ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01877

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 425 del 10/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: SPENA MARIA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 10/11/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 10/11/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01877
presentato da
SPENA Maria
testo di
Martedì 10 novembre 2020, seduta n. 425

   SPENA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in forza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 novembre 2020 e della circolare del Ministero dell'interno del 7 novembre 2020, contenenti le nuove misure per il contrasto alla pandemia da Covid 19, numerose imprese hanno dovuto ridurre la propria attività;

   in particolare, nel settore florovivaistico, i fiorai che si trovano nei mercati rionali e nei mercati coperti, non possono aprire al pubblico nella giornata di sabato, il giorno di maggior incasso, in quanto equiparati ai centri commerciali e quindi considerati «non essenziali», si veda in particolare l'articolo 1, comma 9, lettera ff), del citato decreto;

   tale decisione colpisce ulteriormente un settore già fortemente penalizzato durante il lockdown totale di marzo, aprile e maggio 2020. Basti pensare ai milioni di piante pronte per la vendita mandate al macero per impossibilità di raggiungere il retail ai milioni di fiori recisi eliminati per l'assenza di cerimonie ed eventi;

   le riduzioni di attività previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 novembre 2020 e i lockdown nei Paesi esteri decisi in questi giorni stanno già generando una riduzione del volume d'affari, che rischia di arrivare, secondo i calcoli delle associazioni di settore, al 40 per cento del volume d'affari del periodo;

   i prodotti del florovivaismo necessitano di cura e manutenzione e non è possibile rinviarne la vendita in giorni successivi trattandosi di prodotti deperibili;

   gli stessi prodotti continuano ad essere commercializzati all'interno di altri canali di vendita (ad esempio, grande distribuzione organizzata nei centri commerciali) e non sussistono motivazioni plausibili per la chiusura di detti negozi di vendita che, all'interno dei mercati al chiuso, potrebbero osservare facilmente le precauzioni già previste per la vendita di prodotti alimentari;

   il divieto sopra evidenziato era già stato previsto nel periodo di lockdown imposto per i mesi tra marzo e maggio 2020, ma fu risolto, a seguito dell'azione congiunta di questa parte politica e delle associazioni di categoria a fine marzo 2020, grazie a una Faq sul sito della Presidenza del Consiglio, che pose fine alle interpretazioni restrittive dei comuni;

   il florovivaismo è a tutti gli effetti un settore dell'agricoltura e ha un valore di circa 2,5 miliardi di euro, realizzati da 27.000 aziende, che occupano circa 100.000 addetti. Recentemente la Camera ha approvato la relativa riforma, grazie al lavoro comune dei parlamentari di tutti Gruppi, riforma tuttavia dotata di scarsissime risorse, dopo l'intervento del Governo che ne ha ridotto le disponibilità in forza di «motivi di finanza pubblica»;

   da quanto sopra evidenziato appare evidente una sottovalutazione delle problematiche del florovivaismo italiano, anche in relazione a misure che non comportano oneri pubblici, quale quella di consentire l'apertura dei fiorai ovunque si trovino nei giorni prefestivi o festivi, o dando pubblica adesione alla campagna lanciata nelle settimane scorse dalle associazioni di settore che invitava i cittadini ad «acquistare un fiore italiano»;

   le norme di decontribuzione adottate dal Governo in favore del florovivaismo (da ultimo per il mese di dicembre nel decreto-legge n. 149 ristori-bis) e i fondi perduti, sia pure necessari, non risolvono il problema centrale che consiste nella perdita di una rilevante quota di fatturato, rispetto alla quale è necessario adottare misure mirate, che limitino l'impatto delle restrizioni anti Covid allo stretto necessario –:

   se non si ritenga opportuno adottare iniziative per dettare con urgenza disposizioni interpretative del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 novembre 2020 e della circolare del Ministero dell'interno del 7 novembre 2020, al fine di consentire l'apertura dei fiorai che si trovano nei mercati rionali e nei mercati coperti nei giorni prefestivi e festivi, sulla falsariga delle analoghe disposizioni adottate a fine marzo 2020.
(3-01877)