ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02625

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 597 del 17/11/2021
Firmatari
Primo firmatario: MARTINCIGLIO VITA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/11/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 11/11/2021
ASCARI STEFANIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/11/2021
APRILE NADIA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 11/11/2021
CIAMPI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO 11/11/2021
SARLI DORIANA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 17/11/2021
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 17/11/2021
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 17/11/2021
CASA VITTORIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/11/2021
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 23/11/2021
TIMBRO MARIA FLAVIA LIBERI E UGUALI 23/11/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/11/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 23/11/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02625
presentato da
MARTINCIGLIO Vita
testo presentato
Mercoledì 17 novembre 2021
modificato
Martedì 23 novembre 2021, seduta n. 601

   MARTINCIGLIO, BOLDRINI, ASCARI, APRILE, CIAMPI, SARLI, CANCELLERI, GAGNARLI, CASA, SPADONI, TIMBRO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 194 del 1978 rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la salute delle donne e l'esercizio del diritto a decidere senza imposizioni del proprio corpo, della propria sessualità scegliendo liberamente se essere o meno madri;

   a quarant'anni dell'entrata in vigore, e nonostante i cittadini abbiano confermato la validità dei suoi contenuti, esprimendosi negativamente al referendum abrogativo proposto da una parte del Paese, ancora oggi la legge trova una serie di difficoltà applicative legate, in particolare, alle dimensioni assunte dal fenomeno dell'obiezione di coscienza di medici, anestesisti, ostetriche e persino operatori socio-sanitari che operano negli ospedali italiani e dalle resistenze alla diffusione della interruzione di gravidanza farmacologica in molte aree del Paese;

   ciò determina un'inaccettabile contrapposizione fra due diritti individuali parimenti tutelati dalla legge, quello della donna a scegliere liberamente della sua gravidanza e quello dei medici ad obiettare;

   in molte regioni italiane la mancata copertura territoriale delle strutture ospedaliere che garantiscono la presenza di un ginecologo (e, più in generale, di un'équipe medica) non obiettore impedisce, nei fatti, l'esercizio della donna all'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) con effetti diretti soprattutto sulle fasce di popolazione con minori risorse (minorenni, donne straniere, donne in condizioni economiche precarie), penalizzate quando si tratta di reperire le informazioni per accedere ai servizi o di spostarsi dal proprio territorio di residenza per poter fruire della prestazione sanitaria;

   sebbene dalla «Relazione Ministro Salute attuazione Legge 194/78 tutela sociale maternità e interruzione volontaria di gravidanza - dati 2019 e preliminari 2020» si evinca che «l'analisi dei carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore non sembri evidenziare particolari criticità nei servizi di IVG a livello regionale o di singole strutture», in alcune regioni italiane il diritto all'Ivg è nei fatti precluso. Si pensi, ad esempio, al caso della regione Siciliana (che, con 4.840.876 abitanti, è la quinta regione più grande per densità di popolazione) dove cinque ginecologi su sei sono obiettori di coscienza (nel 2019 il tasso dei medici obiettori era dell'82,7 per cento e quello degli anestesisti del 79,2 per cento) e dove, in alcune aree specifiche quali ad esempio la città di Marsala (quinta città della Sicilia) e, più in generale, nella provincia di Trapani, la legge n. 194 del 1978 non può essere applicata poiché vi è soltanto un medico non obiettore (con l'effetto di obbligare di fatto le donne a spostarsi in altre province con il rischio di andare ben oltre il tempo massimo consentito dalla legge) e per il fatto che l'Ivg farmacologica con Ru486 è possibile sono in otto strutture in tutta la regione;

   quanto evidenziato suggerisce, quindi, che la contrazione del numero delle interruzioni di gravidanza registrata nell'ultimo periodo dal Ministero della salute potrebbe derivare dalla concreta difficoltà di accedere alla prestazione sanitaria con l'effetto, nefasto, di alimentare il ricorso da parte di alcune donne – soprattutto, come nel caso delle regioni «di frontiera», di migranti vittime di stupro – a strutture clandestine, con grave rischio per la salute delle donne in violazione, quindi, alla legge n. 194 del 1978;

   la stessa Relazione ministeriale menzionata rivela che la tipologia di intervento e la durata della degenza evidenziano una variabilità regionale che suggerisce la necessità di un «approfondimento da parte degli organi regionali, anche attraverso un confronto interregionale, per capirne le motivazioni e uniformare i protocolli terapeutici, al fine di assicurare un'offerta efficiente e di qualità»;

   ancorché sia compito delle singole regioni assicurare che l'organizzazione dei servizi e le figure professionali garantiscano alle donne l'esercizio del diritto di cui all'articolo 9 della legge 194 del 1978 minimizzando l'impatto dell'obiezione di coscienza, a parere dell'interrogante il Ministro interrogato potrebbe promuovere il ripensamento, a legge invariata, del tema dell'obiezione di coscienza, sollecitando le regioni ad intervenire sulle pratiche concrete, anche contrattuali e di gestione aziendale degli enti ospedalieri, al fine di garantire, in ogni struttura pubblica e privata accreditata, la dotazione organica necessaria a garantire il concreto esercizio individuale del diritto all'Ivg, anche attraverso la disposizione di concorsi pubblici ad hoc (pratica coerente con il dettato costituzionale e già adottata in alcune regioni italiane) per medici non obiettori –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda promuovere affinché l'applicazione della legge n. 194 del 1978 sia garantita uniformemente su tutto il territorio nazionale;

   se, altresì, ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, per potenziare l'attività di consultori e promuovere campagne di informazione, soprattutto nelle scuole, atte a prevenire il fenomeno dell'Ivg.
(3-02625)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aborto

condizione della donna

obiezione di coscienza