ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00061

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 6 del 17/04/2018
Firmatari
Primo firmatario: CATTOI VANESSA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 16/04/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FUGATTI MAURIZIO LEGA - SALVINI PREMIER 16/04/2018
BINELLI DIEGO LEGA - SALVINI PREMIER 16/04/2018
SEGNANA STEFANIA LEGA - SALVINI PREMIER 16/04/2018
ZANOTELLI GIULIA LEGA - SALVINI PREMIER 16/04/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 16/04/2018
Stato iter:
22/03/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/03/2019
GRILLO GIULIA MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/03/2019

CONCLUSO IL 22/03/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00061
presentato da
CATTOI Vanessa
testo di
Martedì 17 aprile 2018, seduta n. 6

   VANESSA CATTOI, FUGATTI, BINELLI, SEGNANA e ZANOTELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa riportano di alcuni casi di parti difficoltosi che hanno trovato fortunatamente lieto fine nel pronto soccorso di Arco, l'ultimo in ordine di tempo pochi giorni fa, quando l'impossibilità di attendere l'arrivo dell'elicottero ha obbligato ad un intervento immediato;

   in altri casi, oltre alle urgenze mediche, si è dovuto intervenire per l'impossibilità di arrivo dell'elicottero per avverse situazioni meteorologiche;

   è importante ricordare che ad Arco il punto nascite è stato chiuso a seguito dell'applicazione della normativa nazionale, con l'avallo della provincia;

   dati alla mano risulta che la chiusura del punto nascita di Arco costa 545 mila euro all'anno all'azienda sanitaria della provincia autonoma di Trento per le spese dovute all'utilizzo dell'elicottero per «trasporti urgenti di donne gravide provenienti da Arco»;

   il costo di ogni intervento di elisoccorso va da un minimo di 96 euro al minuto per il vecchio elicottero a un massimo di 140 euro a minuto per gli elicotteri di più recente acquisizione, con una durata media per intervento pari a 55 minuti; va precisato che di regola vengono utilizzati gli elicotteri nuovi e solo in caso di avaria o manutenzione degli stessi si ricorre all'altro mezzo;

   altre regioni hanno chiesto deroghe per punti nascita di cui la norma imponeva la chiusura: Emilia-Romagna e Campania, ad esempio, hanno chiesto la deroga per tutti i punti nascita, motivando e rappresentando la necessità del mantenimento operativo, viste le criticità e le particolarità dei luoghi ove erano localizzati –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione e se intenda adottare le iniziative di competenza al fine di prevedere una deroga per il ripristino dell'attività del punto nascita di Arco, in modo da tutelare il bene primario della salute dei cittadini, soprattutto alla luce di quella che appare l'inerzia della provincia di Trento nella predisposizione della documentazione necessaria alla richiesta di deroga per i punti nascita di cui è stata prevista la chiusura, Arco e Tione, che ad avviso degli interroganti potrebbero ottenere la citata deroga viste le particolarità geografiche del bacino di utenza.
(4-00061)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 22 marzo 2019
nell'allegato B della seduta n. 147
4-00061
presentata da
CATTOI Vanessa

  Risposta. — In merito all'oggetto dell'interrogazione, si ricorda che la riorganizzazione dei punti nascita (PN) scaturisce dall'accordo in conferenza unificata sancito il 16 dicembre 2010 tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, le province, i comuni e le comunità montane, sul documento concernente «linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo».
  Tale accordo, che ha impegnato tutte le regioni ad attuare 10 linee di azione per la ridefinizione del percorso nascita, è nato dalla generale consapevolezza di dover implementare alcune misure fondamentali per garantire livelli ottimali di qualità e sicurezza per la madre e il nascituro.
  Di particolare importanza è, in tal senso, la definizione del volume minimo di parti, che, secondo la letteratura e le esperienze in materia, costituisce «
conditio sine qua non» per configurare le condizioni organizzative e di competenza necessarie per la sicurezza del percorso nascita.
  Altrettanto determinante è la presenza di tutti i requisiti organizzativi, di sicurezza e tecnologici indicati dall'accordo del 16 dicembre 2010.
  Detto accordo ha previsto la costituzione del Comitato percorso nascita nazionale, organo tecnico costituito, tra gli altri, da esperti in campo materno/neonatale, con funzione di supporto alle regioni nel percorso di riorganizzazione della rete dei punti nascita.
  La possibilità di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/anno, pur se non espressamente prevista dall'accordo in questione – che indicava l'eventualità di deroghe solo per punti nascita con numerosità non al di sotto del volume minimo fissato a 500 parti/anno – è stata accordata per venire incontro a specifiche esigenze legate a effettive, dimostrabili e insuperabili difficoltà orogeografiche di alcuni territori italiani: ciò, in funzione delle necessarie garanzie di sicurezza per le donne, i neonati e i professionisti e con l'obiettivo di un costante e virtuoso bilanciamento tra il rischio legato alla distanza tra comune di residenza della donna, comune sede del punti nascita oggetto di valutazione e punto nascita alternativo e il diverso, ma non meno importante, rischio collegato alla ridotta capacità di affrontare condizioni complesse e situazioni di emergenza derivanti dai volumi di casistica molto bassi.
  In tal senso, il decreto ministeriale 11 novembre 2015 (integrazione del decreto ministeriale 19 dicembre 2014 «costituzione comitato percorso nascita nazionale») ha disciplinato la possibilità di mantenere in attività punti nascita al di sotto dello
standard dei 500 parti/anno previo parere consultivo del comitato percorso nascita nazionale.
  Allo scopo è stato predisposto il protocollo metodologico per la valutazione delle richieste di mantenimento in attività dei con volumi di attività dei punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/anno e in condizioni orogeografiche difficili (articolo 1 del decreto ministeriale 11 novembre 2015).
  Con particolare riguardo al punto nascita che forma oggetto dell'interrogazione, in data 2 febbraio 2016, la provincia autonoma di Trento ha presentato al Comitato percorso nascita nazionale richiesta di parere-deroga alla chiusura del punto nascita di Arco, insieme a quelli di Tione, Cavalese e Cles.
  Il comitato non ha ritenuto vi fossero elementi tali da definire il bacino di utenza di riferimento «orograficamente disagiato» e, soprattutto, non ha ritenuto fossero oggettivamente garantiti i requisiti di qualità e sicurezza per la madre ed il neonato.
  Inoltre, l'evidenza di un tasso di fidelizzazione del 64 per cento mostrava come solo poco più della metà delle donne del bacino di utenza sceglieva di partorire nel punto nascita di Arco, mentre una quota non trascurabile sceglieva punti nascita alternativi, anche più distanti.
  Infine, il punto nascita presso l'ospedale di Arco mostrava criticità organizzative, soprattutto per la carenza della guardia attiva h24 di ginecologi, anestesisti e pediatri, che avrebbe richiesto un significativo incremento del numero di risorse umane.
  Sembra utile evidenziare, come riportato in letteratura scientifica, che vi è un rapporto direttamente proporzionale tra competenza dei professionisti e volume dei parti, elemento che ha ricadute immediate nella gestione soprattutto delle situazioni di emergenza del
peripartum.
  Come appare evidente da quanto sopra riportato, il parere del Comitato percorso nascita nazionale è stato espresso non solo in coerenza con il dispositivo del citato accordo Stato-Regioni ma, soprattutto, a garanzia della massima sicurezza delle donne e dei neonati, elemento fondante e prioritario nell'attività del Comitato stesso a supporto della riorganizzazione della rete materno/neonatale prevista dal citato accordo e dal decreto ministeriale 70/2015 che ad esso ha dato cogenza.
  Quanto, poi, ai costi sostenuti per gli interventi di emergenza con elisoccorso per motivi ostetrici verso l'ospedale di Arco (14 nel biennio 2016-2017, contro 17 su strada nello stesso periodo di tempo), l'assessore provinciale alla salute, politiche sociali e sport ha precisato che gli episodi verificatisi sono compatibili con le attuali procedure di emergenza e che il servizio di trasporto con elisoccorso viene direttamente gestito dalla provincia di Trento con personale sanitario dell'azienda provinciale per i servizi sanitari.
  Pertanto, i costi fissi, quali il personale stesso, la manutenzione dei mezzi e gli ammortamenti, sono sostenuti indipendentemente dall'effettuazione o meno di interventi di emergenza, e non solo nell'area materno-infantile.
  Lo stesso assessore ha anche rilevato che, in effetti, la «messa a regime» dell’
équipe del personale del punto nascita di Arco, secondo gli standard nazionali, avrebbe comportato un costo annuale di oltre 3 milioni di euro.
  Ciò detto in relazione al caso specifico, oggetto della presente interrogazione, desidero segnalare che sul tema dei punti nascita è in atto un'attenta riflessione sull'opportunità di operare una rimodulazione della rete dei punti nascita, che tenga conto, prima di ogni altro aspetto, della sicurezza delle donne e dei bambini, oltre che della qualità dell'intero percorso nascita.
  Non si può negare, infatti, che nei quasi dieci anni di vigenza dell'Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 siano mutate alcune importanti circostanze obiettive.
  Innanzitutto, il
trend delle nascite, che si prevede stabile per i prossimi anni, è stato segnato da una significativa riduzione: dai circa 580.000 nati nel 2009 a circa 458.000 nel 2017, con un calo del 21 per cento.
  Questa forte denatalità, che investe tutto il paese dal nord al sud, unitamente a una oggettiva carenza di professionisti di ambito materno/neonatale, sta cambiando in modo importante lo scenario del nostro territorio, obbligando a una riflessione su alcuni elementi caratterizzanti l'accordo del 2010, ferma restando la necessità di mantenere invariato il paradigma organizzativo finalizzato alla sicurezza ed alla qualità dell'offerta per la donna e per il neonato.
  Da altro punto di vista, sempre in questi stessi anni, è significativamente migliorata la capacità delle istituzioni (regioni e Ministero della salute) di raccogliere dati ed elementi di misura sui processi assistenziali e sui risultati clinici.
  La coincidenza di questi due elementi (denatalità e ampia disponibilità di dati epidemiologici) potrà, dunque, consentire al Ministero della salute, con l'ausilio del Comitato percorso nascita nazionale e in condivisione con le regioni, di ridisegnare l'architettura della rete dei punti di punti di offerta, ospedalieri e territoriali, nell'ambito materno infantile.
  Partendo dai dati dei flussi correnti, mediante analisi statistico epidemiologiche, si potranno infatti definire, con accettabile predittività e precisione, gli elementi utili sia a individuare i principali aspetti strutturali e organizzativi dei punti nascita, che a identificare i livelli assistenziali necessari per disegnare una rete di offerta ottimale per l'assistenza alle donne e ai neonati proiettata alla qualità e alla sicurezza.
  Inoltre, tenendo conto che le fasi del «
pre» e «post partum» sono momenti altrettanto delicati quanto la fase del parto, si procederà, a completamento della revisione dell'accordo, a definire gli elementi di supporto all'organizzazione della rete territoriale al fine di creare un forte collegamento circolare territorio/ospedale/territorio.
  In conclusione, dunque, si confida che questo cambiamento di prospettiva — che potrà essere condiviso con le regioni già in sede di rinnovo del patto per la salute – possa portare a soluzioni innovative, in grado di garantire un servizio di massima prossimità, pur in un regime di invariata attenzione alla sicurezza delle donne e del nascituro.
  

La Ministra della salute: Giulia Grillo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

elicottero

pronto soccorso

sanita' pubblica