ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00125

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 8 del 07/05/2018
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 26/04/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI 26/04/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 26/04/2018
Stato iter:
05/03/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/03/2019
TRENTA ELISABETTA MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/03/2019

CONCLUSO IL 05/03/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00125
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Lunedì 7 maggio 2018, seduta n. 8

   FRATOIANNI e BOLDRINI. — Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la carabiniera Angela Rizzo svolge il proprio incarico presso il nucleo investigativo del comando di Firenze, dove è stata oggetto di molestie sessuali da parte di un suo diretto superiore;

   dopo aver denunciato la vicenda, nel gennaio 2017, il superiore autore delle molestie è stato condannato in primo grado dal tribunale militare di Roma a nove mesi di reclusione e al risarcimento danni per il reato militare di «minaccia ad inferiore aggravata e continuata» (nella sentenza si parlava di «morboso interessamento» e di «esasperante invadenza»). Quindi nel dicembre 2017 la corte militare d'appello di Roma ha confermato la condanna e il giudizio è ora pendente in Cassazione, dove è stato presentato appello dal superiore, che non è stato condannato per molestie sessuali solo perché nell'ordinamento militare non sono previsti i reati a sfondo sessuale, reati che non sono dunque punibili perché non previsti nemmeno dal codice penale militare di pace (da tempo ci sono richieste di riforma della giustizia militare in questo senso);

   nei confronti della carabiniera il 24 marzo 2018 l'Arma dei carabinieri ha aperto un procedimento disciplinare: l'accusa nei suoi confronti è non aver chiesto l'autorizzazione a rilasciare un'intervista alla trasmissione di Rai 3 «Presa Diretta», andata in onda il 10 marzo 2018, e di aver screditato il prestigio dell'Arma stessa con alcune sue dichiarazioni;

   nell'intervista in questione la carabiniera afferma, raccontando la sua drammatica esperienza: «(...) avevo paura che succedesse qualcosa di più grave. In un contesto come il nostro dovremmo tutelare, no? Con grande amarezza trovo invece che, ecco, anche nel mio caso, uno venga abbandonato»;

   a parere degli interroganti è evidente la sproporzione dell'iniziativa del comando dell'Arma dei carabinieri: chi ha screditato il prestigio e l'immagine dell'istituzione non è certo una donna che ha avuto il coraggio di denunciare episodi odiosi e che ha espresso pubblicamente la propria amarezza per ciò che ha passato –:

   quali siano gli orientamenti del Governo circa la decisione assunta all'interno dell'Arma dei carabinieri di avviare il procedimento disciplinare contro una carabiniera già vittima di molestie all'interno di una caserma, decisione che appare agli interroganti l'ennesima ed avvilente offesa nei confronti della donna;

   quali iniziative abbia assunto o intenda assumere la Ministra della difesa affinché l'Arma dei carabinieri receda dalla decisione presa nei confronti della carabiniera vittima di molestie sessuali;

   quali iniziative abbiano assunto in passato i superiori della carabiniera vittima delle molestie, a sua tutela;

   se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative normative affinché i reati sessuali siano previsti dall'ordinamento militare del nostro Paese.
(4-00125)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 5 marzo 2019
nell'allegato B della seduta n. 136
4-00125
presentata da
FRATOIANNI Nicola

  Risposta. — Ritengo opportuno, in primo luogo, precisare che il carabiniere scelto A.R. è stata richiamata al rispetto delle previste disposizioni regolamentari in quanto ha rilasciato, senza autorizzazione, una intervista – i cui contenuti sono lesivi, in alcuni passaggi, del prestigio dell'istituzione – sulla vicenda di cui è stata vittima, in occasione di una puntata della trasmissione televisiva «Presa Diretta».
  Il procedimento disciplinare avviato nei suoi confronti si è, dunque, concluso con il richiamo verbale – che non dà luogo a trascrizione nella documentazione personale – ovvero con il livello più lieve delle sanzioni disciplinari di corpo contemplate dall'articolo 1358 del Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66.
  Nel merito di quanto accaduto, il comando generale dell'Arma dei carabinieri ha comunicato che l'interessata, in data 10 marzo 2018, ha fatto presente al diretto superiore di avere appreso dal legale di fiducia che quel giorno sarebbe stato proposto, nell'ambito della citata trasmissione, un servizio riguardante l'episodio di cui è stata protagonista.
  Lo stesso comando ha, altresì, riferito che il militare, già effettiva alla 2a sezione del nucleo investigativo del reparto operativo di Firenze, nell'aprile del 2015 metteva al corrente il proprio comandante di sezione circa un diverbio intercorso con un suo superiore, al termine del quale era stata minacciata, qualora ne avesse fatto menzione ad altri.
  La condotta del superiore sarebbe poi stata reiterata quando il militare, convocata dal comandante del reparto operativo
pro tempore, ebbe a manifestare il proprio disagio per alcuni atteggiamenti e comportamenti tenuti nei suoi riguardi dal superiore che – secondo la propria valutazione – esulavano dal normale rapporto di impiego.
  Il reparto operativo di Firenze ha informato di tali fatti la locale procura della Repubblica e la procura militare di Roma.
  Nell'immediatezza, il carabiniere è stata impiegata, a sua tutela, quale addetta al foto-segnalamento e ai rilievi tecnici, presso la sede del comando provinciale di Firenze, infrastruttura diversa dalla precedente sede di servizio. In seguito poi all'accoglimento di specifica istanza dell'interessata, ne è stato disposto il trasferimento al nucleo investigativo del comando provincia dei carabinieri di Livorno.
  Con riferimento agli aspetti processuali, il richiamato comando generale ha rappresentato che:

   il 22 febbraio 2016 il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Firenze ha archiviato il procedimento penale per il delitto di «atti persecutori» instaurato a carico del militare accusato dall'interessata, per mancanza di querela;

   il successivo 5 luglio, il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale militare di Roma ha decretato il rinvio a giudizio del maresciallo accusato, per il reato di «minaccia a inferiore aggravata e continuata». Per tale reato, nel gennaio 2017, il medesimo tribunale lo ha condannato a 9 mesi di reclusione militare (pena confermata dalla Corte militare d'appello). Conseguentemente, il militare è stato trasferito «d'Autorità» presso il comando provinciale di Genova;

   trattandosi di fatti oggetto di un procedimento penale ancora in corso e per i quali è già intervenuta una condanna, la posizione disciplinare del citato sottufficiale sarà valutata all'esito della decisione della Corte di Cassazione, presso cui pende il giudizio, a norma dell'articolo 1393 del codice dell'ordinamento militare.

  Per quanto concerne, invece, l'opportunità di porre in essere eventuali «iniziative normative» in materia di reati militari e modifiche al codice penale militare di pace, considero tale ipotesi meritevole di approfondimento, nella convinzione del ruolo assolutamente paritario rivestito dalle donne nell'organizzazione militare e del corrispondente inalienabile diritto a vedere difesa la propria figura da qualsivoglia forma di discriminazione e violenza.
  Se è vero che sul versante processuale, nel corso del tempo sono state introdotte apposite misure cautelari in relazione a reati espressione di violenza di genere e, più in generale, in danno delle vittime vulnerabili e che i reati in parola sono contemplati tra quelli per i quali è prevista una priorità nella formazione dei ruoli di udienza e nella trattazione dei relativi processi, occorre mantenere alta la guardia e di approfondire le modalità attraverso le quali continuare a migliorare la difesa della libertà e dei diritti di ogni cittadino, nella sua individualità.
  Ciò, a prescindere da ogni valutazione sui possibili futuri interventi normativi e/o azioni che il Parlamento vorrà avviare.

La Ministra della difesa: Elisabetta Trenta.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

forze paramilitari

molestia sessuale

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