ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02708

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 625 del 11/01/2022
Firmatari
Primo firmatario: BOLOGNA FABIOLA
Gruppo: CORAGGIO ITALIA
Data firma: 11/01/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 11/01/2022
Stato iter:
12/01/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/01/2022
Resoconto BOLOGNA FABIOLA CORAGGIO ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 12/01/2022
Resoconto SPERANZA ROBERTO MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 12/01/2022
Resoconto BOLOGNA FABIOLA CORAGGIO ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/01/2022

SVOLTO IL 12/01/2022

CONCLUSO IL 12/01/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02708
presentato da
BOLOGNA Fabiola
testo presentato
Martedì 11 gennaio 2022
modificato
Mercoledì 12 gennaio 2022, seduta n. 626

   BOLOGNA. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:

   la malattia renale cronica, in Italia, interessa circa il 7 per cento della popolazione e l'insufficienza renale cronica rappresenta l'evoluzione della malattia renale, caratterizzata dalla perdita progressiva della funzione renale, che rende necessaria la dialisi e il trapianto di rene;

   la dialisi è un processo artificiale di depurazione praticato a pazienti con meno del 10 per cento della funzionalità renale residua; in Italia, oltre 50.000 pazienti nefropatici necessitano di trattamenti dialitici salvavita, dei quali 46.000 di tipo extracorporeo (emodialisi) e 4.500 di tipo intracorporeo (peritoneale);

   nel 2014, il documento di indirizzo per la malattia renale cronica, oggetto di un accordo in Conferenza Stato-regioni, ha indicato tre possibili livelli di presa in carico precoce del paziente: territorio, gestione ambulatoriale e ospedaliera; il Piano nazionale della cronicità del 2016 ha individuato l'obiettivo specifico di personalizzare la terapia dialitica, auspicando l'aumento delle prestazioni di dialisi peritoneale ed emodialisi con sperimentazione di modelli di dialisi domiciliare;

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 ha aggiornato i livelli essenziali di assistenza inserendo i trattamenti dialitici domiciliari, le cui modalità di erogazione sono disciplinate dalle regioni;

   un impulso alla domiciliarità dei trattamenti di dialisi è arrivato con la pandemia, che ha messo in luce la fragilità dei pazienti con malattie renali croniche, dializzati e sottoposti a trapianto; ciò ha indotto il Ministero della salute ad emanare, nell'aprile 2020, una circolare per invitare gli assessorati regionali a incrementare l'emodialisi domiciliare e peritoneale, per ridurre il contatto con l'ambiente ospedaliero e, quindi, il rischio di contagio;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza individua nella casa e negli ambulatori di prossimità il luogo di cura per i malati affetti da patologie croniche; occorre osservare che i trattamenti dialitici domiciliari o in sedi di prossimità costituiscono un approccio terapeutico con una migliore integrazione nel contesto socioculturale e familiare e migliorano la responsabilizzazione dei pazienti circa lo stato di salute;

   è importante finanziare la ricerca in questo campo per rendere sempre meno invasiva e agevole una pratica che modifica la qualità di vita delle persone –:

   se non intenda predisporre ulteriori iniziative di competenza volte a incentivare trattamenti dialitici domiciliari e ambulatoriali di prossimità, sia nell'ambito dell'aggiornamento del Piano nazionale della cronicità, sia nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza nel capitolo case della comunità e dell'assistenza domiciliare integrata, sia nell'ambito dei finanziamenti per la ricerca, al fine di rispondere in maniera più adeguata ai bisogni di cura e di vita dei pazienti con insufficienza renale cronica.
(3-02708)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia renale

malattia

rischio sanitario