ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01960

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 437 del 02/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: SILVESTRONI MARCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 01/12/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 01/12/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01960
presentato da
SILVESTRONI Marco
testo di
Mercoledì 2 dicembre 2020, seduta n. 437

   SILVESTRONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il comparto della pesca professionale si colloca, operando su tutta la fascia costiera italiana, in un contesto nazionale;

   l'indotto lavorativo diretto della pesca professionale è composto da circa 26.000 marittimi imbarcati tra titolari, soci dipendenti e marittimi dipendenti, quello indiretto è composto da circa altri 30.000 lavoratori;

   la fascia costiera è ripartita in aree geografiche denominate Geographical Subareas (Gea) ovvero areali rappresentative delle fasce di costa regionali. All'interno di questi areali dovrebbero essere studiate e programmate, nell'ambito del rispetto delle normative europee e nazionali, le regole da attivare per l'attività di pesca professionale;

   le imprese di pesca italiane stanno scomparendo poiché non è possibile avere un reddito dignitoso nella gestione delle aziende, alle quali non sono destinati i fondi europei per lo sviluppo, non vi è credito e le importazioni delle produzioni ittiche fresche e congelate, in particolare durante il fermo pesca obbligatorio, provocano turbative di mercato che hanno portato all'importazione di prodotti ittici per l'84 per cento del fabbisogno ittico della Nazione, importazioni che derivano da Paesi della Unione europea del bacino mediterraneo e da Paesi terzi;

   il rilancio del settore si rende necessario in virtù della notevole riduzione subita dalla flotta da pesca nazionale negli ultimi decenni, che, ad oggi, conta circa 12.000 motopescherecci, pari al 17 per cento della flotta dell'Unione europea, con 25.000 occupati. È inoltre tra le più vetuste e in ritardo di competitività rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea con un'età media dei pescherecci pari a 31 anni quindi non sono produttivamente competitive, soprattutto con quelle della Francia e della Spagna;

   il fermo attuale, peraltro, continua a non rispondere alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato delle risorse nei 33 anni di fermo pesca è progressivamente peggiorato come parallelamente lo stato economico delle imprese che, anno dopo anno, e giorno dopo giorno, stanno mettendo in ginocchio l'intero comparto produttivo della pesca italiana;

   dal nord Adriatico, allo Ionio, fino al Canale di Sicilia circumnavigando la penisola italiana, si assiste ad una crisi senza precedenti del comparto pesca e, se da un lato gli animalisti lanciano l'allarme sulla salvaguardia della fauna marina, dall'altro, gli antichi pescatori gridano al rischio estinzione del loro mestiere;

   in ottemperanza all'articolo 22 del regolamento (CE) n. 1380/2013, il 24 luglio 2017 è stata inviata la relazione sugli sforzi compiuti nel 2016 per raggiungere un equilibrio sostenibile tra la capacità di pesca e le possibilità di pesca della flotta italiana, non aggiornata al 2020 –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto in premessa riportato e quali iniziative di competenza intendano assumere per aggiornare la relazione annuale, ferma al 2016, di cui all'articolo 22 del regolamento (CE) n. 1380/2013 e per avviare una revisione normativa complessiva del settore professionale ed economico della pesca italiana, e se considerino appropriata la richiesta avanzata da Federpesca e dalle marinerie del Mar Tirreno di consentire 200 giornate di pesca annue autogestite per impresa di pesca per il mare Tirreno.
(3-01960)