ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02391

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 536 del 07/07/2021
Firmatari
Primo firmatario: ASCARI STEFANIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/07/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRIPPA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE 07/07/2021
TRIPODI ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 07/07/2021
MARTINCIGLIO VITA MOVIMENTO 5 STELLE 07/07/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/07/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 03/08/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02391
presentato da
ASCARI Stefania
testo di
Mercoledì 7 luglio 2021, seduta n. 536

   ASCARI, GRIPPA, ELISA TRIPODI e MARTINCIGLIO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dalla lettura di un articolo di giornale pubblicato sul quotidiano La Stampa (http://www.lastampa.it) si è appreso di un caso in cui, per ordine del giudice del tribunale per i minorenni di Torino, un minore rischia di ritornare a vivere con il fratello maggiorenne a casa del padre, nonostante quest'ultimo sia stato condannato per maltrattamenti nei confronti della moglie e per violenza assistita nei confronti di questo stesso figlio. Si legge che l'uomo sia da pochi giorni in carcere per scontare proprio la pena inflittagli a seguito di questa sentenza di condanna;

   nell'articolo si legge, tra l'altro, come questo padre sia stato più volte violento nei confronti della sua ex moglie che riceveva insulti, botte anche davanti ai figli. Una volta, si legge che «il marito prende un coltellaccio da cucina e lei ha appena il tempo di chiudersi in bagno per evitare il peggio». Ed è in quel caso che la signora lascia la casa assieme ai figli e va a denunciare l'aggressione;

   successivamente viene avviata anche la procedura per la separazione legale dal marito. Il giudice assegna la casa a madre e figli; la signora si ritrova a mantenere i figli e a pagare il mutuo con uno stipendio da mille e 200 euro al mese ma ai figli non fa mancare l'indispensabile. Il padre può vedere i figli una volta la settimana. Per ordine del giudice, le visite dovrebbero avvenire sotto «stretto monitoraggio» degli assistenti sociali, ma non pare avvenga così;

   successivamente, si assiste a un cambiamento per cui i figli pare comincino ad assumere un atteggiamento ostile nei confronti della madre, forse dovuto al diverso sistema di regole imposto dai due genitori. Uno dei figli racconterebbe, infatti, agli educatori che con il padre «faccio quello che voglio». Niente regole, a differenza dell'impostazione materna. Così la bilancia degli affetti comincia a pendere di più verso il padre che nei confronti della madre;

   a seguito di questi cambiamenti, il figlio minore viene affidato a una comunità di alloggio. L'altro figlio, poco prima di compiere i 18 anni, va a vivere con il padre: in merito, gli assistenti sociali non pare abbiano nulla da eccepire. Anzi, nel tempo, lavorano a un progetto di «avvicinamento» del figlio (collocato in comunità di alloggio e vittima di violenza assistita) al padre. L'uomo si sottrae a qualunque confronto, non partecipa. Ma il progetto va avanti comunque;

   intanto la madre (oggi assistita dagli avvocati Maria Rosa D'Ursi e Annalisa Tarditi) manifesta il proprio disappunto in merito e chiede degli incontri agli assistenti sociali. Gli atteggiamenti di insofferenza del ragazzo collocato in comunità vengono annotati con scrupolo e diventano elementi contro la «capacità genitoriale» della signora. E le relazioni degli assistenti sociali pare orientino i giudici in questo senso;

   gli avvocati della signora avevano segnalato alle autorità competenti che l'ex marito avrebbe dovuto scontare quella penalista la sentenza di condanna (ormai definitiva), ma, nonostante ciò si ordina di far ritornare il minore, sottratto alla madre e collocato in comunità, nella casa di quel padre che è da pochi giorni in carcere per scontare una pena per maltrattamenti verso la madre;

   spiegano gli avvocati che «il garante dei minori si è interessato alla vicenda, ha detto che chiederà un'ispezione» presso la comunità e aggiungono: «Questo è un caso emblematico di quanto non funzioni il sistema. C'è una mancanza di comunicazione tra le varie autorità, in particolare fra Tribunale dei Minori, assistenti sociali e procura della Repubblica. Come può un giudice far rientrare un figlio nella casa del padre, condannato per violenza assistita proprio nei confronti di quello stesso ragazzo. E tutto questo senza che il padre abbia fatto un percorso di sostegno alla genitorialità, come invece aveva ordinato il giudice»;

   tali presunte anomalie laddove venissero accertate come corrispondenti al vero, sarebbero dei fatti particolarmente gravi sui quali occorre fare chiarezza, al più presto, per addivenire alla definizione del giudizio nel pieno rispetto delle regole processuali e del principio di legalità;

   è necessario accertare che sussistano tutte le condizioni necessarie al corretto esercizio della funzione giudiziaria, in quanto ogni processo deve potersi svolgere nel pieno rispetto delle regole e dei principi supremi che ne presiedono lo svolgimento, specie qualora si tratti di processi, come quello in questione, in cui è in gioco l'interesse superiore dei minori –:

   se siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative, per quanto di competenza, si ritenga opportuno adottare in merito, anche promuovendo eventuali iniziative ispettive, nonché valutando l'adozione di iniziative normative volte ad assicurare una razionalizzazione dei procedimenti in questione, in particolare dal punto di vista del coordinamento tra le varie autorità coinvolte e di efficaci garanzie nell'interesse dei minori.
(3-02391)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professioni paramediche

assegnazione di alloggio

giurisdizione minorile