ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01881

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 425 del 10/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: INVERNIZZI CRISTIAN
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 10/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FURGIUELE DOMENICO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/11/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 17/11/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01881
presentato da
INVERNIZZI Cristian
testo di
Martedì 10 novembre 2020, seduta n. 425

   INVERNIZZI e FURGIUELE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il Commissario ad acta alla sanità in Calabria, Saverio Cotticelli, si è dimesso dall'incarico dopo l'intervista imbarazzante, quasi surreale, che l'ha visto protagonista venerdì scorso, durante la trasmissione «Titolo V», andata in onda su Rai 3;

   a circa due anni dalla nomina, il Commissario non sapeva quale fosse il suo ruolo, quanti fossero i posti di terapia intensiva attivati nella regione, non sapeva neppure a chi fosse attribuito il compito di predisporre il piano di potenziamento della sanità regionale (salvo poi scoprire, goffamente, nel corso dell'intervista, che il piano in questione avrebbe dovuto predisporlo proprio lui stesso);

   il Commissario non sapeva nulla, sembrava arrivato in Calabria dalla luna casualmente. Eppure non è arrivato per caso, ma per volontà dell'attuale Presidente del Consiglio dei ministri e dell'allora Ministro della salute Giulia Grillo, che, all'epoca, l'avevano voluto a tutti i costi, presentandolo trionfalmente come il salvatore della sanità calabrese;

   pertanto, per gli interroganti, piuttosto che infierire contro un Commissario chiaramente e manifestamente fuori posto, è il caso di chiedersi dove sono stati, in questi mesi, i Ministri della salute e il Presidente del Consiglio dei ministri che, con il Commissario in questione, avevano il dovere istituzionale di confrontarsi;

   com'è noto, infatti, il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, volto a fronteggiare l'emergenza pandemica, avrebbe dovuto essere presentato dalle regioni entro trenta giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge n. 34 del 2020;

   lo stesso decreto-legge, all'articolo 2, comma 8, stabilisce espressamente che: «nel caso di mancata presentazione del piano da parte della regione o della provincia autonoma oppure nel caso di adozione di un provvedimento negativo espresso da parte del Ministero, il piano è adottato dal Ministero della salute nel successivo termine di trenta giorni»;

   davvero non si comprende, quindi, come sia possibile che, nella regione Calabria, non vi sia ancora oggi, al mese di novembre 2020, un piano di riorganizzazione della rete ospedaliera; è palese che la responsabilità non può essere solamente del Commissario ad acta, che non ha predisposto il piano, ma anche e soprattutto degli attuali vertici del Governo che avrebbero dovuto sopperire al suo inadempimento, ai sensi di quanto previsto dalla succitata norma;

   il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro della salute, invece, non hanno fatto nulla, neanche denunciare la mancata presentazione del piano. Anzi: solamente pochi giorni fa, quando era sotto gli occhi di tutti la criticità della situazione sanitaria calabrese, hanno deciso di premiare il Commissario ad acta, riconfermandolo nell'incarico per altri due anni;

   è assurdo che il Commissario ad acta venga trasformato in capro espiatorio e rimosso pubblicamente dal Governo che l'ha riconfermato pochi giorni fa; a parere degli interroganti, prima ancora che destituire il Commissario, il Presidente del Consiglio dei ministri avrebbe dovuto dimettersi lui stesso e riconoscere il fallimento del suo modello di gestione –:

   per quale ragione, il Ministero della salute abbia risposto solamente in data 27 ottobre 2020 al quesito formulato dal Commissario ad acta, con il quale lo stesso richiedeva chiarimenti in merito al soggetto tenuto alla predisposizione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera;

   per quale ragione, una volta spirati i termini previsti dal decreto-legge n. 34 del 2020, cosiddetto decreto rilancio, non siano state adottate le iniziative di competenza, immediatamente, per adottare il piano mancante;

   per quale ragione, nonostante la mancata presentazione del piano il Governo avesse deciso di riconfermare il Commissario ad acta nelle funzioni, salvo rivedere la propria decisione dopo l'imbarazzante intervista.
(3-01881)