla gravissima carenza di organico chiedendo al medesimo «pur conscio delle difficoltà di nuove assegnazioni che producano effettivi incrementi, quanto meno, di evitare, o meglio, limitare, i distacchi fuori sede»; sempre il provveditorato regionale per la Lombardia, con successiva nota n. 93056 del 19 dicembre 2016, invita «i Signori Direttori e Comandanti di reparto a operare una razionalizzazione dei posti di servizio, basandosi sul personale effettivamente posto a disposizione e non già sull'organico che “dovrebbe” essere presente», pur riconoscendo che non si può «come ineluttabilmente rischia di succedere, far ricadere sul personale presente gli effetti negativi della carenza di organico»;

   il paradosso è raggiunto con l'utilizzo di tre unità di polizia penitenziaria in Sala Convegno, depauperando ulteriormente l'esiguo numero di personale rimasto a turno;

   in altri termini tre agenti, che oggi lavorano nelle sezioni del carcere di Monza, sono destinati a coprire un servizio che, ancora per un paio di settimane, sarà gestito da una società esterna, con compiti diversi da quelli loro spettanti, come mansioni da barista;

   secondo il Ministero, in regione Lombardia, su 19 istituti di pena, dovrebbero esserci 5.208 poliziotti penitenziari, ma quelli effettivamente presenti sono soltanto 3.779, vale a dire il 30 per cento in meno;

   tale carenza riguarda tutti i livelli: i commissari (previsti 57, presenti 33), gli ispettori (134 invece di 511), i sovrintendenti (116 invece di 529) e soprattutto gli agenti (3.496 su un fabbisogno accertato di 4.111);

   è assurda, a parere dell'interrogante, l'attuale situazione che vede gli istituti penitenziari lombardi contendersi e sottrarsi tra loro gli agenti per tamponare le necessità e tappare i buchi e, al contempo, gli agenti medesimi ridotti all'osso e costretti a rinunciare a riposi e ferie accumulando ore ed ore di straordinari –:

   se e quali urgenti iniziative intenda adottare per porre fine a quanto esposto in premessa, a cominciare dall'utilizzo di personale in servizi non istituzionali.
(4-00343)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 28 novembre 2018
nell'allegato B della seduta n. 92
4-00343
presentata da
GRIMOLDI Paolo

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, gli interroganti, richiamate la carenza di organico di cui soffrono gli istituti penitenziari lombardi, con particolare riferimento alla casa circondariale di Monza, rispetto a cui si assiste al «paradosso» dell'impiego di tre unità presso la sala convegni con mansioni di barista, chiedono di sapere se e quali iniziative il Ministro intenda assumere per porre fine a quanto esposto, a cominciare dall'utilizzo di personale per fini non istituzionali.
  Va innanzitutto premesso che, secondo gli elementi forniti dal dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, il personale in servizio presso la casa circondariale di Monza è costituito da 318 unità, con una carenza complessiva di sole tre unità rispetto alla previsione organica di cui al P.C.D. del 29 novembre 2017 sviluppato in applicazione del decreto ministeriale del 2 ottobre 2017.
  Ne deriva un tasso di scopertura assolutamente modesto.
  Le criticità attengono, in particolare, al personale appartenente ai ruoli di sovrintendente e di ispettore, in quanto presenti in numero ridotto rispetto alla previsione organica, sebbene occorra precisare che trattasi di una situazione, per altro in linea con la maggior parte degli istituti penitenziari, destinata a migliorare già nel primo triennio dell'anno venturo grazie al recente riordino delle Forze di polizia di cui al decreto legislativo n. 59 del 2017.
  Per quanto riguarda, invece, la questione dell'impiego di unità del comparto sicurezza presso il bar dell'istituto monzese, dove lavorano anche due detenuti in regime di articolo 21 dell'ordinamento penitenziario, si rappresenta che tale previsione ottempera a rilievi formulati dal Ministero dell'economia e delle finanze che ha disposto l'affidamento del servizio alla gestione diretta anziché, come in passato, a soggetti terzi.
  L'impiego del personale dell'Amministrazione all'interno degli spacci/sale convegno degli istituti penitenziari – giustificato quale intervento di protezione sociale (secondo quanto stabilito dall'articolo 41 della legge di riforma n. 395 del 1990) ed autorizzato dall'articolo 19 della legge 321 del 1991 – fu largamente compresso, dalla fine del 2010, a seguito di decisione, dell'allora consiglio di amministrazione, di esternalizzare la gestione degli spacci.
  La cosiddetta esternalizzazione condusse, però, da un lato, ad una notevole contrazione degli introiti, necessari per finanziare i compiti espletati dall'ente di assistenza, dall'altro, a frequenti sospensioni delle attività di somministrazione per l'inadeguatezza dei soggetti affidatari del servizio, privando così il personale di un importante luogo di aggregazione per il recupero psico-fisico, oltre che di mero ristoro.

  Da tale circostanza nacque il rilievo fatto in esito alla visita ispettiva effettuata nei mesi di marzo-maggio 2015 dall'ispettorato generale di Finanza, reiterato nonostante le oggettive argomentazioni giustificative rivolte in sede di riscontro dal consiglio di amministrazione.
  Le perplessità enunciate dall'ispettorato generale di Finanza sono attualmente oggetto di valutazione della procura della Corte dei conti.
  Lo stesso Ragioniere generale dello Stato ha raccomandato «il proseguimento delle procedure di reinternalizzazione degli spacci/sale convegno, nell'ottica del miglioramento e della convenienza economica della gestione degli stessi» in occasione dell'approvazione dei bilanci preventivi e consuntivi dell'ente di assistenza.
  Pertanto il consiglio di amministrazione dell'ente, in ottemperanza a quanto disposto dal Ministero dell'economia e della finanza, deliberato di non rinnovare i contratti con ditte/cooperative al fine di ricondurre le gestioni esternalizzate in amministrazione diretta, anche con l'utilizzazione di mano d'opera detenuta.
  Diverse determinazioni da parte di questo Dicastero risulterebbero, in definitiva illegittime e palesemente dannose.

Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ore straordinarie

stabilimento penitenziario